Dipendenti pubblici vs Roma Capitale
Intervista a Roberto Betti, coordinatore del sindacato USB al Comune di Roma, in merito agli attriti tra dipendenti pubblici e Roma Capitale
di Marco Assab
A distanza di poco più di un mese dalla notte di Capodanno e dalla nota vicenda che ha visto contrapporsi duramente la categoria dei vigili urbani al Comune di Roma, cerchiamo, al netto delle polemiche e delle strumentalizzazioni politiche, di fare chiarezza su quanto accaduto. Si è trattato di un episodio (appreso con fatica dai media nazionali) che va inserito nel più ampio contesto dello “scontro” tra più categorie dei dipendenti pubblici e l’amministrazione comunale.
A partire da questa settimana su Ghigliottina.it vi parleremo dell’evolversi della situazione con approfondimenti e interviste, al fine di offrire una visione più chiara di questa delicata questione. Abbiamo intervistato Roberto Betti, coordinatore USB (Unione Sindacale di Base) al Comune di Roma.
Roberto Betti, che cosa sta accadendo tra i dipendenti capitolini e l’amministrazione comunale?
L’amministrazione comunale ha utilizzato strumentalmente il grimaldello di una ispezione del Ministero Economia e Finanze per riscrivere il contratto decentrato che regola l’erogazione di una parte del compenso spettante ai dipendenti. Per far questo ha applicato unilateralmente le regole del decreto Brunetta (150/2009) solo per ciò che danneggiava i lavoratori e sviluppando una contrattazione solo virtuale anche per le latitanze di cgil, cisl e uil che non hanno presentato alcuna controproposta a differenza di quanto ha fatto la USB.
Quali sono le categorie coinvolte in questo “scontro”?
I lavoratori coinvolti e danneggiati sono in particolare quelli delle categorie più basse (operai ed istruttori, vigili e maestre). La categoria dei funzionari potrebbe in prospettiva guadagnare 100 euro in più l’anno di media anche se nella retribuzione di Gennaio si è vista anch’essa applicare le prime decurtazioni. Viceversa nessun intervento ha riguardato la dirigenza nonostante il Ministero Economia e Finanze avesse evidenziato lo spropositato aumento della loro retribuzione accessoria (lievitata in pochi anni del 354%) e che USB lo avesse segnalato persino in una specifica seduta dell’Assemblea Capitolina.
Può spiegarci, al netto delle polemiche, che cosa è accaduto realmente la notte di capodanno?
I vigili urbani di Roma sono solitamente avvezzi a garantire la tenuta dei servizi ricorrendo a un forte uso dello straordinario – conseguenza di una cattiva organizzazione e di una carenza strutturale di personale. In questa circostanza hanno optato per una indisponibilità a coprire il turno dello scorso 31 Dicembre con ore di straordinario (che è sempre stato volontario). Si è trattato di una scelta di autodeterminazione assunta anche contro le proprie organizzazioni sindacali che – a loro dire – non hanno svolto bene il loro ruolo contrattuale. Questo ha comportato assenze per varie cause (e non nei numeri consegnati alla stampa dall’amministrazione capitolina) che hanno destato grande scalpore, mentre nessun giornalista si è interrogato su quanto del personale operante a Roma fosse stato autorizzato a fruire di periodi di ferie. Questo il vero scandalo: una dirigenza incapace e che aveva autorizzato ferie a sfascio!
Quali sono le vostre richieste e come intende USB, eventualmente insieme ad altre sigle sindacali, portare avanti questa “battaglia”? Ci saranno mobilitazioni?
Sin dalle prime avvisaglie dell’attacco al contratto decentrato dello scorso anno avviammo iniziative proposte anche alle altre organizzazioni sindacali attraverso quell’organismo sindacale unitario che è la RSU. Ma le altre organizzazioni non hanno gradito interferenze. Anzi, hanno boicottato apertamente le nostre iniziative (lo sciopero del 14 Maggio). Nè l’amministrazione ha gradito le nostre controproposte frutto del confronto continuo e dell’esperienza diretta dei lavoratori che si trovano a gestire il rapporto con l’utenza. Ha preferito dichiarare il falso in un atto pubblico sostenendo che USB non avesse presentato alcunché. L’Unione Sindacale di Base ha in corso lo stato di agitazione, ma più che dar vita ad azioni di sciopero stiamo ragionando per costruire presidi di protesta assieme agli utenti che vedono già i primi disastri nella distruzione del servizio pubblico. Come USB abbiamo avanzato semplici ed elementari proposte:
– che si sblocchi il contratto nazionale fermo da più di 5 anni;
– che si tenga conto della riduzione di 5.000 dipendenti in 10 anni, a fronte anche di un incremento delle competenze, per stabilire una base certa di retribuzione per tutti;
– che si annullino le aberranti norme del decreto Brunetta che non migliorano di una virgola l’efficienza dei servizi pubblici;
– che si utilizzino i soldi sottratti alla mafia per ripianare i debiti dell’ente e per premiare i dipendenti onesti.