Solo gli amanti sopravvivono: al cinema il vampire-movie di Jim Jarmusch
In un’atmosfera apocalittica e ipnotica, la love story ultra centenaria di due vampiri dandy che provano a resistere alla decadenza che corrompe il genere umano. Il film del regista americano è stato in concorso alla 66esima edizione del Festival di Cannes
di Giusy Andreano
su Twitter @Giusy_Andreano
Non è un horror né un film sui vampiri. Non aspettatevi rimandi a Bela Lugosi e a Nosferatu o di vedere corone d’aglio e pipistrelli. I vampiri di Jim Jarmusch sono dei sofisticati intellettuali che si amano da secoli e che coltivano le proprie passioni culturali in un’atmosfera goth-chic. Sono belli e per niente spaventosi, piuttosto laconici ed enigmatici, con un’estetica un po’ alla Joy Division.
Il film narra la storia d’amore tra Adam (Tom Hiddleston) e Eve (Tilda Swinton) che provano a resistere alla bruttura crescente di un mondo in declino per colpa degli umani, alias gli zombie.
Adam, una vaga somiglianza con Gary Oldman (Dracula per Francis Ford Coppola), è un musicista underground con la passione delle chitarre antiche che vive in reclusione in una villa di Detroit, città simbolo della musica e del crollo del capitalismo. L’unico contatto col mondo esterno è per mezzo di Ian, il suo aiutante zombie. Eve invece ama i libri antichi, che legge voracemente nella sua casa di Tangeri. I due amanti, forti del loro amore, vivono separati, fino a quando Eve intuisce che deve ricongiungersi con Adam, sempre più depresso.
Essendo vampiri, i nostri vivono di notte e si nutrono di sangue, che non è più preso dal collo degli umani, “troppo XV secolo” e troppo rischioso, visto che gli zombie sono contaminati. Il sangue “puro” viene acquistato da Adam all’ospedale di Detroit, mentre Eve, a Tangeri, si rifornisce dal vampiro Christopher Marlowe (John Hurt).
Sangue come nutrimento ma anche come piacere, visto l’effetto estatico da sostanza psicotropa che produce.
Il film è magnetico, tutto giocato sulle atmosfere, con una storia rarefatta.
La novità irrompe con l’arrivo di Ava (Mia Wasikowska), sorella giovane e viziata di Eve, con la quale la coppia aveva chiuso i rapporti in maniera burrascosa una ottantina di anni prima.La capacità di gestire gli istinti non appartiene alla giovane vampira, perché immatura e dunque meno abile a reprime le pulsioni, cosa che determinerà un nuovo allontanamento di Ava e indurrà la coppia a trasferirsi a Tangeri, dove è diventato impossibile rifornirsi di sangue “puro”, al punto che l’amico Marlowe muore.
Questo tragico episodio, unito all’istinto di sopravvivenza, porterà Adam ed Eve a riconciliarsi con la loro natura più primitiva.
Tante le citazioni. Dal nome che Adam sceglie quando si traveste da dottore per comprare il sangue in ospedale, Dottor Faust, ai nickname che la coppia usa quando viaggia in aereo: lui quello di Stephen Dedalus dall’Ulisse di Joyce e lei la fitzgeraldiana Daisy Buchanan.
Le pareti della casa di Adam ospitano le foto di Franz Kafka, Oscar Wilde, Baudelaire, Billie Holiday, William S. Burroughs.
Dalle conversazioni tra i due fanno capolino i nomi di Copernico, Galileo, Darwin, che sono la miccia dello sdegno dei vampiri verso l’oscurantismo e la stupidità degli uomini.
Ci sono poi i personaggi che i due amanti hanno conosciuto nel corso delle loro vite centenarie, tra tutti Byron e Schubert.
Il film ha dei momenti comici, a suo modo, come quando strizza l’occhio ai codici del genere vampiresco: Adam che medita il suicidio e per farlo si fa costruire un proiettile di legno africano pregiato, altro che paletto di legno. Eve che prova a diversificare la cucina domestica proponendo ghiaccioli di Rh negativo.
Splendida la colonna sonora, premiata con il Cannes Soundtrack Award, realizzata dalla band dello stesso Jarmusch, Squrl, e il compositore Jozef Van Wissem.
Per i vampiri di Jarmusch Love won’t tears them apart.