A Peshawar, tra banchi vuoti e filo spinato

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Il 12 gennaio, 26 giorni dopo l’attentato alla scuola di Peshawar, sono riprese le lezioni, tra la paura di nuovi attacchi e il desiderio di ritrovare la normalità

di Elisa Di Benedetto

peshawarMassima allerta sin dalle prime ore del mattino, guardie armate, filo spinato e rumore di elicotteri. E’ cominciato così il ritorno sui banchi per gli studenti della scuola militare di Peshawar in Pakistan, che lunedì 12 gennaio hanno ripreso le lezioni, 26 giorni dopo l’attentato talebano che il 16 dicembre ha provocato 150 vittime.

All’ingresso della scuola, un posto di blocco, ma anche ghirlande di fiori  in ricordo delle vittime. All’interno, i banchi vuoti dei giovani studenti uccisi e di chi non è tornato a scuola. Secondo i dati forniti dai principali istituti scolastici della capitale della provincia di Khyber Pakhtunkhwa, non supera il 70% la percentuale dei giovani e dei bambini che hanno ripreso le lezioni dopo le vacanze invernali, prolungate per il timore di nuovi attacchi e per permettere alle scuole di dotarsi delle misure di sicurezza.

Dopo l’attentato, il Governo aveva infatti chiesto alle scuole di riaprire solo dopo aver provveduto a potenziare la sicurezza, dall’installazione di videocamere, allo spiegamento di forze, al filo spinato sui muri di recinzione. Misure che non tutte le scuole hanno adottato entro i termini previsti, sia per i tempi ristretti, sia per insufficienza di risorse economiche. Stando ai dati forniti dalla polizia alla stampa locale, al 12 gennaio, nella provincia di Peshawar solo 118 scuole avrebbero ottenuto la certificazione da parte delle commissioni incaricate di verificare le condizioni di sicurezza.

La paura di nuovi attentati è alta. Lo dimostrano la frequenza a scuola e le misure di sicurezza adottate dalle scuole. Alcuni istituti, hanno scorte di armi e munizioni da utilizzare in caso di emergenza e telefoni cellulari direttamente collegati alle agenzie che si occupano della sicurezza. Il governo provinciale ha permesso a insegnanti e personale di portare le proprie armi, da utilizzare per rispondere a eventuali attacchi in attesa dell’intervento delle forze di sicurezza per rispondere, come ha confermato il ministro dell’informazione provinciale Mushtaq Ahmad Ghani.

Nel frattempo, si provvede al sostegno psicologico per gli studenti e per le loro famiglie, attraverso la distribuzione di opuscoli informativi “Dopo la tragedia: istruzioni utili per genitori e insegnanti”, una guida per aiutare insegnanti e genitori a riconoscere i sintomi di traumi psicologici nei bambini e assisterli con il sostegno necessario.

Se le lezioni sono riprese regolarmente, ci vorrà tempo perché tutto torni alla normalità: il tempo di adattarsi alle misure di sicurezza potenziate, con videocamere di sorveglianza; il tempo di superare lo shock degli studenti sopravvissuti all’attentato e le preoccupazioni dei genitori.

Più forte della paura e della preoccupazione è la determinazione a reagire e a rispondere al terrorismo e all’estremismo tornando a scuola.

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