Tennis: Italia anema e core, Murray lacreme napulitane: è semifinale Davis!
Dopo 16 anni gli azzurri tornano tra le migliori quattro del mondo grazie al 3-2 in rimonta contro la Gran Bretagna sul rosso di Napoli, trascinata dal miglior Seppi dell’anno e da uno straordinario Fognini, capace di annientare in 3 set lo scozzese campione di Wimbledon e numero 8 del mondo
di Paolo Pappagallo
su Twitter @paul_parrot
Qui dove il mare luccica e tira forte il vento, l’Italia della racchetta al maschile si riscopre ‘nu babbà dolcissimo tutto da assaporare, una di quelle delikatessen che ti colpiscono al palato specie dopo interminabili anni di mesti brodini caldi e tortine “di recupero”, create alla bell’e meglio con qualche rimasuglio della dispensa casalinga.
Altro che il pudding, massima espressione dolciaria di un paese come la Gran Bretagna sinonimo universale di regalità, ma non sicuramente di qualità e raffinatezza in campo gastronomico. Largo ai sapori sportivi del Belpaese e al penultimo step della caccia azzurra al pezzo più pregiato del “servizio buono” tennistico, quell’Insalatiera dalle 217 once d’argento pensata da Dwight Davis 113 anni fa e conquistata in epoche ormai ingiallite dal tempo e sbiadite da tre lustri di allegre – ma non troppo – escursioni negli inferi delle serie inferiori e ritorno.
Finalmente, nell’esaltante 3-2 nei quarti di finale in rimonta contro la Royal Navy albionica guidata dal “quasi Sir” Andy Murray, c’è tutto l’orgoglio e la carica di un gruppo di Barazzutti Boys capace di amplificare ed esaltare a proprio favore il sottile effetto alienante della Coppa Davis, spesso in grado di livellare nel bene e nel male il rendimento dei protagonisti coinvolti a prescindere dalle fredde logiche delle classifiche al computer.
E a maggior ragione di sfruttarlo grazie a due protagonisti straordinari, per rendimento fisico e mentale, in particolare nei momenti più difficili: da una parte la sempre più matura certezza, Fabio Fognini, imminente Top 10 mondiale già de facto – per punteggi – tra i migliori 5 terricoli al mondo. Dall’altra il polivalente consolidato, Andreas Seppi, prostrato da un inizio di stagione ai minimi termini nell’ambito dei risultati ma capace di rispolverare la concretezza dei giorni migliori nelle situazioni di maggior pressione complessiva. Insomma, godiamoci l’impresa dopo 16 anni di anonimato e occhio a darci già battuti in partenza per l’affascinante semifinale di settembre in trasferta contro la Svizzera di Federer e Wawrinka, peraltro a loro volta sopravvissuti all’incredibile 2-1 esterno provvisorio del Kazakistan al termine della seconda giornata di pallate.
IL MIO NOME È WARD, JAMES WARD – Che il blasone e la responsabilità delle fortune albioniche in terra napoletana poggiassero quasi completamente sulle possenti spalle dell’eroe di Wimbledon, Murray(ma che ne sarà se la Scozia dovesse votare a favore dell’indipendenza?), era lapalissiano da tempo. Accanto al campione di Glasgow, in parte debilitato dai postumi di un virus intestinale, capitan Leon Smith poteva contare su due “agenti segretissimi” al servizio di Sua Maestà quali James Ward e Colin Fleming, sconosciuti ai più e impantanati in anonime posizioni rispettivamente over 100 nel singolo e 50 del doppio. Roba da 007 del serve & volley, che entrambi orgogliosamente hanno provato da par loro a smentire sul campo.
Ward, londinese classe ’87, è il primo a scendere in campo nel singolare d’apertura contro un Fognini in condizioni non ottimali per i perduranti dolori al costato post Miami (“Troppi abbracci con Flavia (Pennetta, ndr)” l’ironica giustificazione del numero 13 del mondo). Non a caso il britannico tenta la fuga già nel primo set – break e 3-0, approfittando delle amnesie di Fabio tra servizio e rovescio – prima di subire la rimonta del ligure culminata nel 6-4 del primo parziale. Nel secondo set, lo stesso copione questa volta si rivela efficace per il 161 del ranking ATP, nuovamente avanti 3-0, poi rimontato 3-2 e quindi capace di infilare 3 game di fila per un pesante 6-2 a riequilibrare la contesa. A quel punto all’azzurro non resta che scrollarsi di dosso tensioni e inibizioni, grazie anche alla spinta calorosissima del pubblico napoletano, per serrare prima il terzo set con concretezza – break in apertura e 6-4 finale – e poi il quarto con prepotenza – servizio strappato al terzo gioco e perentorio 6-1 conclusivo, in 3 ore e 9 minuti, per l’1-0 in favore dell’Italia.
QUANNO SPONTA ‘A LUNA A MURRAY-CHIARO – Con il programma del venerdì temporalmente alterato dalla pioggia, il confronto tra Seppi e Murray parte da principio con il sinistro presagio di dover interrompere anzitempo il match per l’oscurità calante: così è in effetti sul 6-4 5-5 a favore dello scozzese, con l’azzurro assolutamente in partita nel primo parziale – sfortunato nel cedere il servizio nel settimo gioco alla seconda palla break a disposizione dell’avversario – e ancor più vivo nel secondo, dove però spreca 4 set point sul 5-4 e servizio a proprio favore giusto ad un passo dalla sospensione. Anche la prosecuzione del giorno seguente ripropone un Seppi scintillante opposto ad un Murray discontinuo, ma l’oro olimpico di Londra 2012 è efficace nei momenti clou a districarsi dalle sabbie mobili e, non a caso, prima chiude 7-5 il parziale lasciato a metà e poi rimonta da 1-3 nel terzo set fino al 6-3 finale, che vale l’1-1 al termine della prima tranche di singolari.
A questo punto, per i capitani Barazzutti e Smith, le scelte delle coppie da doppio diventano ancor più ponderate e importanti: nessun dubbio da entrambe le parti, dentro i rispettivi alfieri vincenti del singolare, al posto degli habitué di coppia Lorenzi e Hutchins, accanto a Bolelli e Fleming. E l’impatto di Murray nella coppia britannica si rivela certamente più efficace di quello di un Fognini probabilmente da preservare per il day 3: gli ospiti conquistano con un agevole 6-3 il set d’apertura – con polemica per un evidente doppio tocco di Fleming su una sbracciata di dritto non ravvisato dal giudice di sedia e propedeutico al punto decisivo. Nel secondo parziale sono invece i vuoti di gioco azzurri, in particolare di Bolelli, a portare i britannici a liquidare la frazione con un secco 6-2,prima dell’illusoria reazione azzurra nel terzo – 6-3,con l’emiliano questa volta sugli scudi – e il clamoroso 7-5 ospite nel quarto – con Fabio e Simone a dilapidare il 5-4 di vantaggio a due punti dal set, regalando di fatto il punto del 2-1 Gran Bretagna al termine della seconda giornata. Una follia, alla vigilia degli ultimi e decisivi singolari.
E ALLA FINE ARRIVA FOGNA – Ma per fortuna o purtroppo, con Fabio Fognini non esiste nulla di scontato: un minuto prima può litigare con uno spettatore per un parola di troppo e un minuto dopo irretire con il proprio gioco un Top 10 mondiale. Di fronte ad un Murray sicuramente meno avvezzo alle insidie di uno scontro di altissimo livello sulla terra battuta – solo 190 i punti ATP raccolti dallo scozzese in un anno, a fronte dei 1.805 del sanremese – “Fogna” dimentica in un colpo solo problemi fisici, tensioni e chiacchiere gossippare, regalando a se stesso e al pubblico partenopeo il match più bello e importante della propria carriera. Il 6-3 6-4 6-4 finale è un capolavoro di sventagliate di dritto, lungolinea di rovescio e palle corte sapientemente dosate che annientano ogni possibile contromossa dello stordito avversario british, a lungo a bocca aperta di fronte alle iniziative dell’azzurro e particolarmente innervosito dalla caldissima torcida improvvisata dal pubblico napoletano. Il 2-2 agguantato dagli uomini di Barazzutti è la mossa decisiva per spostare l’inerzia del confronto in territorio azzurro, in vista del singolare decisivo tra Seppi e Ward.
E proprio lì, dove la pressione per il risultato e una nuova sospensione – questa volta per pioggia – potrebbero far capitolare i nervi del numero 34 del mondo ben più delle qualità tecniche del destrimano inglese, l’altoatesino dimostra che l’Italia del tennis è matura per una semifinale di Davis 16 anni dopo Gaudenzi e Sanguinetti contro gli USA. 6-4 6-3 6-4, pure senza strafare e con un paio di break e contro break, è il punteggio che regala agli azzurri un paradiso tinto di rossocrociato con vista insalatiera.
Dopo anni di tirannia interna delle “quote rosa” – peraltro, nel weekend di Pasqua, le ragazze saranno impegnate nella semifinale di Fed Cup contro la Repubblica Ceca – l’Italia del tennis al maschile si riscopre bella e vincente, in un’ideale e virtuoso abbraccio tra i sessi. Un po’ come quello tra la coppia del momento Fognini-Pennetta. E se il destino, dentro e fuori dal campo, fosse lo stesso fino all’ultimo smash?