Happy Days Motel di Francesca Staasch

  • Happy Days Motel
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Colori acidi e toni surreali sono la cifra di Happy Days Motel, primo film di Francesca Staasch, prodotto da Blue Film e Four Lab con Rai Cinema e il sostegno della Fondazione Sardegna Film Commission.

Una commedia nera è il primo lungometraggio di Francesca Staasch, prolifica regista che fra teatro, cinema, videoclip, pubblicità esprime il suo talento coltivato con studi alla London Film School e con maestri-mito come Robert McKee, Ken Dancyger, Stefano Benni e Abbas Kiarostami.

Francesca, che è stata artista residente a La Cité Internationale Des Arts a Parigi e ha partecipato al primo Berlinale Talent Campus, ha molto da raccontare, con uno sguardo personale mai banale.

La gestazione di Happy Days Motel inizia sotto buoni auspici, perché la sceneggiatura, scritta dalla Staasch insieme a Daniele Malavolta, viene premiata al Sonar Scrip Festival 2009. Da lì inizia il faticoso cammino produttivo in partnership con la Blue Film che ottiene la “green light” da Rai Cinema all’interno del progetto Web Movies, film a basso costo pensati per essere fruiti gratis in streaming sul web.

Il budget del film è stato mini, ma come ci tiene a precisare la regista durante la presentazione al Fanfulla (l’appuntamento settimanale dedicato al cinema come spin-off del programma radiofonico Radiocamera), tutti sono stati pagati, poco, ma pagati. Va bene essere indie, ma professionalità è avere consapevolezza dell’assioma che c’è tra prestazione lavorativa e compenso economico.

Il film è un caleidoscopio di personaggi surreali e ai limiti che per un attimo intrecciano le loro esistenze “autistiche” nel motel che dà il titolo all’opera. Un edificio che è un reperto di archeologia industriale disperso nel vuoto, come lo sono le esistenze dei personaggi che ne popolano le stanze vuote. È un posto che sembra essere sopravvissuto a una sciagura, allo stesso modo di un’esistenza priva di senso, dove il disagio è palpabile insieme al senso di spaesamento, dove tutti aspettano una qualche redenzione o una epifania, ma è un’attesa infinita.

L’avvio è da road movie, con l’arreso Balti (Lino Guanciale), un “normale” o forse “sbiadito” impiegato divorziato con una figlia spigolosa, che inaspettatamente riceve la visita del capo per comunicargli di essere stato “trasferito”. I due operai che alacremente si mettono al lavoro per cancellare le tracce del passaggio di Balti in quell’ufficio, portando via scrivania, Pc e strappando cavi, esprimono un’urgenza che sembra la furia di una tempesta inarrestabile. In effetti la vita di Balti verrà messa a soqquadro dal nuovo compito a cui dovrà adempiere: consegnare delle valigette dal contenuto misterioso a una serie di clienti sparsi qua e là. Da qui prende le mosse un viaggio sconclusionato che lo porterà a fermarsi all’Happy Days Motel, quando la sua tabella di consegna subirà una battuta d’arresto, e così entrerà in un universo borderline.

C’è Laura (Valeria Cavalli), che ha perso la giovane figlia in coma da anni, resa quasi catatonica dal dolore, che si trascina dietro come la valigia da cui non si separa mai. Chissà se saprebbe liberarlo, così come fa con il contenuto dei distributori di merendine ai quali fa sputare oltre che il cibo anche le monete.

C’è l’ossessiva-compulsiva Candy (Valeria Belardelli), un’eterea e inquieta adolescente che si ostina ad amare Lupo (Luciano Curreli), un sofferto e sofferente eroinomane cinquantenne con un passato da famoso della pubblicità. Potrebbero salvarsi, ma Candy prova a farsi amare vestendo i panni di ancella dell’ero, Lupo non può sfuggire alla sua unica dea, la polvere. Poi c’è Dustin (Luigi Iacuzio), meccanico e gigolò “con metodo” o come ama definirsi “terapeuta sessuale” che si dà piacere autolesionandosi.

Balti piomberà con la sua voglia di normalità – la cosa a cui più aspira è vedersi accreditare lo stipendio per poter pagare gli alimenti arretrati all’ex-moglie per privarla di un preteso col quale armare sua figlia contro di lui – e metterà in moto una serie di reazioni a catena che scompagineranno quel mondo di solitudini che trascinano dietro il proprio dolore come moderni Sisifo.

Il cast è ottimo, con attori molto bravi e credibili, la colonna sonora ammalia e quell’aria da film non italiano rende Happy Days Motel un’opera da non perdere. Se siete curiosi, andate sulla pagina web di Rai Cinema Channel, questo è il link (http://bit.ly/1xZjYNa), per vedere il film gratuitamente in streaming.

Giusy Andreano

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