Un corpo ed un anima
Gianfranco prima, Umberto che va e torna(erà) quando vuole, Pierferdinando il compagno di una legislatura (e non solo) e in ultimo Angelino, il figlioccio politico. Non sembra fermarsi l’emorragia politica che ha colpito Forza Italia, il partito che (l’ex) Cavaliere ha fondato nel 1994 e rianimato nel 2013
di Andrea Rosiello
Neanche il tempo di analizzare i risultati delle elezioni europee che il partito con sede a piazza San Lorenzo in Lucina a Roma deve fare i conti con dei consistenti mal di pancia.
Il primo è più importante ha un nome e un cognome: Raffaele Fitto. L’ex governatore della Puglia nonché ex Ministro per gli Affari regionali, condannato in primo grado per corruzione, illecito finanziamento ai partiti e abuso d’ufficio, primo eletto alle elezioni europee di Forza Italia con 283.058 preferenze, è in netta rottura con Silvio Berlusconi.
Già da prima delle elezioni il malumore tra i due era evidente: nel gennaio di quest’anno[1], in occasione dei 20 anni del Partito, l’ex governatore aveva dichiarato pubblicamente: “la lealtà, caro presidente, impone di esserti sempre vicini, di dirti quello che pensiamo, ma tu ascolta il nostro impegno per costruire il futuro del partito”.
E ancora “noi ci siamo stati in questi 20 anni, ci siamo oggi e ci saremo nei giorni difficili e in quelli esaltanti” tuttavia, “nominare esclusivamente gente dall’esterno, mortificherebbe e umilierebbe una classe dirigente che ha una forza e competenza cresciute molto in questi anni”.
Il riferimento, chiaro a tutti, era non solo sulle modalità di scelta della nuova classe dirigente azzurra ma, sopratutto, sulla nomina di Giovanni Toti come consigliere politico di Forza Italia[2]. Una nomina di peso: Toti è di fatto il numero due di Berlusconi, decidue lui i candidati e potrebbe essere l’aspirante premier.
E’ lecito pensare che, nel gioco del trono che si sta scatenando da tempo in Forza Italia sul successore di B., il giovane parlamentare pugliese rivendicasse per se stesso quella carica e maggiore attenzione. Una forte divisione che negli ultimi mesi ha alimentato i malumori interni fino alla recente, evidente, spaccatura.
Alla vigilia delle elezioni, l’ordine dall’alto sembra essere stato abbastanza chiaro: ostacolare l’elezione del giovane parlamentare pugliese a tutti costi, ma appoggiare pubblicamente la sua candidatura[3].
Clamoroso il blitz consumato dall’ex Presidente del Consiglio poco prima delle elezioni: ha affidato alla senatrice azzurra Maria Rosaria Rossi il ruolo di tesoriera e, soprattutto, il potere di presentare le liste. Come se non bastasse, il big di Arcore ha nominato anche Giovanni Toti e Alessandro Cattaneo responsabili scouting di Forza Italia[4].
Da un lato quindi Berlusconi con i suoi fedelissimi (Brunetta, Santanchè, Toti, ecc) dall’altro l’ex delfino, nato nella democrazia cristiana e altri nomi importanti di Forza Italia tra i quali Denis Verdini e l’ex Ministro Mara Carfagna.
Alla fine il risultato elettorale ha parlato chiaramente: Fitto non solo è stato il primo degli eletti di Fi in tutta Italia ma ha stracciato il suo avversario politico Toti: 283mila contro 149 mila, quasi la metà.
Da un risultato del genere ci si aspetterebbe una rivoluzione interna al Partito azzurro, un riconoscimento della vittoria e l’avvio di un nuovo progetto tutti assieme con un evidente cambio di leadership, come auspicato dallo stesso Fitto all’indomani delle elezioni[5].
Invece no, perdurano le convinzioni pre elettorali e il risultato è tanto evidente quanto disastroso: appelli all’unità, inviti a riflettere, proposte di dialogo.
Delle due l’una: o si cambia e si da il via al nuovo corso politico proposto dall’ex delfino per selezionare la nuova classe dirigente o si perdura con il presidenzialismo Berlusconiano in attesa di un leader (magari della stessa famiglia) in grado di ricompattare tutti.
Tutto questo ricorda un film già visto, nel quale un giovane delfino di centro destra cercava di dare un nuovo ordine al suo partito, sperando di avvicinarlo al governo di larghe intese, mentre dall’altra parte un folto gruppo di restii combatteva per continuare l’opposizione e farlo cadere. Il finale è noto a tutti.
Che a qualcuno piacciano più i sequel che le storie nuove d’autore?
(fonte immagine: http://www.lettera43.it/)
[1] http://www.huffingtonpost.it/2014/01/26/fitto-nomine-forza-italia_n_4668717.html
[2] http://www.lettera43.it/politica/forza-italia-giovanni-toti-nominato-consigliere-politico-da-berlusconi_43675120708.htm
[3] http://www.fanpage.it/forza-italia-e-una-polveriera-mastella-infuriato-fitto-boicottato/
[4] http://informazionecontro.blogspot.it/2014/05/la-rossi-tesoriere-forza-italia-in.html
[5] http://raffaelefitto.it/2014/05/25/ora-solo-tutti-insieme-possiamo-tornare-a-vincere/