L’Europa dopo le Europee
Chiusa la parentesi elettorale, è venuto il momento di tirare le somme: chi ha vinto è chiaro, chi ha perso un po’ meno. Cosa ci attende ora? Chi farà il bello e il brutto tempo in Europa e, soprattutto, come?
di Andrea Rosiello
Il dato italiano – Non ci sono dubbi: il vincitore delle ultime elezioni per il rinnovo del Parlamento europeo è il Partito Democratico guidato dal neo Presidente del Consiglio Matteo Renzi. Il PD non solo ha travolto gli avversari politici di sempre (Forza Italia, AN, UDC/NCD, etc.) ma ha battuto, doppiandolo, il Movimento pentastellato del comico genovese, grande favorito fino a poche ore prima delle votazioni.
Una vittoria tale (40,82% delle preferenze[1]) da permettere ai 31 candidati democratici, su 73 parlamentari italiani eletti, di partire (o in alcuni casi di tornare) a Bruxelles.
Ad accompagnarli ci saranno i 17 “volti nuovi” del Movimento 5 Stelle, i 13 fedeli del Cavaliere, i 5 leghisti guidati da Matteo Salvini (per alcuni il vero vincitore di queste elezioni), 3 candidati dell’Altra Europa per Tsipras e 3 per la coalizione Nuovo Centro Destra – Udc del duo Alfano – Casini. Anche l’Svp (Sudtiroler Volkspartei) è riuscito a far eleggere un proprio rappresentante[2].
Vincitori e vinti nel resto d’Europa – Il Partito Socialista Europeo (PSE), del quale fa parte il Partito Democratico, è arrivato secondo dietro al Partito Popolare Europeo (PPE), come nelle precedenti elezioni, conquistando questa volta 190 seggi (nel 2009 erano stati 195).
Del PPE, il gruppo europeo afferente al centro destra, che ha ottenuto più seggi in questa tornata elettorale, hanno fatto parte Forza Italia, Nuovo Centrodestra e Udc, SVP, Popolari per l’Italia.[3]
Ciò nonostante, il Partito Popolare Europeo (PPE) ha perso molto terreno rispetto alle precedenti elezioni: se nel 2009 aveva ottenuto ben 274 seggi su 751, dopo questa competizione elettorale è sceso a quota 213 seggi.
I grandi gruppi europei, nonostante sia aumentata l’affluenza alle urne per le elezioni europee, hanno pagato il prezzo delle molte scelte in materia di Austerity degli ultimi anni. In particolare il PPE che ha, di fatto, governato l’Europa negli ultimi cinque anni.
E’ andata male anche agli altri gruppi europei: l’ALDE (l’Allenza dei Democratici e dei liberali per l’Europa) storico terzo gruppo politico europeo, è passata dagli 84 del 2009 ai 64 seggi della scorsa settimana; i Verdi hanno perso 6 seggi passando a 52. Stessa cosa per i conservatori, che vedono sparire sotto i loro occhi 11 seggi rispetto al 2009.
I veri vincitori di questa tornata elettorale sono i partiti euroscettici, nazionalisti e populisti[4] (tra i quali Alba Dorata, Le Pen, l’Ukip di Farange, il Movimento 5 Stelle di Grillo, gli indignados spagnoli guidati da Podemos, il partito neonazista tedesco Npd, la Lega di Salvini, ecc) che conquistano nel complesso ben 141 seggi al Parlamento europeo, 186 se si considerano i anche i seggi degli europarlamentari della sinistra radicale di Tsipras, un quarto dell’intero Parlamento Europeo.[5]
Il peso dell’Italia in Europa – Dopo il forte ridimensionamento di Forza Italia e la pesante sconfitta degli altri partiti del Governo, è rimasto solo il PD a fare la parte del leone in Europa.
Forte dei suoi 31 deputati su 190 il Partito di Renzi è la prima forza politica del PSE, davanti ai deputati tedeschi del SPD (27 seggi), ai laburisti inglesi (20 seggi) e ai socialisti francesi (13 seggi).
Un peso che, complice anche il semestre di presidenza italiana dell’Ue, potrebbe rivelarsi utile per conquistare un incarico pesanti tra quelli al momento in gioco: il presidente del Parlamento, il presidente del Consiglio europeo, il presidente della commissione Ue e il rappresentante della politica estera. Oltre, ovviamente, ad un Commissario “di rilievo”.
Il Presidente del Consiglio, in settimana a Bruxelles per la prima riunione del PSE, si è detto sicuro che sarà un italiano ad occupare una delle quattro suddette cariche anche se, ha precisato che “il punto è che l’Italia non deve preoccuparsi di portare un italiano, deve preoccuparsi delle politiche che si fanno”.[6]
Nel caso in cui il PD ottenesse la Presidenza del Parlamento Europeo, è quasi sicuro che la scelta ricadrà sull’ex primo Vicepresidente del Parlamento Europeo (il Parlamento ne ha 14), Gianni Pittella, forte delle due 234mila preferenze personali (2° eletto nel PD in tutta Italia) nonché della sua consolidata esperienza politica europea (europarlamentare dal 1999 è al suo quarto mandato).
Un compito non certo facile per Matteo Renzi anche perché, nonostante l’indubbio peso del PD nel PSE, è ancora il PPE della Merkel il primo gruppo europeo. E la Merkel anche da questa tornata elettorale è uscita vincitrice.
Note
[1] http://www.partitodemocratico.it/doc/268425/risultati-elettorali-europee-2014.htm
[2] http://www.today.it/politica/elezioni/europee-2014/eletti.html
[3] http://www.europarl.europa.eu/meps/it/search.html
[4]http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/05/26/elezioni-europee-2014-i-risultati-il-front-national-di-le-pen-primo-partito-in-francia/999861/
[5]http://www.agi.it/politica/notizie/201405271206-pol-rt10093-europee_vincono_estremisti_e_populisti_ppe_61_seggi_pse_5
[6]http://www.agi.it/politica/notizie/201405270738-pol-rt10007-renzi_a_bruxelles_si_cambia_passo_parte_il_risiko_delle_nomine
(fonte immagine: www.caffenews.it)