Festival Internazionale del Film di Roma: la presentazione dell’edizione 2014
È ufficiale il programma della IX Edizione della kermesse romana: il pubblico sarà protagonista assoluto divenendo anche giuria ufficiale. In attesa del decennale, quella di Roma comincia a farsi una vera e propria Festa del cinema, tra grandi anteprime e cinema d’autore
Si è svolta lunedì 29 settembre la conferenza stampa di presentazione della nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma, quest’anno dal 16 al 25 Ottobre all’Auditorium-Parco della Musica.
Come ha sottolineato Lamberto Lancini, Direttore Generale della Fondazione Cinema per Roma, quest’anno si riparte con un budget ancora più basso, in accordo con la generale situazione economica italiana (tra i 5 e 6 milioni di euro) ma gran merito andrebbe, secondo le sue parole, all’ufficio Marketing, che si è dato da fare per metodi alternativi di promozione e allargamento delle partnership.
Come rappresentanza dello Stato in sostegno all’iniziativa, sono intervenute l’Assessore alla Cultura della Regione Lazio e di Roma Capitale, rispettivamente Lidia Ravera e Giovanna Marinelli, che hanno sottolineato la svolta importante intrapresa in questa edizione del Festival: i cinque premi corrispettivi delle principali sezioni del Festival, Cinema d’Oggi (film di autori sia affermati che giovani), Galà (grandi pellicole “popolari ma originali”, parole d’ordine della kermesse), Mondo Genere (film appartenenti a più generi cinematografici) e Prospettive Italia le nuove linee di tendenza del cinema nazionale, che si distingueranno tra Premio Fiction e quello Documentario.
La Ravera parla giustamente di “un azzardo, incoraggiato dalla Rete”, utile a tirare giù quegli steccati che da sempre tengono lontano il pubblico più generalista dagli ambienti festivalieri, concedendogli in questo caso di incontrare la qualità mediata dall’intrattenimento. Un connubio analogo a quello tra cinema e televisione, che si manifesterà grazie alla serie The Knick di Steven Soderbergh con Clive Owen il quale, tra gli altri, calpesterà il tappeto rosso dell’Auditorium, “uno dei più lunghi al mondo”.
Anche il direttore del Festival di Roma Marco Müller parla di un ritorno alla Festa, verso il decennale che prenderà definitivamente il nome tale: ribadire l’attrattività dell’Italia, sulla scia de La Grande bellezza e del suo Oscar, tramite il mercato e l’industry, che avranno il loro spazio dal 17 al 21 ottobre per gli incontri con gli addetti del settore e ancora, l’autorialità a cui Müller ha sempre tenuto, specialmente per i nomi orientali e russi.
Il direttore stesso ammette la “schizofrenia” del programma, che abbraccia la commedia, per esempio con i titoli di apertura e chiusura, Soap Opera di Alessandro Genovese e Andiamo a quel paese di Ficarra e Picone, e invece il cinema di ricerca con Angels of Revolution di Aleksej Fedorcenko, che si aggiudica il Marc’Aurelio del Futuro, Story of a Portuguese Family di Joao Botelho, The Lies of the Victor del tedesco Christoph Hochhausler. Con questi ultimi, in concorso anche tre italiani: Viaggio di Pasquale Scimeca, I milionari di Alessandro Piva e La foresta di ghiaccio di Claudio Noce.
Per quanto riguardo le anteprime fuori concorso ci saranno l’attesissimo Gone Girl di David Fincher, Buoni a nulla di Gianni di Gregorio, Trash di Stephen Daldry e Soul of The Southern Boys, il documentario sulla storica band Spandau Ballet. Per Mondo Genere anche Nightcrawler di Dan Gilroy, promottente opera prima con Jake Gyllenhaal, Stonehearst di Brad Anderson e Tusk di Kevin Smith, che ha già annunciato che girerà a breve anche Clerks III.
In più si aggiungono gli eventi speciali, tra i quali A Most Wanted Man di Anton Corbjin, uno degli ultimi film girati da Philip Seymour Hoffman, il nuovo lungometraggio di Park Chan-Wook A Rose Reborn, e l’ultimo di uno dei più originali e prolifici autori giapponesi, Takashi Miike, a cui andrà il Maverick Director Award As the Gods will. Non mancherà neanche la sperimentazione, in collaborazione con Wired, che includerà il nuovo documentario di Wim Wenders, Il sale della terra realizzato con Juliano Salgado.
E inoltre, una retrospettiva sul cinema gotico italiano (con uno speciale dedicato a Mario Bava), e ancora mostre, convegni, masterclass. È un festival che ha quindi sempre più voglia di diventare una Festa, per coinvolgere finalmente tutta la cittadinanza e il turismo, non solo gli addetti. Senza dimenticare ciò che il cinema è, cioè scoperta e fascino, l’intenzione è quella di crearsi un ruolo personale tra i vicinissimi, in termini temporali, festival di Venezia e Torino.
Così l’Acting Award alla Carriera di Tomas Milian si inserisce perfettamente come simbolo dell’incontro tra autorialità e apprezzamento del pubblico.
Mancano più di due settimane al Festival, ma l’attesa è alta: rimane ancora nel mistero il nome della madrina ufficiale, mentre le polemiche sono già iniziate grazie all’incursione in conferenza dei fan di Franco Califano che hanno intonato per Müller “Tutto il resto è noia”, in protesta alla mancata selezione del documentario sul cantautore romano. E sono tante anche le aspettative per il decennale, come per esempio una maggiore circuitazione nel tessuto della città e nei suoi quartieri: già quest’anno si sta lavorando per avere alcune proiezioni speciali a Rebibbia.
Insomma, il Festival del cinema di Roma ha tutte le carte in regola per non avere più spauracchi di cancellazione, anche se il contratto di Müller scadrà a dicembre 2014: lo vedremo solo vivendo il Cinema di Roma all’Auditorium.