Bill De Blasio e le sue “vacanze romane”

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Il sindaco di New York ha incontrato Ignazio Marino durante una visita nella Capitale

di Francesca De Santis

image“America me senti? America me senti?”. Così recitava il grande Alberto Sordi nella celebre pellicola “Un Americano a Roma”. Questa volta, però, l’Americano a Roma c’è stato davvero e, nello specifico, nella persona del Sindaco di New York Bill De Blasio che, con famiglia al seguito, ha trascorso alcuni giorni di vacanza in giro per l’Italia – la sua terra d’origine.

Tappa immancabile del suo viaggio non poteva che essere Roma, dove ha incontrato il Sindaco Ignazio Marino con il quale, in un clima piacevole e di reciproca ammirazione, ha discusso dello stato della città e delle problematiche che, al giorno d’oggi, due grandi metropoli come Roma e New York si trovano a dover affrontare.

I due sindaci si sono dati appuntamento in Campidoglio dove, sul balconcino dell’ufficio del sindaco, si sono fatti travolgere dalla globale mania del selfie, scattandosi una foto con i Fori romani a far da cornice. Dopo un aperitivo nella Sala Esedra e l’incontro con giornalisti e fotografi, il Sindaco Marino ha accompagnato De Blasio e la Famiglia in visita ai Musei Capitolini.

Fra una passeggiata e l’altra, Marino e il primo cittadino della Grande Mela hanno avuto l’occasione di discutere e confrontarsi sul difficile compito che ogni giorno portano avanti, amministrando due grandi città. Sono state individuate problematiche comuni, a partire da quella del traffico e della circolazione. De Blasio ha elogiato il progetto, avviato da Marino sin dagli inizi del suo mandato, che prevede una progressiva pedonalizzazione dell’area intorno al Colosseo – e si è mostrato stupito di come questo provvedimento sia stato contestato da una parte dei cittadini romani.

De Blasio ha inoltre sottolineato come anche a New York si stia lavorando per incentivare i cittadini a lasciare a casa l’automobile e muoversi con altri mezzi, come la bicicletta. A questo proposito ha dichiarato che il sindaco Marino, mostrandosi in giro in bicicletta, può essere da esempio per i romani. Eppure i cittadini non hanno bisogno di modelli o esempi: rinuncerebbero alla propria auto anche solo attraverso un trasporto pubblico locale funzionante.

New York conta una rete metropolitana di 368 chilometri, 26 linee per 468 stazioni servite 24 ore su 24, con una media di quattro milioni e mezzo di passeggeri trasportati ogni giorno. A Roma la situazione è ben diversa. La rete stradale e dei trasporti delle due città è storicamente e fisicamente differente, fare paragoni sarebbe impossibile oltreché errato, ma pensare che la bicicletta possa essere l’elemento risolutivo della viabilità romana, non rende giustizia alla complessità della situazione.

Un’altra sfida che accomuna la città eterna alla grande mela è quella che si focalizza su immigrazione, povertà e disuguaglianza sociale. I due sindaci hanno concordato sulla necessità di mettere in campo risorse e progetti finalizzati alla costruzione di una società più inclusiva. Secondo l’edizione 2013 del Dossier Statistico Immigrazione curato dall’UNAR, all’inizio del 2013 gli stranieri residenti nella regione Lazio risultano essere 478mila (10,9% del totale nazionale) di cui l’80,3% residente nella Provincia di Roma: 383mila individui di cui 253mila nella sola Capitale.

New York è stata storicamente meta di flussi migratori provenienti anche dall’Italia: circa 12milioni di aspiranti cittadini statunitensi sono approdati a Ellis Island, l’isolotto di fronte Manhattan dove venivano “selezionati” i migranti che avrebbero potuto fare il loro ingresso negli Stati Uniti, aspirando ad avere la loro parte nel grande sogno americano. Ora a Ellis Island c’è un museo che racconta di quando gli italiani erano gli immigrati. Ci sono persino dei computer nei quali, inserendo il proprio cognome, vengono ritrovati eventuali parenti lontani sbarcati nell’isola della Statua della libertà.

Oggi, il confine sanguinoso dell’immigrazione verso gli Stati Uniti si è spostato alla frontiera con il Messico dove, milioni di persone provenienti dall’America latina intraprendono un viaggio pericoloso e costoso, con la speranza di attraversare il confine. Molti, sono minori non accompagnati: il 15 luglio decine di bambini provenienti dal centroamerica sono arrivati nella città di Oracle, a centosessanta chilometri dal confine con il Messico, nell’attesa di essere sistemati in un centro di accoglienza.

Circa centocinquanta abitanti hanno protestato contro l’arrivo dei bambini mentre altri si sono schierati in loro difesa. Questo esempio mostra quanto sia controversa la questione dei flussi migratori anche negli Stati Uniti dove, il Presidente Obama viene tacciato dai Democratici di essere troppo rigido ( con due milioni di migranti irregolari rimpatriati dal 2009) e dai Repubblicani di avere invece un approccio troppo soft della questione.

De Blasio e Marino hanno poi discusso dell’importanza di una gestione virtuosa e innovativa del ciclo dei rifiuti. Il sindaco di New York ha raccontato al suo collega italiano che anche New York ha avuto la sua “Malagrotta”. Si chiamava “Fresh Kills Landfill”, era situata nel sobborgo di Staten Island ed è stata attiva al 1948 al 2001, anno in cui è stata chiusa, visto che i rifiuti superavano in altezza la Statua della libertà. Riaperta provvisoriamente solo dopo l’11 settembre per smaltire i tragici resti degli edifici scomparsi, in trent’anni sorgerà, sul terreno che essa ricopriva, la più grande area verde di New York.

Infine, l’arte. L’immenso patrimonio di Roma ha colpito De Blasio, che si è reso disponibile a trovare dei mecenati interessati a investire in progetti artistici e archeologici della città.

Speriamo che, nel frattempo, l’amministrazione capitolina riesca a gestire al meglio Roma, con le sue complessità ma soprattutto con le sue ricchezze e le sue caratteristiche che la rendono unica e irripetibile. Prima che sia troppo tardi. Prima che il sindaco debba trovarsi al telefono gridando “America me senti?”. Al numero sbagliato.

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