Voto agli studenti Erasmus: intervista a Carlo Bitetto di ESN

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Il diritto di voto per gli studenti all’estero potrebbe diventare realtà: approvato l’emendamento che permetterebbe agli Erasmus di partecipare alle consultazioni via posta. Ne abbiamo parlato con Carlo Bitetto, presidente di ESN, l’Erasmus Student Network italiano 

di Graziano Rossi

Il tweet del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla #GenerazioneSenzaVoto

Il tweet del Presidente del Consiglio Matteo Renzi sulla #GenerazioneSenzaVoto

Una legge elettorale utile anche per chi studia all’estero. Lunedì scorso il Senato ha finalmente approvato l’emendamento che prevede la possibilità per gli studenti del progetto Erasmus, che ogni anno consente a circa 25.000 italiani di fare uno scambio culturale (qui il nostro precedente articolo), di votare per corrispondenza. 

Presentato dai Senatori Del BarbaCociancich e Marcucci, l’emendamento, che fa parte dell’Italicum, ha avuto il via libera con 235 voti a favore, 5 contrari e 16 astenuti. Abbiamo parlato di questo importante traguardo con Carlo Bitetto, presidente di ESN Italia, l’Erasmus Student Network del nostro Paese.

Il Senato ha approvato l’emendamento che permette a studenti italiani in Erasmus di votare dalla sede del loro scambio.  Si può dire che il progetto #GenerazioneSenzaVoto a breve cambierà nome visto il raggiungimento di questo importante traguardo?
Il progetto, sviluppato dalle 50 sedi locali di Erasmus Student Network Italia a partire da settembre 2014 dopo una preparazione di oltre un anno, potrà dirsi concluso solo quando la Camera dei Deputati avrà ratificato il testo del Senato e cioè quando il risultato di garantire il voto a tutti gli Italiani all’estero sarà stato raggiunto.  Non vi sarà un ulteriore progetto dedicato, ma sicuramente una grande emozione quando i primi Erasmus italiani potranno votare. Generazione Senza Voto è davvero un progetto pensato per gli studenti di domani.

Il nutrito gruppo di rappresentanti dell’Erasmus Student Network

Il nutrito gruppo di rappresentanti dell’Erasmus Student Network

In un Paese come l’Italia, dove sempre più spesso i giovani (studenti, lavoratori, etc.) non vengono considerati, a quale obiettivo si può puntare nel momento in cui invece le Istituzioni (ad esempio il Parlamento) pensano che la formazione, anche all’Estero, abbia un ruolo fondamentale nella crescita personale e professionale degli studenti stessi?
Le richieste di ESN non potevano rimanere inascoltate questa volta. Abbiamo chiesto una cosa semplice: garantire un diritto su cui tutti concordavano, a prescindere dagli schieramenti politici. Purtroppo in Italia troppo spesso ci si complica la vita a livello parlamentare e le “leggi giuste” non diventano legge. L’entusiasmo messo in campo dai nostri volontari stavolta ha centrato l’obiettivo e credo che ognuno di noi proverà una bella emozione quando un domani i nostri figli si rifiuteranno di tornare in Italia per votare affermando di poterlo fare direttamente dall’estero.

Quali sono le prossime iniziative che ESN ha intenzione di realizzare?
Quando Generazione Senza Voto potrà essere definito come un percorso concluso, le Sezioni locali potranno tornare a concentrarsi sulle attività di accoglienza per gli studenti Erasmus, nostro vero “core”. Oltre a ciò metteremo in campo le energie per dire la nostra in campo di mobilità studentesca andando a parlare nei licei italiani grazie al progetto Erasmus in Schools, con cui abbiamo già raggiunto, nelle due edizioni passate, circa 20.000 studenti delle scuole superiori. Al contempo sensibilizzeremo gli studenti incoming sull’importanza di praticare sport anche durante il periodo all’estero. A riguardo è prevista, a metà marzo prossimo, la seconda edizione delle Olimpiadi Nazionali Erasmus, programmata ad Avellino. E che ESN non resti a guardare lo dice anche il fatto che l’associazione è partner della Commissione Europea per quanto riguarda EXPO2015 di Milano, che offrirà molte opportunità, soprattutto in campo di volontariato, a giovani con un background di mobilità studentesca.

esn-230pxAd oggi, con la crisi che ancora investe il Vecchio Continente (e non solo), ha ancora senso un progetto come quello Erasmus, nato ormai quasi 30 anni fa?
Se una decina di anni fa l’Erasmus si presentava come un’interessante opportunità per studenti che volessero trascorrere un’esperienza di studio e di vita per un breve periodo, ora il concetto di Erasmus è completamente cambiato, in virtù principalmente di due fattori: le concomitanti circostanze storico – economiche e il nuovo programma Erasmus+. Nell’Europa di oggi (soprattutto meridionale) diventa essenziale arricchire il proprio CV con un’esperienza fuori dall’Italia e la conoscenza di una seconda lingua ad un buon livello. Ciò che si apprende in Erasmus può davvero fare la differenza nella ricerca del posto di lavoro. Dall’altro lato il nuovo programma Erasmus+ ha ricompreso sotto di sè tutte le opportunità di trascorrere un periodo all’estero: non solo per studio, come il “vecchio” Erasmus, ma anche per tirocinio e volontariato. Si tratta di occasioni per un range di pubblico eterogeneo, da giovani ragazzi sino agli adulti che vogliano fare un’esperienza all’estero, che può anche consistere in un percorso di doppia laurea e non solo in un periodo circostanziato all’estero.

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