L’ "Urban Solitude" di Wenders
In mostra al Palazzo Incontro di Roma le fotografie del filmmaker tedesco
di Silvia Cresci
Non è la prima volta che Ernst Wilhelm Wenders, in arte Wim Wenders, espone in Italia. Una delle sue mostre fotografiche di maggior rilievo si tenne a Roma otto anni fa, quando le Scuderie del Quirinale ospitarono le sue Immagini dal Pianeta Terra.
Oggi come allora, ad andare in mostra nella Capitale sono gli scatti di Wenders che ne raccontano l’attività di fotografo, sempre portata avanti in parallelo con quella principale di filmmaker, che gli ha dato fama internazionale come uno dei massimi esponenti del Nuovo Cinema Tedesco.
Il regista de Il cielo sopra Berlino e Paris, Texas, presenta al Palazzo Incontro Urban Solitude, un’esposizione che raccoglie 25 fotografie tratte dalla serie Places, Strange and Quite. Si tratta di foto scattate da Wenders nell’arco di un ventennio, dal 1983 al 2011, in giro per il mondo, dalla sua Germania alla Russia, dal Giappone all’Australia, dagli Stati Uniti all’Armenia.
Dice Wenders che “quando si viaggia molto e quando si ama girovagare fino a perdersi si può finire nei punti più insoliti” e sono proprio questi luoghi particolari che attirano la sua attenzione e lo portano a immortalare aspetti di una realtà urbana in cui l’uomo appare assente ma ha lasciato tracce indelebili del suo passaggio.
È la memoria, uno dei temi più amati da Wenders anche nel cinema, che qui è intesa come retaggio di una presenza umana percepibile esclusivamente dai segni rimasti nel tempo.
Acerrimo nemico del digitale e della virtualizzazione che tale tecnica ha portato con sé, Wenders scatta ancora in analogico, ed è così che sono state realizzate le stampe in grande formato esposte in questi giorni a Palazzo Incontro.
Gli haiku che accompagnano ciascuna immagine, invece, non sono altro che considerazioni personali di Wenders, impressioni suscitate al momento da quei luoghi che egli si accingeva a immortalare e che aiutano l’osservatore a comprendere il senso più profondo di ogni scatto.
Ecco dunque che troviamo un cortile desolato dietro la caotica Piazza Puskin di Mosca, il cimitero di Tokio e ancora una casa berlinese che riporta indietro direttamente al tempo della DDR.
Sempre a Berlino, capitò a Wenders di immortalare i segni dei fori di proiettile della Seconda Guerra Mondiale ben evidenti sulla parete di un edificio. Una foto come tante altre, quest’ultima, che riveste però un significato profondo, se si pensa che oggi, a un ventennio da quello scatto quasi casuale, tutto è cambiato e quell’immagine, come spiega lo stesso Wenders, non ha fatto altro che fermare il tempo.
Wim Wenders. Urban Solitude
Roma, Palazzo Incontro
Dal 18 aprile al 6 luglio 2014
Orari: 11.00-19.00 (martedì-domenica)
Biglietto: 8 € (intero); 6 € (ridotto)