Daily Fringe #oltreilteatro – XIII puntata
Il Roma Fringe Festival seguito dagli inviati di Ghigliottina.it, media partner della manifestazione romana
A cuore aperto
(di Stefania D’Orazio)
Lo spettacolo, con la regia del premiatissimo Patrizio Cigliano, è sicuramente campione di numeri: da 10 anni in autoproduzione, oltre 7.000 spettatori e 300 repliche. E ora approda sul palco del Roma Fringe Festival, accolto da una platea numerosa.
La scena, essenziale, sembra un morbido ring su cui i due attori si sfidano a suon di ricordi; ai quattro lati dei bacili, da cui i personaggi prendono l’acqua con cui scherzano tra di loro, o che usano per lavare via qualcosa di impalpabile: ricordi, ferite o debolezze. In scena due giovani attori che interpretano due anziani signori, Giuseppe e Maria, amanti e complici da più di 60 anni, che ora ripercorrono stralci di vita passata, aspettando, in un tempo che si dilata all’infinito, l’ora in cui il loro amore sarà diviso, almeno nel corpo, dalla morte naturale della donna.
Nella loro memoria si affollano le persone del loro passato di studenti: gli amici morti nella guerra combattuta anche da Giuseppe, tornando fortunatamente illeso; il tempo impiegato per conoscersi di nuovo dopo un evento così lacerante; il casale in campagna, primo nido d’amore, e nostalgico ricordo del presente; la figlia Chicca, amore di papà e “nemica” della mamma; i luoghi della loro passione; i difetti di ognuno e la dolcezza di entrambi.
Uno spettacolo in cui regna la dolcezza e la complicità disarmante dei due attori, la cui fisicità accompagna altrettanto dolcemente le parole, gli sguardi e i baci che si scambiano.
A cuore aperto
Ass. culturale Arcadinoè
Regia di Patrizio Cigliano
Con Cristiano Priori, Giorgia Palmucci
Ancora in scena: 1 luglio, ore 20.30 – 3 luglio, ore 23.30 | Palco C
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Il sangue
(di Stefania D’Orazio)
Prima nazionale di uno spettacolo noir di spiccato gusto cinematografico. Il rapimento di una donna, seviziata poi e uccisa, è il pretesto di una riflessione più profonda sul tema della morte, della legittimità e della responsabilità dell’omicidio, dell’innocenza e della colpevolezza. Le posizione del sicario e della vittima si rispecchiano fino quasi a confondersi, l’odio per il nemico si trasforma in compassione, la volontà di continuare a vivere in rassegnazione.
Cinematografica anche la suspense che porta lo spettatore a entrare in empatia con la donna sequestrata, e a immaginare il suo prossimo destino. La crudezza delle scene e delle parole rende bene il realismo a cui il testo concorre; qualsiasi retorica di cui i discorsi sono impastati, riesce a tornare in fretta sulla linea della realtà. Ammirevole la performance di Francesca De Felice, la cui recitazione sincera copre quella un po’ più affettata degli altri interpreti.
Emblematica la scena in cui, dopo che la vittima è stata sedata per poi essere decapitata, la coppia di sicari decide in che modo trascorrere le giornate successive, in che modo regalarsi un momento di intimità: realizza la facilità con cui si decide la sorte del prossimo, a prescindere dalle conseguenze di un gesto così efferato.
Il sangue
di Sergi Belbel
Traduzione: Valentina Martino Ghiglia
Regia: Brunilde Maffucci
Assistente alla regia: Giuliano Molle
Cast: Demian Aprea, Francesca De Felice, Giulia Delicato, Dino Galdì, Sebina Montagno, Sara Morelli, Lavinia Origoni.
Ancora in scena:
1 luglio, ore 22.00 – 6 luglio, ore 20.30 | Palco A
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Taddrarite
(di Chiara Girardi)
Rosa, Franca e Maria vegliano con rosario in mano e luci soffuse intorno alla bara di Don Carmelo, il marito di Maria, la più giovane delle tre sorelle. Tutte portano il nero del lutto, tutte sembrano addolorate da questa perdita ma appena inizia la veglia funebre e restano solo loro nella stanza possono finalmente smettere di fingere e parlarsi con sincerità. Perché in fondo in fondo non sono tanto affrante.
Le tre attrici con un’ottima capacità espressiva – dono anche del dialetto siciliano che identifica più di qualsiasi dettaglio il luogo, le tradizioni e il bisogno di apparenze in una Sicilia che ancora si nasconde e copre le sue meschinità – ci rendono partecipi di questo momento intimo e vero in cui tutto può essere svelato. Così i lividi che Franca diceva di essersi fatta per sbadataggine assumono il loro vero significato, segni di una violenza familiare che ha colpito tutte e tre le sorelle, accomunate da questo fardello e poi da questa liberazione che rappresenta per loro la vedovanza.
Fino a che punto è lecito spingersi per tornare ad essere libere e rispettate? Le luci dell’alba interrompono la ritmata confessione delle tre sorelle che torneranno ad indossare il velo di finzione con il mondo esterno ma che usciranno più rafforzate e consapevoli come sorelle, come madri, come donne. La messa in scena seppur semplice risulta di grande efficacia grazie ad un testo affilato e alla qualità attoriale delle attrici molto credibili e complici.
Taddrarite
Accura Teatro
Regia di Luana Rondinelli
Con Claudia Gusmano, Luana Rondinelli, Adriana Parrinello
30 giugno, ore 22 – 6 luglio, ore 22 – 7 luglio, ore 20.30 | Palco B