Daily Fringe #oltreilteatro – VI puntata
Il Roma Fringe Festival seguito dagli inviati di Ghigliottina.it, media partner della manifestazione romana
Il fulmine nella terra. Irpinia 1980 (di Stefania D’Orazio)
Trent’anni fa. Pertini Presidente del Consiglio, Colombo ministro degli Esteri, Rognoni ministro degli Interni, Cabrini terzino della Juventus, Heather Parisi “ventenne sconosciuta” di Fantastico, Miguel Bosè vincitore del Festivalbar.
Il 23 Novembre 1980 alle 19.35 tutta l’Italia è riunita davanti alla partita Juventus-Inter, che è ferma sul 2-1. Nel calcio si vince e si perde, si sa! Ma in quel momento, una superfice di circa 17 mila chilometri e una popolazione che si aggira sui 6 milioni perde una partita con la vita. Anche nella vita di vince e si perde, si sa! Il terremoto svela una nazione impreparata, debole, crepata, letteralmente divisa in due. E tutto quello che rientra nella quotidianità come guardare una partita di calcio di domenica sera, finisce in soli 90 secondi. Che poi, 90 secondi sono tanti o pochi? Si possono contare i morti, i feriti, i dispersi, gli orfani? E se riusciamo a dare un numero a tutto ciò, vuol dire che è un evento che ci appartiene? Qualcosa che rientra nella razionalità umana?
Il testo, ricco, completo, si dispiega in un alternarsi di cronaca e riflessione, di dati, nomi, cognomi, numeri, ricordi di persone, prima che quell’evento terribile ponesse fine alla normalità. Dall’altra parte c’è l’Italia che continua a vivere, a cantare, a ignorare cosa stia realmente accadendo in quella zona che sembra realmente dimenticata da Dio. O che, grazie a Dio, proprio grazie al terremoto ha fatto sentire la propria voce, come un “siamo qui, ci siamo anche noi”. I primi ad arrivare sui luoghi colpiti sono i giornalisti, ma l’informazione è stata in ogni caso intermittente, confusa e imprecisa. I soccorsi, invece, arrivano troppo tardi, e troppo impreparati, senza mezzi utili. Rimane tanta indignazione, rabbia, e tanti tanti fantasmi, che da trent’anni a questa parte continuano ad aleggiare nelle menti dei sopravvissuti. Il 23 novembre è finito un mondo e ne è cominciato un altro: la ricostruzione seguita al disastro ha quasi cancellato del tutto la memoria di ciò che è stato. Quello che era un mondo rurale, povero, ancora primigenio, ha subito l’onda del progresso, e oggi i figli guardano i luoghi dei padri su cartoline inviate da un mondo sconosciuto e scomparso.
Con ironia nera, tragicomica, e con una recitazione efficacemente nervosa, l’attore Orazio Cerino dà voce a questi ricordi, che hanno la forza di non cadere mai nella banalità e nel melodrammatico, elementi che spesso contraddistinguono racconti di questo tipo.
L’autore e regista, Mirko Di Martino, che gentilmente ha risposto ad alcune mie curiosità, mi confida che la scrittura drammaturgica è frutto di una ricerca sulle fonti storiche e giornalistiche dell’epoca, ma anche sull’ascolto di testimonianze dirette di persone che hanno vissuto quei momenti sulla propria pelle, e che ancora incidono sulla loro memoria.
Il fulmine nella terra. Irpinia 1980
Teatro dell’Osso
con Orazio Cerino
scritto e diretto da Mirko di Martino
16 giugno, ore 23.30 – 18 giugno, ore 22.00 – 19 giugno, ore 20.30 | Palco C
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Il grande cocomero (di Chiara Girardi)
Schroeder è diventato una celebrità, una grande rockstar ma nonostante tutto questo successo, alla sua veglia funebre si presentano, persino controvoglia, solo alcuni dei suoi amici d’infanzia. Ed è così che incontriamo i celebri Peanuts diventati grandi.
In questo spettacolo i personaggi hanno avuto la loro evoluzione, Linus ora è un predicatore mormone, Charlie un fumettista di successo e l’acida Lucy una donna in carriera, ma nonostante i loro piccoli e grandi successi sono tutti profondamente infelici e attaccati al passato: ne è un emblema Linus che porta sempre con sé la sua copertina per non separarsene.
L’idea drammaturgica è piuttosto apprezzabile, si riesce ad immergersi in un immaginario che dai ricordi delle strisce di Schulz prende vita e si concretizza in una visione futuristica e possibilistica di questi piccoli eroi sognatori. Tra litigi e recriminazioni, tra momenti di gioco e scherzo, vediamo come la vita li ha cambiati ma quello che li rendeva felici è ancora in loro, nella loro unione e nei ricordi delle partite di baseball di cui persino il tenebroso Schroeder custodiva una foto all’interno del suo amato pianoforte.
Il grande cocomero
Compagnia PaT – Passi Teatrali
Autore e regista Pier Vittorio Mannucci
Con Matteo Bertuetti, Matteo Castagna, Gledis Cinque, Gloria D’Osvaldo, Simone Fossati, Saverio Trovato
19 giugno ore 22 – 20 giugno ore 20.30 | Palco A