L'abdicazione del Re di Spagna
Juan Carlos I ha lasciato il trono abdicando in favore del figlio Felipe, che oltre alla corona riceve in eredità una serie di scandali
di Maria Bonillo Vidal
Il 2 giugno 2014 è già una data storica, per i cittadini spagnoli: re Juan Carlos I de Borbón ha deciso di abdicare in favore del figlio, il principe Felipe. La necessità di rinnovamento e di lasciare spazio ai giovani sono state le cause ufficiali della sua rinuncia, secondo quanto affermato dallo stesso monarca in un video registrato mesi fa e trasmesso su tutte le tv statali.
Pochi minuti dopo l’annuncio, il Paese era sconvolto. Juan Carlos ha regnato per 39 anni non proprio silenziosi, macchiati da alcuni scandali difficili da dimenticare per i “sudditi” di Spagna. Tra gli ultimi, la caccia di elefanti che il monarca ha fatto due anni fa in Botswana. Gli spagnoli non se ne sarebbero nemmeno resi conto, se in quel safari il Re non si fosse rotto l’anca.
In piena crisi economica, con sei milioni di disoccupati, con il livello di povertà infantile piú alto di Europa (secondo soltanto alla Romania), il capo dello stato se n’è andato a uccidere elefanti in Africa – oltretutto sembrerebbe sia andato la sua “amica speciale”. L’incidente del Re ha scatenato la necessità di inviare un aereo militare in piena notte, sorvolare cieli internazionali in segreto ed effettuare un’operazione d’urgenza in un ospedale privato di Madrid. In quel occasione, però, il Re ha chiesto scusa: “Mi dispiace tanto, non succederà più” – ha esclamato brevemente in un video.
Ma questo non è l’unico motivo per cui l’eredità che ha ricevuto il principe Felipe VI può considerarsi avvelenata. Uno dei casi di corruzione piú notevole degli ultimi tempi, il caso Nóos, è strettamente legato alla famiglia reale. Il genero del re Iñaki Urdangarin, marito dell’infanta Cristina (sorella di Felipe), sarebbe infatti accusato di malversazione di denaro pubblico – e di altri reati che si stanno ancora studiando.
Una parte della società spagnola ha chiesto a gran voce dei cambi nel modello statale. In parecchi non si sentono più rappresentati da una struttura votata all’epoca della “Transición” – l’era di passaggio dalla dittatura di Franco alla democrazia. Infatti la monarchia è stata restaurata solo perché lo ha deciso il dittatore, poco prima di morire. Questo è uno dei punti piú criticati del regno di Juan Carlos I, ma anche uno dei piú apprezzati: il re ha infatti impedito che scoppiasse una nuova guerra civile, 40 anni dopo quella che ha diviso il Paese in due.
Ciononostante, il fatto che sia stato il dittatore a decidere il futuro modello statale non suona bene a migliaia di spagnoli che, il giorno stesso in cui il re ha abdicato (e nel fine settimana successivo) sono scesi in piazza chiedendo la Repubblica – o per lo meno, l’opportunità di poter scegliere il proprio destino mediante un referendum. Al futuro Re di Spagna Felipe VI, la scelta se continuare con le vecchie tradizioni oppure aprire un processo democratico.