E Parigi si scopre “borgiastica”
Al Museo Maillol, fino al 15 febbraio 2015, si celebrano l’epoca e le vicende della famiglia (forse) più interessante della storia italiana
Sono oramai tre anni che l’opera di riscoperta (e forse anche di “riabilitazione”?) dell’insuperabile famiglia Borgia, scandaloso e vivacissimo esempio della gloria più nera del Rinascimento, si è insinuata anche nelle frange più “pop” attraverso due serie televisive – una davvero degna di nota, “grezza” e spudorata, ideata da Tom Fontana, l’altra decisamente scialba e poco “brutale” che vede Jeremy Irons, solitamente eccelso tormentato-depravato, nei panni di un noioso e trascurabile papa Borgia. Adesso, a Parigi si alza il tiro e si aprono i battenti di una lunga mostra “Les Borgias et leur temps -de Léonardo De Vinci a Michel-Angel” – inaugurata lo scorso 17 settembre – ospitata dal Musée Maillol che si prefigge di “restaurare”, attraverso l’esposizione di alcune tra le opere altissime che videro la luce in quegli anni, la reputazione della turbolenta famiglia del Cardinal Rodrigo, la cui damnatio memoriae ne ha, per troppo tempo, oscurato la bellezza.
La bellezza di una famiglia che, al di là di accuse (vere o false) sia violentemente politiche che morbosamente pruriginose, a loro contemporanee ma anche postume, al di là di più o meno perversioni (ma chi non ne ha?), al di là dell’amoralità, dell’immoralità e delle condotte dubbie e crudeli, ha saputo veicolare potere ed arte su un unico binario, cambiando in maniera irreversibile la storia del nostro Paese.
Gli errori che spesso si compiono, sono, da una parte idealizzare determinati periodi storici; dall’altra analizzare fatti politici e sociali avvenuti in quegli anni applicando un parametro troppo contemporaneo, rischiando quindi di non vedere le cose nella loro prospettiva più “naturale” (permettetemi il termine). Dietro al suo splendido sipario, alle sue ricche produzioni artistiche, alle sue ingegnose invenzioni ed ideazioni, il Rinascimento, in realtà, è stata comunque un’epoca ancora violenta (come notava anche Hauser) che, però, grazie al fortunato convergere di fattori imprevedibili – come, nel caso in esame, la nascita e lo sbocciare di grandi menti artistiche, letterarie e politiche – ha potuto ammantarsi di splendori dorati abbaglianti.
In un certo senso, si potrebbero tracciare dei parallelismi tra il Rinascimento come epoca e la famiglia Borgia: dietro le ricchezze, i lussi, il mecenatismo totale e pervicace, c’erano le anime tormentate, ma completamente in linea con la realtà del tempo, di tre degli esponenti più illustri e famosi della dinastia venuta dalla Spagna, e attorno ai quali ruota la mostra di Parigi.
Il cardinale Rodrigo, salito al soglio con il nome di Alessandro VI nel 1492 (data omen!), suo figlio Cesare, quel “Valentino” (perché duca di Valentinois) , ritratto ne “Il Principe” di Machiavelli e lei, l’icona indiscussa, trattata da avvelenatrice maliarda in molti film, alcuni dei quali dai toni erotici, degli anni 60-70, spogliata della sua umanità di donna rinascimentale, ma, soprattutto, di figlia del Papa, pedina nello scacchiere politico del padre, ma anche musa della corte estense, condensato di luce e buio, Lucrezia.
Settanta opere raccontano le vite (perché per certi personaggi, parlare di una sola vita, non basta) dei tre Borgia; “Da Leonardo a Michelangelo”, è il sottotitolo della mostra che vale più di tante parole. E allora, in mostra (insieme ai costumi della già citata serie di Tom Fontana, armature, le tavole originali del fumetto di Milo Manara, locandine di film e persino una “reliquia”: una ciocca di capelli di Lucrezia) ci sono quegli artisti che riassumono il Rinascimento e la famiglia Borgia insieme, quali il Pinturicchio, Verrocchio, Perugino, Michelangelo, Leonardo Da Vinci, Tiziano, Raffello, Dosso Dossi, Della Robbia e Bellini con la sua “La trasfigurazione del Cristo”.
Una dimostrazione di “amore” verso una famiglia viscerale e controversa, ma affascinante e abbagliante supernova nel cielo della storia e dell’arte.
Les Borgias et leur temps -de Léonardo De Vinci a Michel-Angel
Dal 17 settembre 2014 al 15 febbraio 2015
Musée Maillol di Parigi – 59/61, rue de Grenelle
Orari: 10.30-19.30