Centro-destra, morto un patto se ne fa un altro
Dopo mesi di gelo, è bastata una cena per riaccendere la passione tra Berlusconi e Matteo Salvini
di Mattia Bagnato
“A colazione mangia quanto vuoi; il pranzo dividilo con un amico e la cena lasciala al tuo nemico”. Questo recita un vecchio proverbio arabo, un aforisma dietro al quale sembrano nascondersi le vere ragioni dell’incontro tra Berlusconi e Matteo Salvini. Una cena di riconciliazione o l’estremo tentativo, fatto da un leader tradito ed isolato, per riprendere in mano le redini di un centro-destra in crisi d’identità? Quel che è certo è che, comunque vadano le cose, quella che ha avuto luogo ad Arcore lo scorso 8 febbraio è stata molto di più di una rimpatriata tra vecchi alleati. Questa volta in ballo c’era il futuro del centro-destra, un futuro appeso ad un filo sottile, che collega le elezioni regionali di maggio all’impellenza di riguadagnare una credibilità messa in discussione da un Patto scellerato.
Così, dopo aver fatto il mea culpa per essersi fidato dell’uomo sbagliato, quello che lo ha lasciato con un pugno di mosche in mano, Silvio Berlusconi sta cercando di rincollare i cocci di una partito allo sbaraglio. Il primo ad essere richiamato all’ordine è stato proprio quel “ribelle” di Fitto. L’ammonimento, secco e deciso, è sembrato più che altro un aut aut: “Decida subito, o con noi o fuori”. L’ex Cavaliere, infatti, trovatosi con le spalle al muro, sembra stia cercando di capire chi vorrà far parte “dell’esercito azzurro”. Quel drappello di uomini chiamati a lavare l’onta del tradimento consumatosi al Quirinale solo pochi giorni fa.
La “coalizione dei volenterosi” – Il secondo atto, quello più delicato visto il precedente tutt’altro che felice, dovrebbe passare dalla ricerca di alleati fidati. Qualcuno che possa garantirgli i numeri necessari, da opporre a quelli schiaccianti dell’attuale maggioranza. È proprio qui, allora, che entrerebbe in gioco Matteo Salvini. Da un sondaggio svolto dall’Istituto Ixè, infatti, emergerebbe un dato schiacciante: il 91% dell’elettorato forzista vedrebbe di buon occhio un’alleanza tra Forza Italia e la Lega Nord. Il passato che ritorna verrebbe da dire, peccato però che da quel lontano 2001 molte cose siano cambiate, prima fra tutte il peso politico dei due partiti in questione.
Questa è casa mia e qui comando io – La Lega Nord di Salvini, infatti, è diventato un partito adulto, niente a che vedere con quel vecchio “carroccio” che a mala pena riusciva ad arrivare al 7%. Il suo leader, da buon populista, ha saputo cavalcare l’onda dello scontento, riuscendo a fare del suo partito il principale interlocutore del centro-destra. Questo a Berlusconi non è sfuggito, così, un po’ per paura e un po’, forse, anche per necessità, ha scelto di riallacciare i rapporti. Seppellire l’ascia di guerra che li aveva allontanati nel corso degli anni. Berlusconi, però, a quanto pare non sembra avere nessuna intenzione di lasciare lo scettro del comando al giovane “condottiero padano”.
Ti amo, poi ti odio e poi ti amo – Una netta presa di posizione, quella del Caimano, che rischia di far riaffiorare gli spettri del passato, fatto di molti scontri ed altrettante riappacificazioni. Lo strappo più tristemente noto è, senza dubbio, quello del ‘94, con annessa bordata di insulti ed accuse reciproche. Da quel giorno i due partiti hanno vissuto da separati in casa, fino al 2001 appunto, quando la CdL ottenne l’ennesimo successo elettorale. Tanto basta perché le vecchie ruggini sembrino accantonante. Poi, però, ci ha pensato il Patto del Nazareno a mettere di nuovo zizzania. Oggi che quel Patto è un solo un lontano ricordo, sembra intravedersi la possibilità di un altro riavvicinamento e, questa volta, con tanto di “benedizione” da parte del Senatur.
La prova del nove – Così, dopo mesi passati a guardarsi in cagnesco, Silvio Berlusconi e Matteo Salvini potrebbero ritrovare la sintonia dei giorni migliori. L’occasione potrebbe arrivare dalle regionali di maggio, un banco di prova fondamentale per testare la solidità dell’alleanza. Rimangono, però, ancora diverse questioni aperte, prima fra tutte la scelta dei candidati. Un dettaglio non da poco conto, sul quale nessuno sembra disposto a rinunciare, preoccupati come sono dalla possibilità di mostrarsi troppo deboli agli occhi dell’ ipotetico alleato.
Il pomo della discordia – Poi c’è lui, Angelino Alfano, colui che tutti vogliono ma che nessuno ha il coraggio di prendere: il vero e proprio ago della bilancia. Silvio Berlusconi vorrebbe riportarlo all’ovile, sicuro che una suo candidatura a maggio rischierebbe di mettergli i bastoni fra le ruote. Salvini, però, da par suo non vuole sentire ragioni, lui quello “sciagurato”, che da mesi sostiene Matteo Renzi, non ce lo vuole proprio tra le sue file. Resta il fatto, però, che il sostegno di NCD sarebbe una manna dal cielo per la Lega Nord, evidentemente ancora troppo carente di seguito in quel Sud che fino ad ora ha tanto disprezzato.
Questo matrimonio non s’ha da fare. Così, Don Abbondio avrebbe commentato la notizia di un possibile ritorno di fiamma tra Forza Italia e la Lega Nord. Sì, perché allo stato attuale delle cose, l’unico a guadagnarci da questa eventualità sembrerebbe essere solo Silvio Berlusconi. Infatti, dopo la sciagurata decisione di dar vita al Patto del Nazareno, Forza Italia è stata quasi sul punto di implodere. Per questo motivo, l’eventualità che i due partiti si ritrovino uniti, sia alle regionali che in parlamento, appare, sempre di più, come la scelta strategica di un “Caimano” che si sente in trappola e non sa come salvarsi la vita. Lo sa bene Matteo Salvini che, pur non potendo vantare la stessa esperienza politica dell’ex Cavaliere, ha già dato prova di non essere uno sprovveduto. Così, di fronte alle avances di chi per anni lo ha tratto come un alleato secondario, Matteo “l’altro” ha scelto di prendere tempo, valutando con attenzione le ripercussioni che questo riavvicinamento potrebbe avere.
Le condizioni adesso le vuole dettare lui, perché la Lega non è più il partitino di un tempo, ma soprattutto, perché Forza Italia non è più quella che ha governato per quasi un ventennio. Oggi, infatti, gli equilibri politici sembrano essersi spostati e un errore di valutazione costerebbe veramente caro. Così caro, da rimettere in discussione tutto il lavoro che la Lega Nord ha dovuto fare per ripulire un’immagine infangata dagli ultimi scandali.
Poi ci sono loro, gli elettori. Quelli della lega, infatti, non hanno mai apprezzato troppo l’eventualità che il loro partito si allei con Silvio Berlusconi. Questioni troppo importanti per essere sottovaluta, a maggior ragione se Matteo Salvini vorrà ancora cavalcare l’onda lunga delle europee.
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