L’insolito piano di pace ucraino
Pochi giorni, poche ore di velata speranza per una pace attesa e cercata da oltre due mesi nell’intrepida area di guerra tra Ucraina e separatisti russi. Una vita breve, quella del piano tregua, che oggi potrebbe realmente rischiare di restare solo una deludente seppur ambita illusione
di Martina Martelloni
Un elenco di 14 punti, segnali di tentata ricerca di dialogo, voglia di compromesso tra due realtà politicamente e culturalmente distanti, nell’Ucraina instabile dall’aprile 2014. Il piano di pace firmato e presentato dal presidente Poroshenko esaltava, tra le altre cose, il disarmo delle milizie dei ribelli, riconoscimento e tutela della lingua russa e poi la creazione di una zona franca, un cuscinetto di 10 km circa che facesse da cerniera tra i territori ostili.
I primi commenti provenienti dai palazzi di Mosca sono stati freddi e critici, definivano la pace richiesta come una sorta di maschera che nascondeva un vero e proprio “ultimatum”. Il cessate il fuoco invocato dal premier ucraino, aveva come fine ultimo quello di far respirare le truppe – ma soprattutto convincere i filorussi a deporre le armi. Tutto questo con scadenza vicina: il 27 giugno.
Eppure, gli attori minori della tragedia, quelli che poi, in realtà, sul palco dominano la scena, continuano imperturbabili ll loro “lavoro” di attacco ed aggressione. Così, l’ultimo sangue versato è volato stavolta dal cielo, quando un elicottero dell’esercito regolare ucraino è stato abbattuto dai miliziani durante il sorvolo di Slaviansk. Le vittime sono 9, molto più alto però è il livello di ira e di angoscia che attanaglia il governo Poroshenko, pronto a far terminare la tregua ancor prima del giorno prefissato.
Una risposta, dettata da caos e disequilibri, che scuote ancora di più la comunità internazionale tutta – nonché l’ancor più citato Barack Obama. Timore statunitense, è che la Russia di Putin possa essere in grado di riappriopiarsi del suo ex territorio sovietico estendendo la propria influenza su un area ancor più vasta. Nel frattempo, il potente decisore Putin, ha viaggiato in Europa visitando diverse case istituzionali, lasciando sfogo alle sue parole, ai suoi pensieri squadrati nei confronti della crisi ucraina che coinvolge e travolge molto dell’economia reale; energia e commercio in primis.
Tra le ultime richieste di Vladimir Putin, urgente è la revoca del permesso di far intervenire le truppe russe nel territorio della vicina repubblica. Questo apparente atteggiamento buonista e riconciliatore di Putin, allieta le orecchie a stelle e strisce. La Casa Bianca sembra approvare le direttive di Mosca tendenti alla pace ma avverte comunque circa la possibilità di agire nuovamente mediante sanzioni economiche.
E mentre il Mondo si gode le partite dei Mondiali in campo, le terre calde dell’Ucraina dell’est continuano a preoccupare. Persiste la registrazione dei combattimenti in diverse zone del Paese, oltre che nella città di Sloviansk.
Ritornando alla velata e già evaporata pace di Poroshenko, ci si chiede se la fine della diatriba interna possa avvenire in questo modo poco sicuro e poco affidabile. Lo stesso Putin, da Vienna ha definito la tregua di una settimana come inutile ai fini delle trattative di pace, e questo viene detto il medesimo giorno nel quale è proprio l’Onu a far rabbrividire riportando una cifra pari a 423 persone, le vittime della guerra intestina ucraina che dall’aprile 2014 è tuttavia in transizione permanente.