Spagna: Pedro Sánchez vince le primarie del Partito Socialista
Per la prima volta nella storia il PSOE ha utilizzato le primarie per scegliere il suo segretario generale, che dovrà ora intraprendere un percorso di rinnovamento
di Maria Bonillo Vidal
Per prima volta nella sua lunga storia, il Partito Socialista spagnolo (PSOE) ha ceduto all’idea di realizzare le elezioni primarie per scegliere il suo segretario generale. Pedro Sánchez, a solo 42 anni ha vinto le consultazioni tenutesi la scorsa domenica con il 49 % dei voti emessi – battendo Eduardo Madina, che ha ottenuto il 36 % e José Antonio Pérez Tapias.
Il candidato più giovane si è fatto largo ereditando la massima carica del partito, proprio nel momento in cui la militanza e la società spagnola chiedevano un cambio radicale. La necessità di rinnovamento si è manifestata nella sua evidenza dopo le elezioni europee, che avevano lasciato in una situazione molto difficile il partito socialista. Il colpo di Podemos, la formazione concepita dal carismatico Pablo Iglesias, ha sottratto un gran numero di voti a quello che una volta era il partito egemone – nell’universo politico della sinistra iberica. Una revisione del sistema, dunque, è a questo punto necessaria.
Proprio il giorno successivo ai comizi europei, Alfredo Pérez Rubalcaba -ormai ex segretario generale – si è dimesso da tutti i suoi incarichi organici al partito, aprendo a una nuova scelta nell’organigramma del movimento socialista. I risultati delle europee non sono stati per niente buoni. Appena due mesi dopo, la formazione politica mostra già un nuovo volto – e non si può fare a meno di riconoscere fattori quali giovinezza e bellezza non siano stati determinanti. Dietro a Sánchez, Eduardo Madina – già vittima dell’ETA – e José Antonio Pérez Tapias – esponente della “tradizione”, ma con troppi capelli bianchi.
Se il partito deve lottare contro Podemos (sembra ormai che il nemico non sia più il Partito Popular, che per inciso e al governa), avrà bisogno di energia – proprio quello che mancava a Rubalcaba e a qualsiasi altro rappresentante della sua squadra. In questo “team” c’era anche Madina, giovane anch’egli benché gravato della sua forte amicizia con l’ex segretario. Troppa vicina la sua immagine a quella del partito, che insieme al PP aveva apposto la sua firma a una modifica costituzionale intesa a fissare un tetto allo stipendio pubblico. Troppo vicino al partito “vecchio”, insomma.
In questi tempi turbolenti per i “poveri” socialisti continuamente chiamati sul banco degli imputati quali responsabili della crisi che affligge il Paese, Sánchez ha dichiarato che sarà il segretario “di tutti”. A questo punto, il congresso nazionale del PSOE dovrà ratificare la decisione dei militanti. Progetti per il futuro: un intero mandato attraverso il quale dimostrare che il rinnovamento sarà reale e che altro Partito Socialista è possibile.