Un piano contro i giovani
Una prima tranche di un milione di euro per finanziare 2.000 tirocini per gli under 35. Un’occasione allettante, quella proposta dalla giunta regionale siciliana: 500 euro al mese per 6 mesi. Il meccanismo però si è inceppato appena messo in moto
di Guglielmo Sano
Il Piano Giovani sponsorizzato sin da fine Febbraio dal governatore siciliano Rosario Crocetta e dall’Assessore regionale alla Formazione Nelli Scilabra delude le attese e si inceppa appena lanciato. Il progetto doveva partire nel 2011, ma i fondi stanziati durante il governo Lombardo erano rimasti bloccati. Arrivati a Palazzo D’Orleans, sede dell’Assemblea Regionale Siciliana, Crocetta e Scilabra hanno riscritto il piano.
“Incentivava soprattutto gli enti professionali” – in poche parole questo il motivo che ne ha determinato le modifiche. Il proposito della nuova giunta regionale, invece, era fare in modo che il lavoro in Sicilia non fosse più pensato come un “bacino assistenziale”. In pratica il Piano Giovani è nato sulle ceneri del “vecchio” sistema di formazione siciliano, uno “scrigno” milionario saccheggiato per anni e contro il quale la Scilabra dice di volersi scagliare con decisione.
Il primo step del progetto prevede lo stanziamento di 1 milione di euro per il finanziamento di 2.000 tirocini. Per i giovani tra i 25 e i 35 anni è previsto un rimborso mensile di 500 euro. L’Istat, dati di Gennaio 2014, ha rilevato che la percentuale degli under 35 disoccupati ha toccato quota 41,6% (picco massimo dal 1977). Tra le regioni più colpite dalla piaga dell’inoccupazione giovanile ci sono Calabria e Sicilia, dove 1 giovane su 2 non ha un lavoro.
Da subito il Piano Giovani si è presentato come un’occasione importante per migliaia di giovani siciliani. Allora per evitare cortocircuiti nel meccanismo di presentazione delle candidature si è deciso di mettere in palio 800 posti per volta. All’apertura dei bandi la confusione è stata superata solo dall’inefficienza. In molti non si erano accorti che per partecipare era necessario il certificato di “immediata disponibilità al lavoro” (Did).
A quel punto i centri per l’impiego sono stati letteralmente presi d’assalto. Per chi aveva fatto di tutto per sbrigarsi, a ottenere l’agognato documento, la sorpresa è stata amara. Nel giro di cinque ore gli 800 posti erano già stati occupati. Tra l’altro il sito pianogiovanisicilia.com, al momento dell’inserimento dei contatti, non ha sopportato il carico di dati: in fretta si è perso il conto dei disservizi e dei malfunzionamenti segnalati.
“I giovani – dicono Ferruccio Donato e Andrea Gattuso dalla Cgil – non dovranno pagare la disorganizzazione dei Centri per l’impiego. L’opportunità di partecipare ai tirocini del Piano giovani dovrà adesso essere data, tra chi si è iscritto al Portale, anche a chi non ha la Did, e il Patto di servizio (una sorta di accordo tra una persona e l’ufficio di collocamento sulle modalità di occupazione, ndr)”.
“I centri per l’impiego – continuano i due responsabili dellla Cgil – sono andati in tilt in questi giorni per l’enorme afflusso di giovani, era del resto prevedibile. Un caos annunciato sul quale abbiamo lanciato ripetuti allarmi rimasti inascoltati. Inoltre, se in molti hanno scoperto solo oggi (14 Luglio c.a.) che Did e patto di Servizio dovevano essere stipulati prima della data di iscrizione pena l’esclusione significa che non c’è stata né chiarezza né sufficiente informazione”.
Dice Andrea Gattuso: “Non capiamo perché Did e Patto di servizio debbano essere stipulati prima dell’iscrizione al portale, visto che comunque sono requisiti meramente burocratici e visto che pochissimi centri per l’impiego oggi sono in grado di stipulare il patto di servizio, che richiede un colloquio individuale che può durare anche un’ora”. La speranza è che, Regione e Centri per l’impiego, si riescano a coordinare. In molti semplicemente tenteranno di nuovo ad Agosto.
Tuttavia nessuno sa se il Piano sarà ancora in piedi il prossimo mese. Come fa notare Mauro Munafò su l’Espresso, molte delle posizioni offerte non solo “di norma non richiederebbero alcun tirocinio, per di più pagato dal pubblico” ma in più “dagli annunci per manovalanza non specializzata si arriva poi a richieste palesemente contro la legge: continui riferimenti alla “bella presenza” e richiesta di lavoratori di un determinato sesso (quindi discriminatori). E, come spesso accade, il passo dallo scandalo alla farsa è breve: ecco allora gli annunci per “guardapecore”, per “addetti ai bovini”, per non chiarissimi “scavatori manuali” (tirocinanti che devono scavare con le mani?), badanti, “donne tuttofare” o addirittura “comici”, ma con esperienza”.
Ma quello di Crocetta e della Scilabra è un “Piano Giovani” o un “Piano Imprenditori”? A rispondere ci pensa sempre Munafò, il quale afferma che questo progetto è “un vero e proprio affare per i datori di lavoro insomma, che non solo ottengono manodopera, per loro, a costo zero, ma vengono addirittura pagati per questo (250 euro al mese per ogni tirocinante, ndr). Le stesse aziende possono inoltre accedere a una serie di agevolazioni in caso di assunzione dei propri tirocinanti: assunzioni che però non sono affatto obbligatorie e che, c’è da scommetterci, per la maggior parte dei giovani resteranno solo un miraggio”.