Volley, Modena è tornata: ecco l’undicesima Coppa Italia
La Modena del volley solleva in aria la Coppa Italia 2015. Un successo ottenuto con merito contro una formazione (Trento) che aveva conquistato tre delle ultime cinque edizioni
La regina è tornata. Per i canarini si chiude un’astinenza che durava dal 1998. L’undicesimo titolo di Modena nella sola Coppa Italia riconsegna al pubblico di casa e di tutto il Paese una squadra affamata di vittorie e desiderosa di aggiungerne altre al ricco palmarès.
“Dovremo gestire bene la vittoria“, ha detto saggiamente coach Angelo Lorenzetti ai microfoni della Rai dopo l’affermazione contro la squadra in cui figura come general manager l’ex Bruno Da Re. La piazza di Modena, infatti, è molto “calda” e ha conosciuto il meglio della pallavolo italiana: Cantagalli, Bernardi, Lucchetta, Giani, Sartoretti solo per citare qualche nome.
Sartorace era in campo a Modena nel 2008, quando gli emiliani vinsero la Challenge Cup, la quinta nella storia del club: nessuna in Europa ha fatto meglio. Fino a domenica era stato l’ultimo titolo nella straripante bacheca di via Divisione Acqui. Da allora tanti traguardi mancati, anche di poco, e delusioni che crescevano di stagione in stagione.
Quest’anno il campionato è iniziato con una vittoria netta contro i vicecampioni d’Italia di Perugia. Eppure, in pochi avrebbero preventivato il secondo posto al giro di boa, con gli stessi punti dell’Itas (ma con una vittoria in meno).
Ancora in meno avrebbero previsto che una formazione giovane, pur con tanti campioni in squadra, avrebbe battuto i campioni d’Italia (dopo essere stati sotto nel punteggio) in semifinale. Nell’ultimo atto la vera prova di potenza, con un 25-12 nel quarto e conclusivo parziale che è quasi un inedito a questi livelli. Per trovare un equivalente occorre tornare all’edizione del 1997. C’era ancora il cambio palla, i set si chiudevano a quindici e Cuneo segnò appena quattro punti nel secondo parziale in una finale persa tre a zero. Chi vinse? Modena, naturalmente.
Il ritorno al successo ha anche il fascino di un copione che si rinnova. La scenografia è sempre a Bologna. Non è un caso che sia stato il palazzetto dei cugini, mai troppo amati dall’altra parte del fiume Secchia, ad aver registrato alcuni dei più grandi successi nella storia del club gialloblù. Anno 1986: la Panini Modena, terza in stagione regolare, supera la Tartarini Bologna nella finalissima secca del Pala Dozza. È il quinto scudetto per Modena, il primo dell’era targata Julio Velasco. Ne arriveranno altri tre di fila, sempre contro rivali regionali (Parma).
Torniamo a Bologna e compiamo un passo avanti di dieci anni: 1996. Modena si chiama ora Las Daytona, quella stagione conquisterà il decimo scudetto, quello della stella. Il capoluogo emiliano entra in gioco però in Europa. I gialloblù superano i tedeschi del Dachau e ottengono la Champions League. Un successo, il secondo, che sarà presto imitato a Vienna e Novi Sad, città della Serbia gemellata con Modena.
Quattro Coppe dei Campioni, tre Coppe delle Coppe, cinque Challenge Cup, una Supercoppa europea e una italiana, undici scudetti e ora undici Coppe Italia. Qualunque allenatore soffrirebbe la pressione di guidare una formazione da una storia così ricca. Al PalaPanini, storico impianto da oltre cinquemila posti, l’entusiasmo non potrebbe essere più alto per una squadra che sembra avere tutte le carte in regola per competere alla grande.
La regia è affidata alle sapienti mani di Bruninho, alzatore brasiliano da molti indicato come il migliore in circolazione. Le “braccia armate” sono N’Gapeth e Petric, giocatore arrivato a sfidare un mito cittadino come Franco “Mani di pietra” Bertoli. Il numero quattro che il serbo porta dietro la schiena era stato ritirato dalla società in onore di Bertoli. Il sostituto sta facendo di tutto per non farlo rimpiangere.
Al centro spazio a Matteo Piano e Pieter Verhees, giovani divenuti punti fermi delle Nazionali italiana e belga. Senza dimenticare giocatori di grande esperienza pronti a entrare. Partiamo dal centro, dove Andrea Sala ha più volte risposto “pronto” al momento del bisogno. In banda c’è l’esplosivo Luca Vettori, il potente Uros Kovacevic e il giapponese Yuki Ishikawa, diciannove anni giunto con qualche promessa e un gemellaggio con Hiroshima.
Come libero il nazionale Salvatore Rossini è una garanzia. Pronto all’evenienza Fabio Donadio, come l’alzatore Dante Boninfante e lo schiacciatore-opposto Alberto Casadei. Nella SuperLega Modena aveva perso solo con Lube e Trento, entrambe sconfitte in Coppa Italia. Se la squadra di Lorenzetti continuerà a viaggiare sulle ali dell’entusiasmo, come fatto finora, idee come “scudetto” e “qualificazione in Champions League” (rafforzate dallo stesso presidente, Catia Pedrini) potranno essere ben più di semplici pensieri di metà campionato.