L’ebola arriva in Spagna
L’infermiera che aveva curato il medico missionario deceduto il 25 settembre scorso ha contratto l’ebola. Nuova crisi per il Governo Rajoy, Paese Iberico in stato di shock, trema l’intero continente
di Maria Bonillo Vidal
Crisi economica, crisi istituzionale, crisi politica e adesso anche crisi sanitaria. La Spagna si trova in stato di shock dopo che il Ministero della Salute ha confermato il primo caso di contagio di ebola nel Paese iberico. Si tratta del primo caso in tutta Europa, il primo fuori dall’Africa, il contagio più temuto per tutte le autorità sanitarie. La vittima è l’infermiera che ha curato il missionario Manuel Garcia Viejo, morto il 25 settembre scorso a Madrid dopo aver contratto la malattia in Sierra Leone.
L’indignazione si è diffusa ancor più velocemente del virus: durante la conferenza stampa tenutasi lo scorso lunedì, il ministro della Salute Ana Mato ha scaricato ogni responsabilità. Eppure, quando i due missionari spagnoli che avevano contratto il virus sono ritornati in patria, il ministro aveva affermato: “non c’è ‘praticamente rischio’ – adesso è lei a rischiare, l’intera popolazione ne chiede le dimissioni.
In appena 24 ore, diverse diverse domande hanno fatto capolino intorno a questo controverso tema. L’ebola è sfuggita a tutte le misure che l’Europa, la OMS e tutte le istituzioni sanitarie mondiali hanno stabilito per confinare la sua diffusione. Vi è sfuggita. Cosa è successo, esattamente? Com’è stato possibile il contagio?
Mentre si indaga sull’origine del fallimento di questo protocollo – che mette a rischio tutta Europa – l’allarme cresce. L’infermiera è andata in vacanza il giorno dopo i funerali del secondo prete morto per ebola – non sarebbe stato più opprtuno che il personale medico rimanesse vigilato e controllato, in questo caso? Ma non solo: la donna si è sentita male il 30 settembre ma non è stata ricoverata in ospedale prima del 6 ottobre perché, secondo quanto spiegato dai responsabili del Ministero e della Comunità autonoma di Madrid, “la febbre non raggiungeva i 38.6 gradi necessari per essere considerata ebola”.
Per almeno sei giorni, dunque, la donna è andata in giro per le strade di Madrid – considerando che era in ferie. Le autorità hanno assicurato che non è uscita dalla regione. E non è tutto: la donna è stata ricoverata nell’ospedale di Alcorcón il 6 ottobre, ma nel centro sanitario riferiscono che il suo caso clinico non è stato trattato con livello di protezione 4, come raccomandato – hanno fatto il giro del mondo le immagini della stanza appena sbarrata col nastro zebrato e la scritta: “vietato il passaggio”: queste le uniche misure di sicurezza.
Due giorni dopo il ricovero, ancora nessuna manovra di disinfestazione nell’abitazione della donna, nel condominio, negli spazi comuni dove un eventuale contagio potrebbe aver avuto luogo, – né tantomeno nell’ambulanza che l’ha trasportata in ospedale. Piú di 50 persone sono adesso sotto sorveglianza – i soggetti che potrebbero aver avuto un contatto con i due sacerdoti e con l’infermiera, mentre i vicini di casa di quest’ultima vivono ore di angoscia.
Ma il Governo ha mostrato tutta la sua decisione nella volontà di uccidere il cane dell’infermiera, benché non sia nemmeno dimostrato che il virus si diffonda tra persone e animali. La reazione dell’opinione pubblica è stata massiva: tutta la Spagna chiedeva la quarantena, non il sacrificio del povero Excalibur – abbattuto proprio in queste ultime ore.
La gestione di questa crisi sanitaria, insomma, non è stata precisa come si converrebbe. In tutto il Paese, centinaia di membri del personale sanitario sono scesi in piazza per protestare contro il Ministro ed il protocollo di sicurezza. “Non siamo preparati, non sappiamo come trattare questi malati, non abbiamo le infrastrutture adeguate, non abbiamo stanze di isolamento adeguate, persino le nostre divise non sono adeguate” – solo alcune tra le lamentele del personale sanitario, che ogni giorno affronta questo pericolo.
Per il momento, sono 5 le persone ricoverate al Carlos III di Madrid. L’infermeria positiva all’ebola, suo marito – che è sotto osservazione perché è rimasto esposto per piú di sei giorni senza alcun tipo di protezione – altre due infermiere e un ingegnere spagnolo tornato di un vaggio di Nigeria. Tutto ciò mentre l’Unione Europea chiede risposte da un Ministro della Salute di cui la Spagna sembra quasi essere privo, da quando la crisi è iniziata.
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[…] dove la questione catalana ha scalzato dalle prime pagine i titoli fino a quel momento occupati dal primo caso di Ebola iberico. Il Presidente della Catalogna, Artur Mas, aveva in un primo momento dichiarato che la […]
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