Ambiente? L’Europa ci (ri)pensa
Questa settimana, durante l’ultima seduta del Parlamento europeo, il numero uno dell’Unione Europea ha presentato il “A New Start” il piano della Commissione per il 2015. Un programma interessante e ambizioso che, tuttavia, ha scatenato molte polemiche per quanto riguarda le future azioni legislative in tema di ambiente
Era passato troppo tempo dall’ultima volta (poche settimane) da quando il neo Presidente della Commissione europea aveva fatto parlare di sé in termini negativi.
Era difficile superare, in così poco tempo, le polemiche per lo scandalo Luxleaks, lo scoop giornalistico che aveva smascherato gli accordi tributari stipulati, negli ultimi anni, tra il governo lussemburghese di Jean Claude Juncker e numerose multinazionali a danno dei paesi dell’Ue e del resto del mondo.
E invece Juncker c’è riuscito, ha deciso di festeggiare il Natale presentando il nuovo programma di lavoro per il 2015 della Commissione europea, ma con una piccola sorpresa: ritirare le proposte legislative in materia di riciclaggio e qualità dell’aria.
Sì perché Juncker ha deciso di ritirare e modificare il pacchetto di leggi “Aria pulita” presentato esattamente un anno fa dalla precedente Commissione Europea (ndr Juncker è stato eletto a luglio 2014) finalizzato alla riduzione delle emissioni nocive provenienti da industria, traffico, impianti energetici e agricoltura.
Sempre in tema di ambiente, il numero uno dell’UE ha deciso anche di non portare avanti anche un’altra proposta, quella sull’economia circolare e il riciclo.
Anche questa proposta era partita con la precedente Commissione Europea e mirava a portare il riciclo dei rifiuti municipali al 70% e quello d’imballaggio all’80% entro il 2030, creando così, secondo alcune stime, quasi 580mila nuovi posti di lavoro in Europa.
Le lettere scritte nelle scorse settimane da undici ministri dell’Ambiente, tra cui Francia, Italia e Germania preoccupati di questa scelta? Ignorate. Le proteste delle associazioni ambientaliste? Un fastidioso ma accettabile rumore di fondo.
La richiesta formale avanzata dal Consiglio dell’Ue alla Commissione europea per chiedere di ripensarci ed analizzare meglio e più a fondo il tema dell’ambiente e delle ricadute lavorative? Declassata a poco importante.
Nel programma presentato la motivazione ufficiale usata per ritirare la proposta in tema di riciclo è stata: “ritirata per essere sostituita con una nuova e più ambiziosa proposta entro la fine del 2015”.
Come a dire che nuovo significhi a tutti i costi migliore. Chi lo sa. Forse è vero e le nuove future proposte sull’ambiente saranno migliori di quelle, già buone, finora presentate.
Per ora di nuovo non si è visto nulla se non una forte, forse eccessiva, sicurezza nelle proprie capacità e, allo stesso tempo, la solita vecchia politica europea al lavoro che preferisce, forse, sottostare alle pressioni di pochi a scapito di molti.
(fonte immagine: http://www.autoexpress.co.uk)