Musica: con i Pipers ecco l’alt-folk pop “made in Naples”
Prima del loro live di ieri sera a “Le Mura” di Roma, abbiamo conosciuto i Pipers. Un’intervista dove il trio napoletano che musicalmente più british non si può, racconta passati percorsi e nuove strade, a partire da quella che dà il nome al nuovo album
di Valentina Palermi
su Twitter @ValPalermi
Parlando con Stefano De Stefano – voce, chitarra, piano e armonica del gruppo – una cosa è chiara: i Pipers si “danno da fare”.
Dal 2007, anno della loro nascita, ad oggi sono andati incontro a molteplici trasformazioni nei suoni e “diverse formazioni” negli elementi, come capita spesso alle band in crescita, trovando infine “un equilibrio di suono e arrangiamento, che supporta molto bene il mio tipo di scrittura” insieme ai cori di Stefano “Stoo” Bruno – basso e mandolino – e Marco Magnacca – batteria –.
Lavorando fino a sviluppare stilisticamente un suono stratificato decisamente alternative folk pop. Loro, che tra gli artisti che apprezzano inseriscono Badly Drawn Boy, Bon Iver, Decemberists, Elliott Smith, I Am Kloot, The Coral, Tired Pony, Travis, Turin Brakes, Ryan Adams, Scott Matthews e Glen Hansard, proprio dell’artista irlandese propongono un mash-up con Ronan Keating durante un mini-live nei giorni scorsi.
Un incontro tra rock e pop forse inusuale ma che rivela il gusto british di fare musica, magari con influenze passate o lontane, e il loro modo caratteristico di suonare, nel presente. “Siamo passati dall’essere una band derivativa e figlia del britpop a una band che sa scrivere canzoni autonome e personali”, sapendo catturare l’attenzione di importanti band inglesi.
Partecipano a diversi Festival – Liverpool Sound City, Matthew Street Festival, Creamfields -, performance acustiche – Balcony Tv Dublin -, così come aprono i concerti di numerosi gruppi sia in Italia come anche all’estero – Ian Brown, Starsailor, Ocean Colour Scene, Turin Brakes -, a partire dai The Charlatans, nel 2008, scelti da Tim Brugess quando ancora non avevano realizzato l’album di debutto “No One But Us”.
Esperienze “tutte fondamentali”, come premette Stefano, ma “direi che quella a cui sono più legato è stata quella con i Turin Brakes, sia a Northampton che a Pomigliano. Potrei quasi dire che siamo diventati amici! Al Regno Unito ci lega un amore diverso nei confronti della musica, il fatto che abbia un ruolo preponderante nella vita e nell’economia delle persone che vivono lì”.
Tra vecchi e nuovi brani, presentano il nuovo album “Juliet Grove”, per Pippola Music e Flake Records – per il territorio del Giappone -, anticipato dal singolo “Ask Me For A Cigarette”, malinconica e delicata ballata folk il cui video – realizzato da Giacomo Triglia – ha guadagnato la vetrina sul sito dell’importante magazine inglese NME, oltre a battersi in finale al PIVI 2012 nella categoria miglior montaggio.
Non una donna – ma in fin dei conti “chi ti dice che non ci sia una donna dietro ogni canzone? O sempre la stessa? O l’estemporaneità di un momento?” -, semplicemente il nome della strada in cui hanno vissuto durante il periodo di registrazione, tra marzo e maggio del 2012, realizzata al Magic Garden Recording Studios di Wolverhampton con la collaborazione di Gavin Monaghan (Editors, Ocean Colour Scene, Scott Matthews).
L’ultimo singolo, “Steve Lamacq”, è già in rotation su Virgin Radio. “Un pezzo che ha richiesto diverso tempo per essere completato, poiché le liriche sono sarcastiche e fanno riferimento a diversi artisti inglesi. È una ironica presa di posizione nei confronti del sistema radiofonico che opera in modo da innalzare alcuni e affondare altri. Steve Lamacq è un dj che fa il bello e il cattivo tempo in Inghilterra, ma a noi lui piace, abbiamo scelto di usare il suo nome perché faceva rima con il resto del ritornello”.
In rete se ne trova una versione estemporanea – chitarra e voce -, realizzata di fronte a The Citadel, “dovuta al fatto che Simon degli Ocean Colour Scene si ammalò e quella sera il concerto fu posticipato. Noi eravamo in tour con loro e quindi decidemmo di darci da fare lo stesso”.
Da nord a sud in tour, passando da Roma, i Pipers si sono esibiti ieri sera a Le Mura. La dimensione live sembra piacergli molto, e sicuramente da loro giusto risalto. Sul palco propongono loro stessi “e tutti i sacrifici sostenuti finora. Penso sia quello che vuole chi viene a un concerto sulla base di un’aspettativa. Non sarà deluso nessuno. Finora le città chiave italiane sono andate molto bene, Napoli, Milano e Bologna.” Dopo Roma, sempre ad aprile li aspetta Firenze “e siamo molto carichi”.
Secondo i loro programmi, “abbiamo date fino alla fine di maggio”, per poi dare spazio a Giugno ad appuntamenti in preparazione a una serie di festival che faremo in estate. “Dopo l’estate, diciamo verso Ottobre, vorrei iniziare a programmare il terzo disco per il quale c’è già tutto il materiale – oltre a un quarto che pure esiste già virtualmente -. Ci diamo da fare”.
(fonte immagini: pipersonline.net)