Spagna, la corruzione mette le radici
Nuovo scandalo di corruzione nel paese iberico: arrestati più di 50 politici e imprenditori
di Maria Bonillo Vidal
Negli ultimi tempi, in Spagna, sembra quasi che la corruzione sia all’ordine del giorno. Soltanto qualche giorno fa su questa testata parlavamo dello scandalo delle black card, nel corso degli ultimi mesi abbiamo spesso fornito aggiornamenti sulle vicende giudiziarie di Jordi Pujol e di Luis Bárcenas, ora è la volta dell’“Operazione Punica”.
La settimana iberica è iniziata con l’annuncio di una maxi retata a livello nazionale, che ha coinvolto piú di 50 persone per casi di corruzione verificatisi in diverse città e zone della Spagna. Tra gli arrestati, spiccano il presidente della Provincia di León Marcos Martínez e, soprattutto, l’ex segretario generale del Partido Popular di Madrid Francisco Granados.
Proprio quest’ultimo andrebbe considerato come l’elemento chiave, nell’indagine avviata segretamente piú di un anno fa dal giudice Eloy Velasco: fino al suo arresto, Granados è stato il braccio destro di Esperanza Aguirre, Presidente del PP di Madrid – nonché governatrice della Comunità autonoma per molti anni. Granados è onnipresente, nelle foto che ritraggono gli istanti in cui la “cupola” del partito di governo entra in azione: egli ne era il capo e orchestrava una fitta rete di dirigenti politici affinché questi dessero contratti a imprese “amiche” in cambio di una percentuale.
León, Madrid e Valencia sarebbero solo alcuni dei luoghi in cui questa struttura dispiegava la propria influenza. Granados è stato condotto insieme al suo socio David Marjaliza nella prigione di Soto del Real – dove ogni giorno aumenta il numero di politici corrotti. Per il magistrato le accuse sarebbero, tra le altre: associazione a delinquere, riciclaggio di denaro, malversazione di fondi pubblici, traffico di influenze e prevaricazione. Nel frattempo, continuano le ispezioni nei confronti di decine di imprese e di Comuni: qualunque contratto potrebbe rappresentare una prova.
L’indagine è stata avviata in seguito all’allarme lanciato dalle Banche Svizzere in cui venivano reciclate ingenti somme di denaro. Nel corso delle indagini, il giudice istruttore avrebbe ordinato di eseguire delle intercettazioni nella sede dell’azienda di Marjaliza, amico stretto di Granados. Secondo le ultime indiscrezioni, tra gli arrestati potrebbe figurare un agente della Guardia Civil – fermato dalle autorità spagnole perché avrebbe cercato di favorire gli imputati rischiando di compromettere le indagini.
Le indagini si apprestano ora a intraprendere un cammino lungo e insidioso, se non altro per la mole dalle dimensioni colossali – come del resto lo sono anche quelle del caso Gürtel o Palma Arena (dalla costola del quale è venuto fuori il caso del genero del re, Iñaki Urdangarin).
Nonostante tutto, il capo del Governo Mariano Rajoy ha chiesto perdono “a tutti gli spagnoli” per aver messo in posti di responsabilità alcune delle persone arrestate – ma il perdono non serve a nulla, lamentano i cittadini che la crisi la affrontano ogni giorno sulla propria pelle. Ci si aspetta che, già da questa settimana, il classico sondaggio che raccoglie le intenzioni di voto dei cittadini spagnoli riveli un PP senza quella maggioranza assoluta che vanta adesso, per poter governare.