Omicidio stradale, chimera o prossima realtà?
Ogni anno 3.900 persone muoiono a causa di incidenti stradali. Cresce la percentuale di quelli causati da chi guida sotto effetto di droghe ed alcol. Da tempo si auspica un intervento legislativo per l’introduzione del reato di omicidio stradale
Ogni anno 3.900 persone muoiono a causa di incidenti stradali, cresce la percentuale di quelli causati da chi guida sotto effetto di droghe ed alcool. Secondo i dati resi noti dall’Istat, in Italia si registrano oltre 180mila incidenti l’anno. L’Osservatorio Asaps (Associazione Sostenitori della Polstrada) nel corso del 2014 ha constatato che le vittime dei pirati della strada sono stati 114, di cui 63 bambini (da 0 a 13 anni), 7 in più rispetto al 2013. Roma, in particolare, nel corso del 2013, ha registrato 123 morti.
L’Italia si colloca così al 14° posto nella graduatoria europea per numero di vittime sulla strada, dietro Regno Unito, Spagna, Germania e Francia. Al di là di numeri e statistiche, si nascondono le storie di famiglie che hanno visto morire i propri cari per mano di “killer” della strada. Ad oggi la media della condanna per questo tipo di reati è di 2 anni e 4 mesi.
Si chiamava Lorenzo Guarnieri il ragazzo di 17 anni travolto e ucciso a Firenze dall’auto guidata da un uomo ubriaco e sotto l’effetto di droghe, ci sono poi Flamina ed Alessio, i due fidanzati che in motorino a Roma furono uccisi da un uomo che guidava a forte velocità, senza patente, ubriaco, sotto l’effetto di droghe e che non rispettò il rosso fuggendo senza prestare soccorso. Giancarlo Ravidà è invece il ragazzo 19enne di Prato che a gennaio è stato travolto ed ucciso da un’auto pirata mentre attraversava la strada. Prima di lui altri nomi, altre vittime: Alessandro, Antonello, Giancarlo, Gionatan e molti altri ancora.
Le loro vicende sono il simbolo della lotta per l’ottenimento di un intervento legislativo volto all’introduzione del reato di omicidio stradale. Il nostro codice penale, com’è noto, punisce sia l’omicidio doloso che l’omicidio colposo. Il reato stradale oggi viene però fatto rientrare nella fattispecie colposa (ossia non voluto) e viene punito ai sensi dell’art. 589 del codice penale.
Negli anni sono stati diversi gli interventi volti all’inasprimento della pena per i reati stradali ma nessuno ha portato risultati concreti. È solo grazie alla proposta di legge di iniziativa popolare, nata dal lavoro comune fra l’Associazione Lorenzo Guarnieri, l’Associazione Gabriele Borgogni, l’Associazione Amici e Sostenitori della Polizia Stradale (Asaps) e il Comune di Firenze, che oggi si parla di omicidio stradale ed ergastolo della patente.
Il progetto di riforma, che. oggi conta più di 50.000 firme, è sostenuto da molti soggetti ed istituzioni. Mario Valducci, Presidente della Commissione Trasporti della Camera dei Deputati, ad un incontro sulla sicurezza stradale ha precisato: “L’obiettivo è quello di procedere rapidamente e selezionare all’interno del Codice della Strada quelle norme di comportamento che riguardano direttamente i cittadini alla guida, particolare attenzione verrà posta all’introduzione di una nuova fattispecie di reato, l’omicidio stradale“.
La nuova fattispecie delittuosa verrebbe introdotta nel codice penale all’art. 575bis, così prevedendo: l’introduzione dell’elemento del dolo (volontà) per il conducente che sia trovato in condizioni di ebbrezza alcolica o sotto l’effetto di sostanze stupefacenti e che abbia provocato la morte di almeno un soggetto, l’inasprimento della pena della reclusione per un minimo di 8 anni e un massimo di 18, l’arresto in flagranza di reato e l’ergastolo della patente.
Il Presidente del Consiglio Matteo Renzi in un video alla famiglia di Lorenzo Guarnieri, ha annunciato: “Il tempo dell’impunità è finito, l’omicidio stradale e l’ergastolo della patente sono interventi che il Parlamento ha iniziato ad affrontare, se l’iter parlamentare si blocca interverrà il Governo“.
La proposta dunque, se troverà posto nel nostro ordinamento, darebbe innanzitutto un senso di giustizia alle troppe vittime della strada.
Argomento di importanza fondamentale !!!
L’art. 575 bis, sebbene non riporterà in vita un proprio caro ucciso, arrecherà un po’ di sollievo ai familiari il sapere che questo individuo irresponsabile-sciagurato pagherà in carcere come un qualsiasi altro omicida