L’ultimo dio è un colpo di gong
Ristampato dalla Playground, torna in libreria L’ultimo dio di Emidio Clementi, un’edizione arricchita dalle tavole del disegnatore Andrea Bruno
Cosa succede se leggendo un libro ci si rispecchia nelle vicende di uno sconosciuto che ci ha preceduto nel tempo e nella cui vita randagia, disperatamente affamata di conquiste e inesorabilmente costellata di delusioni, ci ritroviamo?
È quello che capita a Emidio, Mimì, quando tra le pagine de Il primo dio di Emanuel Carnevali, un regalo di un cliente del ristorante in cui lavora, si vede come in uno specchio. Come se una fotografia vecchia di decenni combaciasse con l’immagine della sua parabola esistenziale.
Le coordinate di questo intenso romanzo autobiografico sono la metà degli anni Ottanta nella provincia marchigiana. Qui inizia la formazione alla vita del protagonista. Un percorso che avrà come sottofondo costante l’inquietudine, alimentata dai silenzi e dai dolori covati all’interno della sua famiglia, colpita da episodi tragici che non possono godere del sollievo della c
ondivisione, ma sono tenuti dentro, ermeticamente.
“Ricostruire i fatti, sapere come si sono svolti realmente, adesso è diventato quasi impossibile, come passeggiare sul lungomare di Beirut e cercare di ricoprire con lo stucco i fori fatti dai mortai”.
L’infanzia ad Ascoli Piceno. L’adolescenza a San Benedetto del Tronto, dove Mimì sperimenta il senso di solitudine legato al suo status di “estraneo”. Le uscite al porto a fissare il mare, le partite di calcio al campo di Palmetta, la passione per il basso e la scoperta della musica, con quei dischi che parlano di una vita che non ha.
Il punto di svolta per Mimì irrompe sulla soglia dell’adolescenza, quando suo padre muore e con lui si sgretolano le certezze e le consuetudini familiari, insieme alla serenità economica. Tutto precipita e l’unica azione percorribile agli occhi di questo ragazzo sensibile e indeciso su quale possa essere il suo posto nel mondo è la fuga per cercare se stesso.
Una fuga che sembra senza fine, perché da se stessi non si può scappare.
“Non riuscivo più a capire lo humor di quello scherzo cosmico che era la mia esistenza” scriveva Carnevali. Ed Emidio gli fa eco.
La vita è altrove, ma non c’è una cartina che insegni la via, bisogna procedere per tentativi ed errori, come fa un esploratore.
Con un viaggio on the road rocambolesco per l’Europa, Mimì approda ad Örebro, in Svezia. Ci capita per caso, per seguire il desiderio di andare al concerto di Johnny Thunders. Per vivere distribuisce giornali. Poi il ciclo si chiude e riprendere la strada è di nuovo un imperativo, destinazione Londra ospite di un’amica. Infine il rientro in Italia, prima qualche mese in famiglia e poi a Bologna.
Il sapore dei giorni da girovago è quello della solitudine. Ma anche nel freddo che questa condizione determina, ci sono sprazzi di calore umano fatti di gesti totalmente gratuiti e solidali.
Come quando a Göteborg, Mimì sale su un autobus per avvicinarsi all’autostrada e strappare un passaggio per Oslo: “Ho chiesto al conducente se mi indicava la fermata più vicina. Lui c’ha messo un po’ a rispondermi. Poi mi ha detto: «Aspetta qui» ed è ripartito. Ho visto scendere uno dopo l’altro tutti i passeggeri e alla fine sono rimasto da solo. L’autobus continuava ad andare. Non c’erano più fermate. Correvamo su una corsia della tangenziale…A cinquanta metri dal casello l’autista ha tirato il freno e ha aperto le porte. «Oslo», mi ha detto indicandomi un cartello stradale. « Buona fortuna. Io vado a casa». Chi è in grado di un gesto del genere è giusto che sieda accanto ai santi.”
Al rientro in Italia, Emidio inizia a scrivere, intuendo che dare un ordine alle cose scrivendole su un foglio può essere la sua strada.
Riprende a suonare il basso insieme ad altri tre amici ed è Vittoria a fargli intravedere l’accoppiata felice tra i suoi testi e la musica che provano in un garage sotterraneo di Bologna. Nascono i Massimo Volume e il resto è storia della musica.
Uno dei brani più amati e belli di sempre è Il primo dio, dall’album Lungo i bordi.
Le vicende narrate hanno come contrappunto la vita di Carnevali negli Stati Uniti, dove Emanuel ha cercato un senso di appartenenza, un posto nel mondo, dove ha sfiorato il successo, ma tutto si è risolto troppo rapidamente per l’indifferenza e la sfortuna.
Non per Emidio, che ha saputo fare dell’inquietudine il grimaldello per liberare la sua voce e per dare forma al suo sentire.
“Certe cose colpiscono il cuore come un colpo di gong, così che poi risuona a lungo”.
Questo libro è una di quelle.