Quale futuro per asili nido e scuole dell'infanzia di Roma?
Situazione a rischio nella Capitale: il sindaco Ignazio Marino e l’Assessore alla Scuola Alessandra Cattoi annunciano l’apertura di nuovi nidi e maggiori servizi per i più piccoli, ma educatrici precarie e dipendenti dei servizi comunali rischiano di non lavorare più
di Graziano Rossi
su Twitter @grazianorossi
La situazione di asili nido e scuole dell’infanzia di Roma è in pericolo, soprattutto per chi nelle strutture pubbliche ci lavora. Educatrici precarie e dipendenti dei servizi comunali sono infatti a rischio perdita di lavoro se non si troverà un accordo tra Istituzioni e sindacati.
Ma andiamo con ordine: fino a pochi giorni fa la preoccupazione più grande riguardava la chiusura a luglio di tutti gli asili comunali a favore di quelli convenzionati, strutture private dove sarebbero dovuti confluire i bambini. Una scelta, quella della Giunta Marino, che in molti Municipi della città aveva lasciato diverse perplessità, soprattutto perché così facendo la maggior parte delle educatrici, durante l’anno supplenti nelle strutture di Roma, non avrebbe lavorato.
Ecco che allora molti genitori si sono chiesti perché avrebbero dovuto mandare i loro figli in un asilo dove non conoscono nessuno, quando potrebbero restare aperti quelli dove i piccoli sono stati iscritti? In vari Municipi questa situazione viene risolta: la grande richiesta di iscrizioni ha fatto sì che almeno un paio di asili a quartiere saranno aperti, consentendo così alle educatrici precarie di lavorare con i bambini che hanno seguito durante l’anno.
E a settembre, quando riapriranno le scuole, cosa succederà? Nell’intervista a Ghigliottina rilasciata da Alessandra Cattoi lo scorso marzo, l’Assessore alla Scuola di Roma Capitale dichiarò che il piano di riorganizzazione di asili nido e scuole dell’infanzia risolverà molte problematiche, dallo snellimento delle liste di attesa all’ottimizzazione dell’orario di apertura, anche con l’assunzione di molte precarie.
I sindacati non la pensano così: secondo l’Unione Sindacale di Base USB questo piano farà sì che i vuoti di organico non saranno riempiti, con il conseguente addio al lavoro da parte di decine di educatrici. I sindacati stessi propongono, tra i vari punti messi in elenco in questi mesi, di non ridurre e tagliare le indennità del personale scolastico ed educativo, ma per esempio attingere ad altri fondi come quelli europei a favore dell’istruzione e dell’occupazione femminile.
Nel frattempo sono uscite le graduatorie per l’anno 2014/15: su circa 20mila richieste ne sono state accettate la metà. E chi è rimasto fuori? Il Campidoglio avrebbe calcolato che le liste d’attesa si sfoltiranno fino al 50% nei prossimi mesi, quindi per i primi tempi i genitori dovranno fare affidamento a parenti o baby sitter.
E non c’è solo la questione educazione. Anche la Multiservizi, società municipalizzata controllata da AMA al 51% e che si occupa di tutti i servizi svolti all’interno delle strutture comunali, asili nido e scuole dell’infanzia comprese, verserebbe in gravi difficoltà. I lavoratori sono infatti sul piede di guerra, a causa della possibilità di perdere parte dello stipendio o ancor peggio, il lavoro.
Sempre la Cattoi ha dichiarato che i quasi 2.500 posti di lavoro della Multiservizi non subiranno conseguenze: “Nel tavolo aperto alla presenza dei sindacati, dell’amministrazione capitolina e dei rappresentanti di Cns, di Roma Multiservizi, non si è parlato in alcun modo di esuberi ma al contrario è emerso un impegno comune affinché tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori impegnati nell’appalto delle scuole di Roma Capitale abbiano la garanzia del posto di lavoro, la conferma dell’attuale forma contrattuale e del tipo di qualifica, la stessa retribuzione e la medesima sede di lavoro. In questi giorni, dunque, siamo impegnati a fondo sulle criticità emerse”.
La situazione è in continua evoluzione: su Ghigliottina seguiremo da vicino le decisioni e le relative conseguenze, in un momento nel quale Roma e i servizi minimi per i cittadini sembrano sull’orlo del collasso, non solo nel settore dell’educazione.
è oltraggioso!!! La cosa che mi fa rabbrividire è ” Fare affidamento su parenti o baby sitter” come se i ns genitori non avessero altro da fare se non venire ad accudire i nostri figli ( per carità lo farebbero ma non tutti i nonni sono in pensione e possono gestire il loro tempo 24h per i nipoti. Aggiungo anche che non tutti i neo genitori hanno i familiari vicino, costretti ad essere emigranti nella propria terra) in più i soldi da elargire alle baby sitter non sono più come un tempo…ora sono referenziate magari con laurea e non si abbassano a pochi decine di euro per accudire un bebè…sono molte le responsabilità da prendersi…l’assunzione di una baby sitter costerebbe più dell’asilo nido!!! se proprio amano i bambini (perchè è una missione educarli) perchè non si aprono più strutture cosi anzichè vigilare su 20 bambini per insegnante, si vigila su 10 per insegnante!!!