Tiziano Panici e Vanessa Scalera protagonisti di “Good with people” di David Harrower
Una comune vicenda che la drammaturgia d’altissima qualità sa far diventare un’indagine etica, intelligente e senza giudizio, sull’agire dell’uomo. In scena fino al 18 maggio al Teatro Argot Studio di Roma
di Angela Telesca
La nostra continua ricerca e attenzione verso le espressività più innovative e di qualità non può non ritornare nel famoso spazio off di Trastevere, il Teatro Argot, che chiude la sua programmazione 2013/2014, intitolata Prove di volo, dedicata alla contemporaneità d’alta qualità e alla giovane drammaturgia,con lo spettacolo Good With People, scritto dallo scozzese David Harrower, uno dei drammaturghi più promettenti della scena britannica.
A confrontarsi con il testo, direi ad armi pari, Tiziano Panici, ottimo interprete e anche regista dello spettacolo, giovane ma promettente, con il quale ha debuttato già lo scorso anno a Trend, rassegna dedicata alla scena britannica contemporanea.
Una linea registica essenziale ma ben studiata, che sa meravigliare e catturare, con funzionali espedienti semplici e innovativi.
A scena aperta, come esige il teatro d’innovazione, giochi di luce e di proiezioni essenziali disegnano i luoghi, gli spazi d’azione, evocano l’ambiente cittadino, il mare e lo scorrere inesorabile delle ore.
Siamo nell’Hotel Vista sul mare, a Helensbourgh, una piccola cittadina scozzese, famosa per la sua base marina e nucleare, dall’apparente tranquillità che cela segreti e nasconde tensioni e conflitti individuali e sociali. Cos’è giusto e cosa no? Chi sono i buoni e chi i cattivi? Chi sono io? Come agisco? Agisco? Ecco gli interrogativi e le accuse che rivolgono a loro stessi i protagonisti di una vicenda piuttosto comune.
Con i capelli rossi spettinati, Evan Bold, l’ex bullo, l’incubo di Jack Huges, sfrontato e irriverente. Libero. Ribelle. Senza limiti e condizionamenti, oggi è un caposala volontario della Croce Rossa. Dopo una missione in Pakistan ritorna ad Helensbourgh e nel suo zaino porta solo il proprio “J’accuse”, le parole di Émile Zola, che liberarono lʼ ufficiale francese Dreyfus dalle accuse mosse a suo carico in uno dei più famosi casi giudiziari della storia europea.
Come un colpo di pistola. Come un fulmine a ciel sereno, Evan prende una camera nell’hotel gestito da Helen Huges, madre di Jack Huges, (interpretata in maniera eccellente dalla bellissima Vanessa Scalera) per “cambiare il proprio destino” e quello della signora.
Davanti a lei, giocando con un’intelligente e ironica assonanza, Evan sferra il proprio “J’accuse” nei confronti di Jack Huges e della sua famiglia. Quelle parole si impongono immediatamente come un atto di auto-accusa e di accusa, che dopo anni ribaltano gli esiti di un avvenimento passato troppo scomodo, da dimenticare, di cui vergognarsi.
Evan vorrà assolversi dalla colpa del torto inflitto al giovane Jack?
Anche.
In realtà Evan riporta tensione, rimescola le carte di un gioco imbarazzante che coinvolse l’allora ragazzi e la rispettabilità delle proprie famiglie, emblemi del conflitto tra la città borghese e le famiglie, “ospiti indesiderati”, dei marinai della base nucleare costruita nella città.
Helen è costretta a vedere riaffiorare ricordi inquietanti e volutamente rimossi.
Il colpevole, il bullo accusa la madre della vittima, obbligandola a mettere in discussione se stessa, la sua altezzosità e presunzione borghese, la propria vita, i propri valori familiari, il rapporto con il figlio, con il marito e con la sua città.Con la sua tempesta interiore, Evan scombina il fragile equilibrio di Helen, sempre più affascinata dalla personalità del giovane fino a decidere di seguirlo. Il loro confronto è perdono.
Il finale è aperto. Dove andranno? Andranno insieme?
Dopo il celebre Blackbird, David Harrower, torna ad affronta il tema della colpa individuale e sociale con un serrato dialogo, un “passo a due” danzato sul filo dell’ambiguità e degli interrogativi.
Intelligente. Piacevole. Mai scontato. Tra accenni di ironia amara e leggera, si presenta come un’indagine “morale”, senza risposte, senza giudizi, tra accusa e discolpa che lascia il pubblico nella difficoltà di attribuire un valore etico alla vicenda narrata, entrando sapientemente in empatia ora con l’uno ora con l’altro protagonista.
TEATRO ARGOT STUDIO
GOOD WITH PEOPLE
di David Harrower
6 – 18 MAGGIO 2014
un produzione Ar.Té_Teatro Stabile d’Innovazione
in collaborazione con ArgotStudio e con
TREND – nuove frontiere della drammaturgia britannica XII edizione
traduzione di Natalia di Giammarco
con Vanessa Scalera/nel ruolo di Helen
Tiziano Panici/ nel ruolo di Evan
regia Tiziano Panici
progetto visivo Andrea Giansanti
musiche originali Marco Scattolini
costumi ed elementi di scena Marta Genovese
disegno luci Giuseppe Filipponio
con il contributo artistico di Alice Spisa e Francesco Frangipane
Teatro Argot Studio
Via Natal del Grande, 27, Roma
Tel. 06.5898111
www.teatroargotstudio.com