“Dov’è Desdemona?” al Teatro Kopò di Roma
Al Teatro Kopò di Roma in scena uno Shakespeare nuovo di zecca in “Dov’è Desdemona?”
Gelosia, amore, inganno, la virulenza delle passioni, è questa la vera protagonista della tragedia shakespeariana “Otello”, la cui trama ormai, ciascuno di noi conosce quasi per patrimonio genetico. Tentarne dunque un ennesimo rifacimento implica, oltre che grande creatività, la profonda convinzione di aver scoperto, nella trama, qualcosa che era finora sfuggito allo spettatore.
Ed è proprio questo che accade in “Dov’è Desdemona?”, spettacolo messo in scena dalla compagnia Teatro delle Viti | iNuovi, ospitato fino al 25 gennaio al Teatro Kopò di Roma. A reggere il palco per un’ora sono Michele Galasso ed Eugenio Coppola, rinnovati Otello e Iago, che con maestria e la dose giusta di metateatro accompagnano il pubblico in uno scavo profondo nelle coscienze dei personaggi.
Otello si presenta agli occhi immerso in una tinozza, mentre agita una barchetta e si gode il suo bagnetto. Guidato dagli istinti, Otello è il dionisiaco per eccellenza: la sua passione per Desdemona vive d’innocenza, egli crede nel greco ritornello “καλὸς καὶ ἀγαθός“ e non ammette repliche di sorta. Jago dal canto suo, principale fruitore della sottile arte della menzogna, pateticamente ama e al contempo irride questo padrone ingenuo e addormentato. Vestito d’inganno, cambia voce e con un semplice cappuccio diventa Desdemona e tesse la tela attorno al suo padrone.
Una tela che è anche scenario, sul palco infatti sono allineati solo semplici pali bianchi, che Iago sposta a suo piacimento e con cui costruisce gabbie di forme sempre nuove attorno al suo Otello, che invece subisce passivamente la scena, senza avere nemmeno lontanamente la forza di spostarne un elemento.
Il rapporto dialettico tra i due protagonisti non si spegne mai, il silenzio non subentra né può prendere posizione: potrebbe suggerire ad Otello di ragionare, invece Iago deve infarcirlo di parole, negazioni ed affermazioni che non rompano l’incantesimo. Sul palco c’è l’Inganno, che da astratto e metaforico, diventa persona e personaggio: Iago ha sulla scena i movimenti languidi, i sorrisi ammaliatori, la voce pungente e dolciastra della Bugia: più che un carattere, Eugenio Coppola interpreta una situazione.
Eppure, in tutto questo, dov’è Desdemona? La figura femminile ed angelica di perfezione ed umiltà? Desdemona non esiste, ecco la grande scoperta, ella è un inganno: prima della mente innamorata di Otello, che la dipinge candida e perfetta; e poi di quella di Iago, che la trasforma in un demone crudele e mistificatore. I due non hanno bisogno di una donna in carne ed ossa per esaudire i propri desideri, ne basta l’idea e quello che loro stessi riescono ad attribuirle. Questa è la vera sorpresa di Shakespeare: la mente umana riesce a produrre ogni cosa e le sue convinzioni distruggono e costruiscono, ad una velocità che la realtà non riuscirebbe mai ad eguagliare. Desdemona non serve, nulla serve di reale contro la forza della parola.