Live Arts Week III

Tempo di lettura 3 minuti

Si è conclusa a Bologna la terza edizione del festival dell’arte contemporanea

di Silvia Cresci

fonte immagine: gagarin-magazine.it

fonte immagine: gagarin-magazine.it

Si è conclusa ieri la terza edizione del festival Live Arts Week, che ha avuto come sede principale gli spazi del MAMbo, il Museo d’arte moderna di Bologna.

La rassegna, curata dal network Xing e in particolare dai due direttori artistici Daniele Gasparinetti e Silvia Fanti, si concentra ormai dal 2012 su diversi aspetti della cultura contemporanea e sulle forme di espressione artistica che la caratterizzano.

Anche quest’anno, dunque, proprio come nelle due precedenti edizioni, nell’arco di una settimana, da martedì 8 a domenica 13 aprile, si sono susseguite performance di vario tipo, dal cinema sperimentale alle installazioni, dai film d’artista ai live media, per un programma interamente incentrato sulle opere dal vivo.

Gli artisti hanno avuto modo di presentare i propri lavori, in alcuni casi in anteprima assoluta per l’Italia. Una delle performance più innovative è stata quella proposta al MAMbo in apertura della rassegna, intitolata Nervous Magic Lantern e firmata da Ken Jacobs, accompagnato per l’aspetto sonoro da Aki Onda, uno dei massimi rappresentanti della musica d’avanguardia. Prodotto d’eccellenza del cinema sperimentale, è questo un vero e proprio film, realizzato però senza pellicola e senza attori.

Alcune iniziative collaterali sono state ospitate nelle altre due sedi della manifestazione, la Biblioteca Salaborsa e il Cinema Lumière.

Proprio in biblioteca non si poteva che trattare il tema della lettura, attraverso il progetto Time has fallen asleep after sunshine del norvegese Mette Edvardsen, che ha creato una sorta di catalogo di libri viventi, liberamente “consultabili” dagli utenti dopo averne effettuato richiesta.

Tra le programmazioni del Cinema Lumière ha trovato spazio anche la video installazione The Joycean Society di Dora Garcia, già presentata alla Biennale di Venezia del 2013 e incentrata sull’analisi del comportamento di un gruppo di persone che leggono e cercano di interpretare il libro Finnegans Wake dello scrittore irlandese James Joyce.

fonte immagine: xing.it

fonte immagine: xing.it

Tra gli italiani che hanno preso parte a questo festival dal carattere internazionale, Canedicoda, grafico, designer, artista visivo e sonoro, ha presentato Processo al Mochi/The size of a green pea, un video-giardino costituito da una selezione tratta da un insieme di più di 2000 video YouTube collezionati negli anni dall’artista e suddivisi in sei tematiche, una per ciascun giorno della rassegna bolognese.

Per chiudere la manifestazione al MAMbo nella serata di domenica è stata infine scelta la sound performance Rashad Becker plays traditional music of notional space, del musicista di origini siriane Rashad Becker, presentata per la prima volta al pubblico italiano proprio in questa occasione.

Potrebbero interessarti anche...

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, scrivi a ghigliottina.it@gmail.com. Cookie Law

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie necessari al funzionamento ed utili alle finalità illustrate nella cookie policy. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, scrivi a ghigliottina.it@gmail.com.

Chiudi