La MotoGP cala il sipario nel nome del Marquez bis
La stagione del motomondiale ha visto la conferma di Marc Marquez con il record di vittorie, ma è stata una grande annata anche per Valentino Rossi, che ha ritrovato lo smalto di un tempo chiudendo secondo in classifica. A ruota Lorenzo e Pedrosa, a confermare il dominio Honda-Yamaha
Chissà cosa avrà pensato Marc Marquez quando poche sere fa, nella sua Cervera, migliaia di concittadini e fan sono accorsi per festeggiare a dovere i suoi successi e quelli del fratello minore Alex, anche lui campione del mondo in Moto3. Chissà se avrà realizzato l’impresa, o meglio, le imprese che ha compiuto fino ad ora. Chissà se lo fa ogni volta che scende dalla sua moto e puntualmente polverizza un record. Probabilmente no, ed è forse questo il motivo che lo rende così umano e così semplice e per il quale non si può non amare, anche se in quello che fa di umano c’è ben poco.
Un 10 e lode il voto alla sua stagione, partita fin da subito alla grande e finita ancora meglio: 362 punti in classifica, un secondo posto e 13 vittorie per lui. Mai nessuno aveva centrato così tanti successi nello stesso anno. Lo spagnolo non ha fatto altro che riprendere il percorso da predestinato e portarsi meritatamente a casa il suo secondo mondiale nel secondo anno nella classe regina. Non c’è alcun appunto che si possa fare al pilota della Honda: freddo e lucido come il più grande dei veterani, spietato in pista e semplicemente superiore agli altri. Fa impressione pensare che a soli 21 anni sia riuscito a piegare campioni del calibro di Rossi, Lorenzo e Pedrosa e che tenga praticamente in pugno la Honda. La moto c’è senza dubbio ma, diciamo la verità, non si guida da sola.
Da “quasi 10” anche la stagione dell’altro grande protagonista: Valentino Rossi. Dopo qualche anno di purgatorio tra l’infelice parentesi alla Ducati e il ritorno a casa Yamaha, il Dottore è riuscito finalmente a tornare ai livelli che gli spettano. Non si può dargli un 10 pieno perché la presenza di Marquez ce lo impedisce ma è anche vero che, se non ci fosse stato lo spagnolo, Valentino avrebbe avuto molte probabilità di portarsi a casa il decimo mondiale della sua carriera. Con 13 podi, due vittorie e una pole, la sua è stata una stagione in crescita e sicuramente tra le migliori della sua carriera. Ha pagato un forte gap iniziale con la Honda che via via è andato colmandosi ma il pilota italiano c’è e non ha neanche mai nascosto di credere all’ennesimo titolo. A 35 anni suonati non è facile competere in un circus sfrenato come quello del Motomondiale e stare al passo con avversari, gomme e scuderie che crescono in continuazione. Nel suo mirino ha avuto sempre e solo Marquez ed è riuscito nella difficile impresa di ridurre il padrone di casa Lorenzo a un semplice osservatore delle sue imprese.
Tolti i due grandi protagonisti di questa stagione, arrivano loro, quelli che quest’anno hanno fatto da spalla e che si sono limitati solamente a confermare la superiorità della Honda e della Yamaha. Parliamo di Jorge Lorenzo e Dani Pedrosa, rispettivamente terzo e quarto nella classifica mondiale, da cui ci si aspettava sinceramente molto di più. Una stagione sufficiente la loro, se non altro per il nome che portano. Discontinua l’annata di Lorenzo che, tra problemi di tipo tecnico e di natura psicologica, è riuscito a riprendersi solamente nella seconda metà della stagione. Sicuramente non l’ha aiutato l’ascesa del compagno di squadra, contro cui è diventato troppo difficile competere, ma ormai era tardi per recuperare il terreno perduto.
Ancora una volta emblema della sfortuna è invece Dani Pedrosa che, tra i vari Stoner e Marquez di turno, non riesce mai a dire la sua. Che sia tra i top rider non v’è dubbio ma è altrettanto vero che il confronto con Marquez lo perde amaramente. Otto podi per lui e quarto posto nella classifica mondiale: un ricco bottino per qualsiasi pilota mediocre, una magra consolazione per chi si chiama Dani Pedrosa.
Prima di concludere la nostra analisi è doveroso fare un cenno ai nostri Andrea Dovizioso e Andrea Iannone, che dall’anno prossimo saranno compagni di squadra in Ducati. Un ottimo quinto posto mondiale per il “Dovi”, che ha fatto registrare buone prestazioni anche se al di sotto delle sue vere potenzialità. Per la scuderia di Borgo Panigale è diventato insostituibile e lui per primo ci deve credere. Aspettiamo con ansia di vederlo l’anno prossimo, quando avrà al suo fianco Andrea Iannone, neo promosso nel team ufficiale. La stoffa e il talento ci sono, la strada imboccata è quella giusta.
Non ci resta che augurare buone e meritate vacanze ai piloti della MotoGP, nella speranza che ricarichino a dovere le batterie per offrirci un altro grande spettacolo sulle due ruote anche nel 2015.