“Donna non rieducabile”, la storia di Anna Politkovskaja

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In scena al Brancaccino di Roma “Donna non rieducabile”, spettacolo teatrale che ricalca la vita della giornalista russa Anna Politkovskaja, assassinata a Mosca il 7 ottobre 2006

di Andrea Pulcini 

elena-arvigo-donna-non-rieducabileAnna Politkovskaja? Non so chi sia, Anna Politkovskaja. Con questa triste affermazione, atta a commentare la morte della giornalista russa fatta da una figura di spicco del governo di Mosca, si chiude lo spettacolo “Donna Non Rieducabile”, in scena al Teatro Brancaccino di Roma fino a domani 15 febbraio.

Lo spettacolo è un memorandum teatrale che ripercorre la vita della Politkovskaja. Il testo è un riadattamento di molti suoi articoli. Degna di nota la performance dell’attrice Elena Arvigo, che compare in scena accompagnata solo da una sedia e dallo stipite di una porta.

La storia che la Arvigo ci racconta parla di un posto, dimenticato da Dio e dagli uomini, la Cecenia. L’unica colpa del popolo ceceno è di ribellarsi ai voleri del Cremlino.

L’attrice è abile nel raccontarci la realtà di quei posti rendendoci partecipi, facendoceli vivere tramite descrizioni ben fatte di luoghi o eventi, che, coordinati con effetti audiovisivi, permettono allo spettatore di percepire persino gli stati d’animo che pervadono la giornalista.

Lo spettatore riesce persino a sentire il tintinnio del sangue ciondolante delle teste dei ribelli messe in bella mostra dai militari per esprimere alla popolazionelo strapotere del regime russo. O ancora siamo a Grozny, dove viviamo assieme alla protagonista l’atmosfera triste e cupa d’una piazza fatta esplodere da un kamikaze.

Perché questa è la Cecenia: bombe, esplosioni, posti di blocco, militari muniti di passamontagna per non farsi riconoscere che fanno il bello e il cattivo tempo. E nonostante ciò, i “cattivi” nell’immaginario collettivo dovrebbero essere questi poveri cittadini rei solo di resistere strenuamente nella difesa di una cosa, la libertà.

Anna Politkovskaja

Anna Politkovskaja

Libertà che è stata da sempre il punto cardine della vita di Anna Politkovskaja. Per questo passava tanto tempo in Cecenia, tra bombe e spari, rischiando la vita patendo la fame. Drammatico è nello spettacolo il racconto di un’intervista che la giornalista russa fece ad un soldato di 19 anni, che parla della guerra e dell’ammazzare persone, come se fosse una cosa normale, equiparabile ad alzarsi la mattina o bere un caffè. La brutalità di questo conflitto è dato dal numero di morti, circa 25.000.

La verità con cui Anna raccontava e riportava ciò che vedeva in Cecenia, è una cosa che non è andata giù all’esercito russo, tanto da spingerlo a scrivere un articolo a firma generica nel quale intimava la giornalista a non scrivere ciò che loro definivano “falsità” per evitare di diventare un “nemico” della Russia. A conferma di ciò una frase pronunciata nel 2005 da Vladislav Surkov, uomo definito autore del “Putinismo“, secondo cui i nemici dello stato si dividono in due categorie, quelli che si possono far ragionare e quelli incorreggibili, e questi ultimi vanno eliminati per il bene della madrepatria Russia.

Da li in poi la vita di Anna Politkovskaja sarà un calvario. La giornalista riceverà una decina di minacce di morte a settimana, ad ogni suo articolo seguiva una convocazione in questura per spiegare minuziosamente ogni singola parola presente nei suoi articoli. Ciò la porta a passare anche svariate notti in carcere, ma lei, tira dritta per la sua strada.

Fin quando un giorno, al telefono con suo figlio, viene a sapereche una donna a lei somigliante è stata uccisa mentre entrava nel suo palazzo. Da quel momento la Politkovskaja capisce di essere sotto tiro, e purtroppo morirà, pochi giorni dopo, il 7 ottobre 2006, freddata da quattro colpi di Markov, pistola usata per questo tipo di esecuzioni. Al funerale tre giorni dopo, saranno presenti più di 1.000 persone, ma nessuno di questi era un esponente del mondo politico russo.

Su questo e su molto altro dovremmo riflettere, soprattutto su una libertà di stampa, quasi mai presente in un posto in cui il regime sembra davvero venire prima di tutto il resto.

Donna non rieducabile – Memorandum Teatrale di Anna Politkovskaja
di Stefano Massini
un progetto di e con Elena Arvigo
a cura di Rosario Tedesco

Teatro Brancaccino – via Mecenate 2, Roma
14 febbraio h. 21.30 – 15 febbraio h. 17.30
Biglietto: 15 euro
Tel. 0680687231
www.teatrobrancaccio.it

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