“Roma caput tennis”: ecco gli imperatori della racchetta agli Internazionali 2014
Al Foro Italico edizione n° 71 di un appuntamento sempre più ricco e nevralgico all’interno del calendario mondiale ATP e WTA. Caccia aperta a Nadal e Serena con tutti i grandi nomi presenti: tra gli uomini unici assenti Del Potro e Gasquet, dubbio Federer. Tra le donne out solo la Azarenka
di Paolo Pappagallo
su Twitter @paul_parrot
Tutte le strade portano a Roma. Solo alcune però conducono ad una prospettiva mozzafiato nel cuore sportivo dell’Urbe, dove il rosso della terra dei maestri si combina con le sfumature marmoree degli impianti simbolo dell’atletismo tricolore ai massimi livelli. Un telaio d’eccezione per un evento che, di anno in anno, acquista sempre più spessore tra i protagonisti in campo e vigore grazie ad un pubblico adorante, in costante ascesa di presenze ed entusiasmo (+33% sulle prevendite a poche ore dal kick off dell’edizione di quest’anno).
Altro che “pacchetto di salatini” a pochi giorni dall’appetitoso Slam terricolo, il secondo stagionale, sul red carpet parigino del Roland Garros. Gli Internazionali BNL d’Italia, giunti quest’anno alla 71a edizione e in programma da sabato 10 a domenica 18 maggio, hanno piena dignità da cena di Trimalcione nel calendario tennistico internazionale. Non a caso, i commensali sono tutti di primissimo livello – come ranking mondiale impone – con numerosi recuperi ad hoc, in tempo per l’unica tappa italiana di ATP Masters 1000 e Wta Premier. Perché, nel quarto anno consecutivo della versione combined, con uomini e donne in campo simultaneamente nell’arco del torneo, a Roma vogliono esserci davvero tutti. Maestri e seguaci. E Rafa Nadal e Serena Williams, ultimi usufruttuari del triclinio sul rosso capitolino sono avvertiti: per uscire anche quest’anno a pancia piena dal Centrale sarà necessario soffocare famelici ardori avversari sempre più incontrollabili.
HUMAN AFTER ALL – Guai, quindi, a sfoggiare la sicumera da consumati boomakers dalla puntata facile: mai come in questa edizione, negli ultimi anni, la margherita dei papabili è tutta da sfogliare, turno dopo turno, al di là delle facili nomination e dei volti dei protagonisti più “instagrammabili” all’ombra di Monte Mario.
In altre annate, perfino Muzio Scevola non avrebbe esitato a rimettere in gioco le proprie falangi sul fuoco al cospetto del cannibale del rosso, il più forte terricolo di sempre nonché ex ed attuale numero 1 del mondo: Rafael Nadal da Manacor, ça va sans dire. Eppure lo spietato sette volte re di Roma (dal 2005 allo scorso anno, con l’eccezione di 2008 e 2011), il mancino dal 93,2% di successi in carriera sul clay e uomo da battere designato nella settimana capitolina, quest’anno pare meno quell’inaffondabile corazzata, degna della Invencible Armada, ammirata nelle ultime stagioni al netto degli stop per i problemi al ginocchio. Allarmismi da strillone di periferia? Non proprio a leggere i dati delle ultime apparizioni di quest’anno, dopo il successo a Rio de Janeiro. Dal 2005 ad oggi, in dieci stagioni, il maiorchino aveva centrato in otto occasioni l’ambata Montecarlo-Barcellona: quando gli era andata male aveva trionfato o solo nel Principato (2010) o solo in terra catalana (2013). Per questo, le sconfitte rispettivamente nei quarti del torneo monegasco contro Ferrer (poi sconfitto da Wawrinka) e il k.o., ancora nel terzultimo atto, contro Almagro (a sua volta fermato da Giraldo) nel 250 di casa sono segnali, se non da sottovalutare, perlomeno inediti nel diagramma di flusso del “Signore in Rosso”.
CI VUOLE UN FISICO BESTIALE – Alle spalle dello spagnolo, l’esercito dei challenger vive a sua volta di interrogativi, decisamente più sul piano fisico che su quello puramente amletico. Nel primo caso, occhi puntati in primis sulla condizione di Nole Djokovic, l’unico in grado di turbare le vacanze romane di Nadal negli ultimi 9 anni, ma al rientro proprio nella Capitale dopo lo stop forzato tra Montecarlo e Madrid per i problemi al polso destro. Difficile valutare la reale condizione del serbo, ma nel suo caso Roma potrebbe inevitabilmente scivolare di un gradino, nella scala delle priorità, rispetto all’Open di Francia al via il prossimo 25 maggio. Questo nonostante i punti da difendere, per il numero 2 del ranking, siano decisamente inferiori alle 4.000 lunghezze in scadenza per Rafa, che senza almeno un titolo tra Roma e Parigi potrebbe riconsegnare la prima posizione mondiale proprio nelle mani di “Djoker”:
Chi invece, da uomo di polso, dovrà sicuramente marcare visita all’appuntamento nel Belpaese è Juan Martin Del Potro:ancora troppo fresca l’operazione di fine marzo a radio e ulna del braccio sinistro per rientrare nel circuito. Schiena e inguine sono invece responsabili, rispettivamente, dei forfait romani del numero 11 Gasquet e del 35 Florian Mayer.
GEMELLI DIVERSI – Situazione complessa invece in casa Svizzera. Se, da una parte, “Stan-the-man” Wawrinka, già finalista nel 2008, oscilla tra le prodezze di Melbourne e Montecarlo ed eliminazioni inopinate – l’ultima a Madrid contro il talento austriaco Thiem all’esordio – dall’altra è il mito di Basilea e pupillo del pubblico capitolino, Roger Federer, a tenere tutti con il fiato sospeso. Fresco papà dei gemelli Lenny & Leo e protagonista di una prima parte di nuova stagione su livelli nuovamente incoraggianti, il “Re” non ha ancora deciso se rimanere a godersi i nuovi arrivati in famiglia, disertando Roma al pari di Madrid, o se tentare di regalarsi sull’onda dell’entusiasmo il primo alloro in carriera al Foro Italico. A maggior ragione in un 2014 finalmente – sinora – lontano dagli imbarazzi della scorsa stagione.
Altri nomi? Occhio agli stakanovisti Ferrer e Berdych e magari pure a Murray, voglioso di riscattarsi agli occhi dello scettico pubblico nostrano. Tra i super outsider, da segnalare l’ucraino Dolgopolov,in ascesa e in palla ormai da un bel pezzo, l’imprevedibile lettone Gulbis, il sorprendente colombiano Giraldo… Fognini merita un discorso a parte.
SERENDIPITY – Entrare nel territorio delle quote rosa, d’altro canto, significa scontrarsi in particolare con il più lapalissiano e marzulliano degli interrogativi: chi fermerà Serena Williams? Anche qui però le stagioni cambiano e se la bombastica numero uno mondiale è ben lontana dall’imbiancarsi (a livello tricologico, si capisce viste le quasi 33 primavere compiute), anche qui il sospetto di poter assistere a qualche pronostico non così pleonastico nel tabellone femminile cresce osservando la prima parte di stagione sul veloce. Il curriculum nudo e crudo di Serena nel nuovo anno parla di 2 tornei vinti su 5 sinora disputati: vittorie a Brisbane e Miami su Azarenka e Na Li, sconfitte a Melbourne (negli ottavi contro la Ivanovic), Dubai (in semifinale con la Cornet) e a Charleston (addirittura al secondo turno contro la Cepelova). Se non è record negativo, poco ci manca. Un anno fa al Foro Italico, la Williams aveva travolto come uno tsunami tutto e tutti, non concedendo più di 3 giochi a set e sterminando in poco più di un’ora la Azarenka nell’atto finale.
Proprio la bielorussa, numero 4 del mondo, sarà la grande assente della kermesse femminile romana. L’infortunio al piede destro, che continua a tediarla da inizio anno, le impedirà di ripresentarsi come contendente principale dello scettro WTA sul Centrale. Su chi puntare le proprie fiches come anti-Williams? La classifica suggerisce in primis la cinese Li e la polacca Radwanska, che del gioco di livello fanno la loro arma principale. L’asiatica in particolare, sconfitta due anni fa al tie-break da Maria Sharapova – già due volte campionessa agli Internazionali, un’altra evidentemente da tener d’occhio… – sembra avere le carte in regola per portare in auge il made in China anche tra i marmi del Foro. A meno che proprio la Sugarpova o qualche X Factor dell’Est Europa – l’esplosiva Halep, semifinalista lo scorso anno o l’esperta Kvitova – non si frappongano a sorpresa tra la lupa romana e il dragone orientale.
ALLA RICERCA DEL SENNO PERDUTO – Concludere analizzando prospettive e speranze della pattuglia tricolore ai nastri di partenza del Master di casa, vuol dire volenti o nolenti sconfinare in analisi dal sapore psicologico. Perché, senza voler mancare minimamente di considerazione per le sorelle d’Italia Errani e Vinci, alla ricerca dell’alloro in doppio e di gloria personale nel singolare – con Sarita che dovrà difendere la semifinale 2013 – e oltre a Pennetta e Seppi, che ci auguriamo rispettivamente in forma Indian Wells e Roma 2012, molto ruota attorno allo stato (imprevedibile) di forma mentis di Fabio Fognini. Definirlo il Balotelli della racchetta forse non basta più per comprendere l’enorme mole di contraddizioni che ristagna all’interno del numero 15 del mondo. Qual è il Fogna che vedremo a Roma? Lo splendido carnefice di Murray in Coppa Davis a Napoli o l’imbarazzante e isterico Mr. Hyde di Montecarlo contro Tsonga? Se due indizi fanno una prova, la finale di Monaco di Baviera contro Klizan non conforta particolarmente in vista del torneo di casa. Occhio, Fabio. Perché anche per te il pubblico romano “po esse fero e po esse piuma”.
(fonte immagini: sky.it, repubblica.it, tennis.it)