Le carte black: nuovo scandalo economico in Spagna

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La giustizia spagnola indaga sull’utilizzo di carte di credito da parte dei consiglieri di Caja Madrid, salvata dal governo con 22.000 milioni di euro

di Maria Bonillo Vidal

ratoblesaMentre migliaia di persone venivano sfrattate dalla propria abitazione perché non potevano farsi carico dei mutui aperti con Caja Madrid, mentre il governo spagnolo pagava più di 22.000 milioni di euro per salvare questa banca sull’orlo del fallimento, i dirigenti e i membri del consiglio d’amministrazione di questa saccheggiavano l’intero contenuto della sua cassa spendendo migliaia di euro in costosi viaggi, alberghi di lusso, intimo femminile, gioielli e quant’altro – come trapela dall’intercettazione di parecchie mail.

A questo punto la giustizia spagnola aprirà le indagini su tali fatti, in cui sarebbero coinvolti non solo i politici di tutte le aree ma anche alcuni sindicalisti – giacché i consigli di queste casse di risparmio sono prevalentemente formate da rappresentanti publici. Gli indagati sarebbero al momento 83: si calcola che tra il 2003 e 2012 sono stati spesi piú di 15,5 milioni di euro effettuare acquisti come quelli elencati sopra. Con i soldi dei clienti, attraverso carte di credito black.

Il giudice Fernando Andreu ha aperto un’inchiesta per chiarire se vi sia stato reato di appropiazione indebita – ma anche evasione fiscale, poiché sembra non di queste carte di credito non siano state pagate le tasse.

Al centro di questo scandalo economico – ma anche politico – spuntano nomi come quelli di Rodrigo Rato o di Miguel Blesa, che in Caja Madrid hanno ricoperto entrambi il ruolo di Presidente. Il caso di Rato è stato particolarmente polemico, visto che è stato ministro dell’Economia fino al 2004, nel governo conservartore di José Maria Aznar (PP) – nonché direttore gerente del Fondo Monetario Internazionale (FMI). Attualmete, Rato riveste il ruolo di consigliere per Telefonica, una delle imprese iberiche piú importanti a livello internazionale.

Nonostante il suo stipendio fisso di 3,5 milioni di euro annuali, Blesa spendeva invece piú di 90.000 euro con la sua black card in alberghi a cinque stelle e spa di lusso. Sia Rato che Blesa hanno dichiarato che l’origine di queste carte è risaliva a parecchi anni prima del loro arrivo in Caja Madrid – un’eredità che hanno preferito “non discutere”. Inoltre, hanno assicurato di non sapere se le spese efettuate con queste Visa venissero dichiarate o meno.

Ma il problema che gravita attorno a queste carte di credito non è solo di carattere erariale – o più squisitamente giudiziario. Queste concessioni sono di fatto un surplus, “spese di rappresentanza”, come amano ripetere i consiglieri. Come votare contro una delibera dei vertici di una cassa di risparmio, quando ti viene concessa la ghiotta possibilità di spendere megliaia di euro, per altro senza pagarvi tasse?

Così, forse, potrebbe risultar possibile spiegarsi parecchie misure controverse, come l’aumento dell’assegno dei consiglieri mentre Bankia – nata dalla unzione forzosa di Caja Madrid e Bancaja – era in piena crisi. E allo stesso modo è possibile spiegarsi il malcontento popolare. Soltanto un dato: nell’ultimo anno Bankia ha ordinato l’80 % degli sfratti, a Madrid.

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Una risposta

  1. 3 Novembre 2014

    […] del giorno. Soltanto qualche giorno fa su questa testata parlavamo della scandalo delle black card, nel corso degli ultimi mesi abbiamo spesso fornito aggiornamenti sulle vicende giudiziarie di […]

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