Mogherini chi?
Troppo accondiscendente per Barack. Troppo giovane per Angela. Il suo “civvì” per alcuni “non è all’altezza”. Matteo? Pronto a sacrificarla sull’altare del dio minore tedesco per l’ex acerrimo nemico D’Alema. Di chi parliamo? Del nostro Mmnistro degli Esteri, Federica Mogherini, area Napolitana, candidata da Renzi per il seggio di Alto rappresentante della UE
di Andrea Rosiello
Inutile negarlo, il giovane ministro della Repubblica italiana, Federica Mogherini, ha passato davvero una brutta settimana: candidata come Alto Rappresentante della UE, in una sola riunione ha ricevuto l’ok dalla Francia ma un no deciso dai paesi dell’Est per essere stata troppo morbida con Putin.
Il Financial Times ha rivelato già una settimana fa che Polonia, Lettonia, Estonia e Lituania si sarebbero opposte alla nomina della responsabile della Farnesina. La sua colpa? Non essersi attivata per chiedere delle sanzioni decise contro la Russia per quanto accaduto in Ucraina.
Per il FT, alla base di questo atteggiamento non ostile nei confronti del Cremlino, ci sarebbe la difesa degli investimenti italiani in Russia: gli accordi Eni–Gazprom e la creazione di un fondo da un miliardo di euro, tra la Cassa depositi e prestiti italiana e il Fondo russo per gli investimenti.
Come se non bastasse, un no deciso è arrivato anche da oltre oceano: il giornalista Sohrab Ahmari del Wall Street Journal ha stroncato nettamente la candidatura del neo ministro, non tanto per una questione di curriculum vitae, ma di leadership: “non c’è nulla – scrive il WSJ – nel suo curriculum che possa essere letto come una prova di leadership”.
Le manca il “quid”, come direbbe qualcuno, per essere la nuova lady PESC (politica estera e sicurezza comune) dell’Ue.
Nonostante queste premesse nell’aria da giorni, il Presidente del Governo italiano ha portato lo stesso in Consiglio Europeo e difeso, si fa per dire, la nomina di Federica Mogherini quale successore di Catherine Ashton. Il risultato è che non solo è mancato l’accordo, ma la decisione è stata rinviata alla riunione del Consiglio europeo a fine agosto.
Ma poi cosa fa esattamente questo Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza?
Secondo il trattato di Lisbona “guida la politica estera e di sicurezza comune dell’Unione. Contribuisce con le sue proposte all’elaborazione di detta politica e la attua in qualità di mandatario del Consiglio”. In pratica non ha libertà di azione o di decisione all’infuori di quanto stabilito dal Consiglio Affari esteri[1].
Sembrerebbe quindi un ruolo non così determinante nello scacchiere europeo dei prossimi cinque anni, ma una figura di pura rappresentanza.
Ma allora perché Renzi ci tiene tanto a ottenere questo ruolo? Nel muro contro muro, l’unico modo per uscirne sembra essere quello paventato ufficiosamente dal Presidente uscente del Consiglio Europeo: candidare Enrico Letta alla presidenza del Consiglio europeo o come Mr PESC.
Un’opzione liquidata dal premier con “per me ci sono solo la Mogherini e D’Alema”. Quest’ultimo oltre tutto malvisto in ambito internazionale per essere stato troppo vicino alla Palestina quando è stato Ministro degli Esteri durante il secondo Governo Prodi.
Urge riflettere allora su cosa si intende ottenere in appena un semestre di presidenza dell’Ue (in realtà 30 giorni effettivi di lavoro) per l’Italia.
In campagna elettorale Renzi ha ripetuto chiaramente più e più volte che avrebbe convinto i leader dell’Ue a far escludere dal famoso vincolo del 3% del deficit, alcuni investimenti (edilizia scolastica, infrastrutture, ricerca, etc.).
Ma ora che può battersi per questo si concentra sulla politica estera della UE.
Non sembra essere questa la strada giusta per essere ammesso al tavolo dei grandi dell’Ue e entrare così nella cabina di regia dell’UE.
[1] Una delle formazioni in cui si riunisce il Consiglio dell’Unione europea
(fonte immagine: http://www.formiche.net/)
Una risposta
[…] Il ruolo di questo Alto Rappresentante, non sembra essere fondamentale per lo sviluppo economico e s…. In realtà non sembra essere determinante per nessuno dei membri dell’Unione europea, ad eccezione dei paesi dell’Europa dell’est fortemente contrari a Putin e alla sua politica neo colonialista. […]