Formula 1, Hamilton trionfa nel deserto e diventa campione
Ad Abu Dhabi il pilota britannico della Mercedes trova l’undicesimo successo della stagione conquistando così il suo secondo titolo. Problemi all’ERS costringono Rosberg ad una gara anonima, chiusa al 14° posto
Il mondiale è finito: Lewis Hamilton ce l’ha fatta, dominando una gara, ad Abu Dhabi, che ha avuto due momenti fondamentali. Il primo alla partenza, quando il pilota della Mercedes ha superato Nico Rosberg che partiva in pole position, e l’altro, al giro numero 24 quando il pilota tedesco ha iniziato ad avere problemi con l’ERS, unità composta da due motori elettrici, che garantiscono al pilota 164 cavalli di potenza supplementare.
Rosberg senza questo sistema in funzione perdeva nei confronti del compagno 4 secondi e mezzo a giro, vedendosi raggiunto e superato dalle vetture che lo precedevano. La cosa che stupisce di questa situazione è che il pilota tedesco non ha mai perso la calma. Le sue conversazioni coi box anche nei momenti più drammatici riguardavano la posizione nella quale si sarebbe dovuto trovare in caso di un ritiro di Hamilton per potersi laureare campione del mondo. Altro segno che mostra la voglia di chiudere alla grande questo mondiale il tedesco l’ha data a un giro dalla fine quando il box, per preservare la vettura, gli ha imposto di rientrare, e quindi di ritirarsi. Lui invece ha voluto chiudere il gran premio nonostante tutto, anche se ciò ha comportato, l’essere doppiato dal compagno di squadra.
Per Hamilton è stata una vera e propria apoteosi, la sublimazione di una stagione super che nei 18 gran premi della stagione l’ha visto trionfare 11 volte, arrivare tre volte 2° e due volte 3°. Nel corso dell’anno si è ritirato tre volte, in Australia, Canada e Belgio. Una vera e propria marcia trionfante se confrontiamo i suoi dati con quelli di Rosberg, che ha collezionato 5 vittorie, dieci secondi posti, un quarto posto e due ritiri in Gran Bretagna e Singapore.
L’unico in grado di interrompere il dominio Mercedes è stato Daniel Ricciardo, vera sorpresa di questa stagione. L’australiano della Red Bull non solo ha dominato il duello interno con Sebastian Vettel, suo compagno di squadra, ma è stato anche capace di vincere ben tre gran premi, arrivando davanti alle Mercedes in Canada, Ungheria e Belgio,
Questa è stata l’ultima gara nei rispettivi team per molti piloti. Caloroso è stato il commiato d’addio di Fernando Alonso alla Ferrari. Lo spagnolo, come ringraziamento, ha corso il suo ultimo GP in rosso con un casco raffigurante i meccanici e le loro firme. Di contro questi ultimi gli hanno donato una tuta commemorativa con la quale l’asturiano ha corso l’ultimo gran premio del 2014. Più freddo e informale il distacco tra Vettel e la Red Bull, maturato tramite un cartello celebrativo. Abu Dhabi, segna infine il canto del cigno di Jenson Button in Formula 1, messo alla porta dalla McLaren per garantire ad Alonso un compagno di squadra poco competitivo, Kevin Magnussen.
Tornando alla Rossa di Maranello, ha destato curiosità la voce, che va confermandosi, di un allontanamento di Marco Mattiacci dalla direzione della Gestione Sportiva. L’indiziato principale alla sua sostituzione sembra Maurizio Arrivabene, vice presidente di Philip Morris International, storico partner commerciale della Ferrari. La motivazione che sta portando il Cavallino ad optare per questa scelta è, che seppur senza ruoli istituzionali, Rivabene calca i paddock di Formula 1 dai tempi di Ayrton Senna.
In chiusura c’è da sottolineare l’ennesima prova esaltante offerta dalla Wiliams, con Felipe Massa e Valtteri Bottas sul podio alle spalle del neo campione del mondo Hamilton. C’è rammarico soprattutto per il pilota brasiliano, che ha sperato fino all’ultimo nella vittoria. In questo finale di stagione la bianca scuderia motorizzata Mercedes si è mostrata all’altezza delle vetture di Stoccarda e inevitabilmente si candida a prima rivale della stella per il 2015.