La nuova Francia di Manuel Valls
Riforme strutturali, lavoro ed energia saranno le chiavi del rilancio francese
di Sara Gullace
Toccherà a Manuel Valls risollevare le sorti della Francia. Agli occhi dei francesi, che a fine Marzo hanno messo il governo socialista con le spalle al muro consegnando i municipi al centro destra, e a cospetto dell’Europa, che continua a puntare il dito senza ammettere sconti su quel debito pubblico salito al 93,5%.
Jean-Marc Ayrault dimissionario, all’Eliseo, Martedì 8 Aprile, si è insediato Manuel Valls, fino ad allora ministro degli Interni, con 306 voti favorevoli e 239 contrari. Un 2013 con un deficit del 4,3%, un debito pubblico, come dicevamo, alle stelle ed una disoccupazione sempre più pressante, hanno segnato le sorti del governo socialista. Ed ora la Francia riparte con quello che Hollande ha definito un “governo da combattimento” guidato dall’esponente ritenuto il “più a destra tra i socialisti”.
Nato a Barcellona 51 anni fa, già ventenne prende la cittadinanza francese. Sindaco di Evry fra il 2001 e il 2012, nel 2011 ottiene solo il 6% alle primarie del Partito Socialista. In seguito diventa direttore della comunicazione della campagna elettorale di Hollande. Da pochi giorni è chiamato al ruolo di Premier. La scelta di Valls, accontenta la necessità di aria nuova, espressa dal voto dei francesi, promuovendo il ministro che negli ultimi mesi aveva cavalcato l’onda dei sondaggi. Meno ideologico, più pragmatico e realista secondo gli elettori, “più sarkozista” secondo i suoi stessi commilitoni: Valls non si estranea dall’attuale linea politica ma è, al tempo stesso, un segnale di stacco, di risposta accondiscendente all’elettorato.
Nella sua prima uscita da Premier, Valls si è presentato come “Un uomo di sinistra. Profondamente vicino a quanti soffrono la disoccupazione”. Nuovi posti di lavoro, riduzione del deficit e, al tempo stesso, un servizio pubblico efficiente, fondamentale per “creare coesione nel nostro Paese”: saranno questi i punti chiave del suo governo. Toccherà a lui, quindi, realizzare il Patto di Responsabilità presentato a Gennaio da Hollande.
Un piano per rilanciare la Francia agli occhi dei francesi e, contemporaneamente, a quelli dell’Europa. Tre anni a disposizione, scadenza 2017, per ridurre la spesa pubblica di 50 miliardi di euro, sgravare le imprese riducendone gli oneri in modo da renderle più competitive ed aumentarne le assunzioni, ridurre le tasse ed i contributi dei lavoratori come segnale di “solidarietà e giustizia sociale”.
Sul Patto di Responsabilità, è tornato lo stesso Hollande sottolineando come “il rilancio della Francia in Europa deve passare per un rilancio nazionale”. Secondo il presidente della Repubblica, la strada da seguire è quella della produzione nazionale: “Produrre di più e meglio – ha spiegato – su territorio nazionale e concentrandosi su nuovi mercati”. Indicando l’industria energetica come il settore su cui investire, per garantire al paese un futuro di indipendenza dal petrolio e dal nucleare.
Per il suo discorso di insediamento, Valls ha parlato di riforme strutturali, non di austerità. Tra gli intenti, tagliare i costi delle amministrazioni, prevedendo di dimezzare le regioni entro il 2017 ed eliminare le province per il 2021. Sgravi fiscali sono previsti anche per le aziende: una riduzione delle imposte al 28% nei prossimi sei anni e l’abolizione dei contributi sociali in ancora più breve tempo.
Nominato una settimana fa, il nuovo esecutivo si compone di otto i ministri e otto ministre. Le Finanze sono ancora Michel Sapin, molto vicino a Hollande, mentre Lourent Fabius resta agli Esteri. Tra le conferme, quella alla Giustizia di Christine Toubira, di Jean-Yves Le Drian alla Difesa, Marisol Touraine per gli Affari Sociali e di Aurélie Filippetti alla Cultura. Al ministero dell’Interno, al posto del nuovo premier, va Bernard Cazeneuve, finora ministro del Bilancio. Arnoud Montebourg, della sinistra socialista, ha ricevuto l’incarico dell’Economia. Segolene Royale torna in Parlamento, scelta per il dicastero dell’Energia e dell’ecologia dopo la rinuncia dei verdi a fare parte del nuovo governo. L’Educazione è stata affidata a Benoît Hamon ed il Lavoro a François Rebsamen.
A loro, quindi, il compito di invertire la politica stagnante degli ultimi anni.
Una risposta
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