"Romeo and Juliet post scriptum" in scena al Teatro dell'Orologio
In prima nazionale lo spettacolo della giovane svedese Annika Nyman. Dal Festival dei due Mondi di Spoleto al teatro romano in scena una coraggiosa rilettura della storia d’amore shakespeariana
di Angela Telesca
E se la tragedia d’amore più famosa della storia del teatro avesse un altro finale?
Se Romeo non si fosse ucciso alla vista della bella Giulietta apparentemente morta? E se Giulietta non si fosse pugnalata poi non sopportando il dolore del suicidio del suo amato? Cosa ne sarebbe di loro? Delle loro vite? Del loro amore? Sarebbe per l’eternità?
La giovane scrittrice svedese Annika Nyman prova, con audacia, a cambiare il tragico finale shakespeariano, immaginando un post scriptum convincente, tanto da aggiudicarsi la partecipazione al Festival dei due Mondi di Spoleto nel 2013 nella sezione European Young Theatre.
Il confronto con un classico eterno ha creato un testo intelligente e avvincente, non scontato, serrato e quanto mai quotidiano, nel linguaggio e nelle psicologie dei due protagonisti, che ha appassionato e convinto anche Georgia Lepore che firma la regia e la traduzione per la prima volta in lingua italiana di Romeo and Juliet post scriptum in prima la prima nazionale al Teatro dell’Orologio – Sala Gassman di Roma fino al 1° giugno, con l’interpretazione di due giovani attori molto promettenti: Selene Gandini e Giovanni Anzaldo.
Alla conferenza stampa del 17 maggio alla Caffetteria Bistrot L’800, l’autrice dichiara il suo intento di parlare dei due innamorati per verificare cosa poteva succedere se fossero stati insieme e avessero conosciuto i loro aspetti negativi superando le idealizzazioni, sperimentando il loro rapporto che Shakespeare ha voluto sublime e vissuto effettivamente con pochi punti di contatto nella quotidianità.
Annika fa vivere sulla scena questa storia con carne e sangue. Un amore fisico e combattuto, essenziale, coraggioso e rabbioso, nato dalla morte, dal sangue versato.
Un amore giovane e scevro da platoniche considerazioni, nato da un gesto violento, l’uccisione di Paride, promesso sposo di Juliet, le cui conseguenza vanno affrontate.
Una corda li lega per tutta la durata dello spettacolo.
Un gioco di avvicinamenti e allontanamenti.
È la corda dell’amore e non solo. Della morte, di un segreto condiviso, di un passato familiare di odio e violenza da cui vogliono scappare e di un nuovo piano.
Dopo il veleno suggerito da Padre Lorenzo, i due innamorati condividono il progetto/desiderio della fuga su un’ isola deserta dove amarsi alla follia per sempre da soli.
Nulla in scena se non loro due, in jeans e t-shirt.
Romeo e Juliet sono due ragazzi di oggi, contemporanei nel linguaggio e nei pensieri, nel modo di amarsi e di parlarsi, prigionieri di un’attrazione fisica che abbatte l’odio atavico che li separa e che ribalta l’amore idilliaco tradizionale che conosciamo.
Sono finalmente insieme, da soli con tutta la vita davanti, con una storia d’amore da vivere. Il destino è nelle loro mani ma una scelta va fatta.
Fuggire per amarsi o amarsi rimanendo a casa? Uno di fronte all’altro, si studiano e iniziano a conoscersi realmente.
In scena ad accompagnarli come antagonisti della loro scelta sono le paure, le ossessioni, i difetti caratteriali. Litigi, incomprensioni, giochi, gelosi e, dubbi. È una storia reale, vera, giocata tra ironia e picchi di drammaticità. Nel confronto con le conseguenze del loro gesto, si conosceranno e li conosceremo davvero.
Romeo si mostra fifone, avvolto da mille dubbi, insicuro sul da farsi e tremendamente razionale, condizionato dall’imprinting familiare, Juliet arrabbiata con la vita, apparentemente forte, spregiudicata e irriverente, è tutta istinto.
Il desiderio di andare via di casa, di allontanarsi dall’ipocrisia violenta e aggressiva del potere delle loro famiglie avrà la meglio?
Fuggiranno insieme? L’entrata in scena di un simpatico squalo gonfiabile ci catapulta immediatamente con l’immaginazione sull’isola che desideravano raggiungere.
Un profondo e appassionato bacio suggella un lieto fine d’amore eterno, in vita, e non più sono in morte.
“Romeo and Juliet post scriptum”
di Annika Nyman
Sycomore T Company
Selene Gandini
Giovanni Anzaldo
Traduzione e regia di Georgia Lepore
Aiuto regia Emanuela Liverani
Teatro dell’Orologio – Sala Gassman
Via dè Filippini, 17/a, 00186 Roma
Giorni e orari spettacoli: 20, 21, 22, 23 maggio ore 21,30
24, 25 e 26 maggio riposo
dal 27 maggio 31 maggio ore 21,30
1° Giugno ore 18,00
Biglietti: 12 euro intero, 8 euro ridotto. Tessera associativa.