Spagna: il governo "salva" le autostrade in rovina
Il governo spagnolo dà il via libera al pagamento di 2.300 milioni di euro per riscattare nove autostrade private sull’orlo del fallimento
di Maria Bonillo Vidal
Prima le banche e le casse di risparmio, adesso anche le autostrade: il governo spagnolo spenderà 2.300 milioni di euro per “nazionalizzare” nove autostrade private a un passo dalla bancarotta. Denaro pubblico che verrà utilizzato per salvare queste infrastrutture, la maggior parte delle quali sono state costruite senza alcun motivo – sopratutto nella zona di Madrid, nell’epoca in cui Esperanza Aguirre (PP) era governatrice della Comunità Autonoma.
Fino ad oggi il 48,5% delle autostrade spagnole era in mano ad imprese edili, il 16% appartenteva ad altri tipi di concessionarie, il 6,4% era ripartito tra banche, casse di risparmio e altre intese finanziarie e solo il 13,9% di esse faceva capo ad amministrazioni pubbliche. Le imprese edili avevano contratto un debito con le banche superiore ai 3.800 milioni di euro, una cifra letteralmente impossibile da pagare. A tal punto che il governo spagnolo si è visto costretto ad aiutare le autostrade, versando nelle casse degli istituti di credito “solo” 2.300 dei 3.800 spettanti – il resto del debito verrà condonato.
E fu così che lo stato spagnolo decise di salvare un altro settore “troppo grande per fallire” – come lo stesso settore bancario, del resto. Le priorità del governo Rajoy sono chiare: società edilizie e banche. Nel frattempo il Paese reale si vede costretto a fronteggiare tagli ai servizi e disoccupazione crescente – motivi di malcontento che non hanno esitato a sfociare in scontri con le forze dell’ordine, come accaduto lo scorso 22 di marzo a Madrid.
La principale ragione del fallimento di queste autostrade è stata la disastrosa pianificazione delle stesse. Nella Comunità Autonoma di Madrid si sono costruiti diversi “raccordi” completamente innecessari – considerando che ce n’erano già degli altri, per di più gratuiti. I proprietari delle nuove autostrade private – e lo stesso governo regionale che ne ha autorizzato la realizzazione – hanno fatto una previsione troppo ottimistica rispetto al numero di utenti che effettivamente ne ha usufruito.
Soltanto negli ultimi tre mesi, queste autostrade hanno perso un volume di traffico pari al 52%. Con questa cifra in picchiata, il salvataggio non si è fatto attendere. E gli imprenditori edili non hanno tardato a dichiarare che “il salvataggio è stata una magnifica operazione, da parte del governo”. L’idea di creare una nuova azienda pubblica (che paghi il debito alle banche) “dona ossigeno alle imprese” – ha dichiarato Julian Núñez, presidente di Seopan, una delle principali imprese del settore.
Il Governo Rajoy arguisce che se le autostrade cadono, “lo stato perde piú di 5.000 milioni di euro” – per questioni contrattuali ed espropriazioni. Altro argomento, il deficit pubblico – ormai un classico di repertorio. La Spagna non può permettersi di oltrepassarlo, con gli occhi di Berlino e Bruxelles puntati su di sé. Ragion per cui le conversazioni con i grandi gruppi finanziari finiscono sempre col negoziare condizioni favorevoli – per le banche, per le imprese. E, alla fine, pagare tocca sempre al cittadino – l’unico soggetto che il governo non ha mai pensato di salvare.