Jackson Pollock e Michelangelo dialogano a Firenze
Inaugurata la mostra che accosta Michelangelo a Pollock, all’insegna della figura della furia
di Silvia Cresci
La “figura della furia” è l’elemento conduttore della mostra che la città di Firenze dedica in questi giorni a Jackson Pollock, genio indiscusso dell’arte del XX secolo. L’esposizione si contraddistingue per la sua impostazione, volta non solo a mettere in mostra alcune opere di Pollock provenienti da musei internazionali e collezioni private, ma anche ad approfondire il legame dell’artista con il maestro del Rinascimento italiano, Michelangelo Buonarroti, di cui ricorrono quest’anno i 450 anni dalla scomparsa.
Proprio in quest’affiancamento va ricercata l’originalità di una mostra che non vanta un gran numero di opere esposte – sono in tutto soltanto 16 – ma che per la prima volta in assoluto va ad accostare due maestri dell’arte vissuti in due epoche estremamente diverse, le cui similitudini sono tuttavia sorprendenti. Pollock, d’altra parte, conosceva benissimo le opere di Michelangelo, e aveva avuto modo di studiarne le peculiarità negli anni del suo apprendistato, quando si impegnava a riprodurle ma anche a superarle, nella ricerca di un suo personale modo di esprimersi.
Ecco dunque che proprio la “figura della furia”, intesa come una forma di dinamismo che conferisce forza alle singole figure, emerge come elemento caratterizzante dell’arte di entrambi.
Da una parte abbiamo Michelangelo e la “furia” dei corpi da lui creati, mentre dall’altra troviamo un Jackson Pollock per il quale la “furia” è da attribuire alla sua stessa figura nei momenti in cui era intento a dipingere. Egli rifiutò infatti l’uso del cavalletto per dare libera espressione alla propria creatività, su tele di grandi dimensioni distese direttamente sul pavimento e intorno alle quali l’artista poteva muoversi senza problemi.
Alle due sedi scelte per ospitare la mostra, cioè Palazzo Vecchio e il Complesso di San Firenze, corrispondono due finalità ben precise dei curatori, Sergio Risaliti e Francesca Campana Comparini.
Palazzo Vecchio, infatti, accoglie le opere di Pollock permettendo di accostarle direttamente a uno dei capolavori di Michelangelo, Il Genio della Vittoria, che si conserva proprio all’interno dello storico edificio, nel Salone dei Cinquecento. Qui, tra i sedici lavori del fondatore dell’Action Painting giunti un po’ da tutto il mondo, ritroviamo tra gli altri il celebre Earth Worms, olio su tela del 1946 concesso in prestito dal Museum of Art di Tel Aviv, nonché una serie di disegni dal Metropolitan Museum of Art di New York che mostrano un’attenzione all’elaborazione del corpo umano sensibilmente influenzata dalle figure create da Michelangelo.
Al complesso di San Firenze, invece, si punta sulla multimedialità e sull’aspetto didattico della mostra. Suoni, immagini, filmati ed esperienze sensoriali, come quella che permette di attraversare letteralmente una tela dell’artista, consentono al visitatore di avvicinarsi più direttamente all’arte di Pollock e di farsi un’idea concreta del suo modo di lavorare.
Jackson Pollock. La figura della furia
Firenze, Palazzo Vecchio e Complesso di San Firenze
Dal 16 aprile al 27 luglio 2014
Orari Palazzo Vecchio: 9.00 – 24.00 (tutti i giorni); 9.00 – 14.00 (giovedì)
Orari Complesso San Firenze: 10.00 – 20.00; 10.00 – 14.00 (giovedì)
Biglietto: 12 € (intero); 9 € (ridotto)