Roma: al via il progetto “Una scelta in comune”
Per i cittadini della Capitale sarà ora possibile esprimere la propria volontà di donare organi e tessuti all’ufficio anagrafe comunale
di Francesca De Santis
su Twitter @FrancescaDeS
Decidere di donare gli organi e far valere la propria volontà diventerà più facile, per gli abitanti della Capitale. Dal 20 giugno, infatti, i cittadini romani possono dichiarare il proprio consenso o diniego all’espianto di organi e tessuti, presso gli uffici anagrafici dei Municipi, al momento della prima emissione o rinnovo del documento d’identità.
Sarà sufficiente sottoscrivere un modulo annesso alla documentazione di base già prevista per il rilascio della carta d’identità e la volontà del cittadino verrà inserita, in tempo reale, nel database del Sistema Informativo Trapianti (SIT).
Il servizio è stato attivato in via sperimentale nel Municipio I e a partire dal prossimo autunno sarà disponibile anche nel resto del territorio di Roma Capitale.
Il progetto “Una scelta in comune”, già avviato in diverse Regioni italiane, dà attuazione a quanto previsto dalla Legge n° 25 del 26 febbraio 2010 ( il cosiddetto Decreto “Mille proroghe”) e dalla Legge n. 98 del 9 agosto 2013, che includono, fra gli enti autorizzati a registrare la volontà dei cittadini sulla donazione degli organi e dei tessuti, gli uffici anagrafici dei Comuni.
Attualmente, quindi, i cittadini maggiorenni che desiderano esprimere le proprie intenzioni possono farlo in vari modi: firmando il modulo fornito dal personale al rilascio della carta d’identità presso l’anagrafe oppure compilando e firmando un modulo che può essere richiesto alla ASL di appartenenza.
Grazie alla collaborazione fra il Sistema Informativo dell’Associazione Italiana per la donazione degli Organi (SIA) e il Centro Nazionale Trapianti, tutte le certificazioni sono registrate nel SIT. Inoltre, sono ritenute valide dalla legge la Tessera Regionale del Donatore, le tessere delle Associazioni di Malati e Donatori e le autocertificazioni redatte liberamente dal cittadino e recanti i dati anagrafici, la data e la firma dell’interessato. In particolare, queste ultime documentazioni vanno portate sempre con sé.
Stando ai dati aggiornati al 28 febbraio 2014 e forniti dal Centro Nazionale Trapianti, il numero di interventi di questo tipo ammonta a 3.186, con 1.169 donatori utilizzati, dato più alto dal 1992 (nel 2013, tra l’altro, erano 1.102). Il numero delle morti con accertamento neurologico sono in aumento, con 2.363 morti registrate nel 2014, in confronto alle 2.270 del 2013. Fortunatamente, anche il numero dei donatori è in crescita con 1.392 unità contro le 1.318 del 2013. Dati in controtendenza nel Lazio, Regione in cui il numero dei donatori utilizzati è sceso da 83 a 80 unità, dove però, fortunatamente, le morti neurologicamente accertate passano da 236 del 2013 a 192 nel 2014. Nel territorio laziale si assiste tuttavia ad un abbassamento della cifra dei donatori ,che passano dai 103 del 2013 ai 93 del 2014.
I pazienti in lista d’attesa in Italia, stando ai dati aggiornati al 31 dicembre 2013, sono 8.828 di cui il 74,6% ha bisogno di un trapianto di rene, l’11.1% di fegato, 7,7% di cuore, 4% di polmone, 2,2% del pancreas e lo 0,3% di un trapianto di intestino.
I pazienti iscritti alle liste sono tutti in aumento tranne quelli in attesa di un rene, organo che però può essere donato anche da vivi, come parte del fegato, le cellule staminali emopoietiche, la cute, la placenta e i segmenti ossei. Invece, tutti gli altri organi e tessuti possono essere donati esclusivamente dopo la morte.
Nel caso in cui una persona abbia sottoscritto una dichiarazione di volontà nelle modalità indicate precedentemente, alla sua morte i genitori non possono opporsi alla donazione, come invece possono fare nel caso in cui la persona non abbia rilasciato alcuna dichiarazione.
Il caso del piccolo Francesco, il bambino di due anni morto ad aprile per asfissia mentre si trovava fuori a pranzo con la mamma, è solo l’ultimo degli episodi che mostrano l’importanza del donare gli organi: i genitori, nonostante il dolore lancinante e ingiusto vissuto per la prematura scomparsa del figlio, hanno deciso di trasformare la morte in vita, autorizzando l’espianto degli organi del piccolo Francesco e consentendo così a molti altri bambini e alle loro famiglie di tornare a sperare in una vita migliore.
Una scelta responsabile e coraggiosa che tutti possono decidere di compiere, con un gesto importante che da oggi potrà essere fatto anche in Comune. Perché è proprio la vita ad essere il bene più prezioso che tutti abbiamo in “comune”.