Open Data, per un’amministrazione realmente pubblica
Anche Roma Capitale è dotata di un portale Open Data a disposizione di tutti i cittadini
Sono la chiave per una pubblica amministrazione trasparente. Sono una risorsa importante per i rapporti fra enti pubblici e cittadini. Sono la carta d’identità delle amministrazioni pubbliche. Sono gli Open Data, ovvero dati “aperti”, che non solo vengono messi a disposizione del pubblico ma che possono essere liberamente riutilizzati nei termini della licenza standard a loro associata.
Essi sono frutto dell’attività amministrativa degli enti o di indagini campionarie i cui risultati vengono poi condivisi. La loro potenzialità risiede non solo nell’essere pubblici e liberamente consultabili quanto nella possibilità di essere sfruttati per altri scopi. In particolare, la messa a disposizione degli insiemi informativi del settore pubblico permette infatti di aumentare il grado di conoscenza rispetto al funzionamento del proprio territorio e delle amministrazioni, favorire nuovi canali di partecipazione democratica e disporre di nuove risorse grezze per la creazione di servizi innovativi a partire dai dati.
L’orgine della legislazione sugli Open Data risiede in Europa con la Direttiva 2003/98/CE, approvata dal Parlamento europeo e dal Consiglio il 17 novembre 2003 e relativa al riutilizzo dell’informazione del settore pubblico. La Direttiva ha l’obiettivo di favorire il rilascio e il riutilizzo del patrimonio informativo delle Pubbliche Amministrazioni, quale risorsa per prodotti e servizi dai contenuti digitali e come strumento di crescita economica e opportunità di trasparenza. Il principio generale alla base della direttiva afferma che gli Stati membri provvedono, dove sia permesso il riutilizzo di documenti in possesso degli enti pubblici, a rendere riutilizzabili questi documenti a fini commerciali o non commerciali, conformemente alle condizioni indicate e tramite dati resi disponibili per via elettronica.
La direttiva europea è stata recepita dall’Italia con il Decreto Legislativo 36/2006, successivamente modificato dalla Legge 96/2010 con l’obiettivo di rendere attuative le norme europee. Anche Roma Capitale si è dotata, sin dal 3 ottobre 2012 di un portale Open Data dove è possibile scaricare molti dati relativi all’amministrazione capitolina e la sua struttura, e impiegarli nuovamente in maniera libera, secondo termini di riutilizzo aperti .
Gli Open Data messi a disposizione da Roma Capitale sono raccolti in differenti categorie: incidenti stradali; popolazione e società; economia e lavoro; esercizi commerciali; istruzione e formazione; cultura e sport; turismo e mobilità; territorio; ambiente; amministrazione; elezioni. Per ogni categoria sono disponibili differenti dati raccolti uniformemente in tabelle dal formato stabilito.
La fruibilità dei dati da parte di cittadini e imprese e lo scambio di informazioni fra amministrazione pubblica e questi soggetti è la chiave degli Open Data. Per questo, è possibile richiedere un’integrazione delle basi di dati disponibili, nel caso in cui non si sia trovato ciò che si stava cercando, scrivendo a info.opendata@comune.roma.it.
Il lato sicuramente più innovativo degli Open Data di Roma Capitale è la possibilità che offrono di creare delle applicazioni per smarthphone a partire dai dati disponibili. Sono così nate numerose app grazie a soggetti privati che sfruttando le informazioni condivise, hanno inventato sistemi capaci di intercettare le esigenze dei cittadini. Un esempio è “iLazio” che consente di individuare i tesori nascosti sparsi per la regione, mostrando i siti culturali più vicini alla propria posizione; oppure “Rome view”, che consente di creare percorsi turistici personalizzati e scoprire la storie di oltre 900 fra monumenti, siti archeologici, piazze e chiese.
Gli Open Data per svolgere in maniera esaustiva il compito per il quale sono stati pensati, dovrebbero essere continuamente aggiornati mentre, attualmente, sul portale di Roma Capitale per alcune categorie gli ultimi dati sono relativi al 2013 o al 2012. Inoltre, potrebbe essere interessante inserire anche dati riguardanti la valutazione di politiche avviate sul territorio, raccogliendo cifre che evidenzino i benefici apportati o meno da un programma ai destinatari coinvolti in un progetto.
Un cittadino informato è un cittadino in grado di mettere sotto la lente d’ingradimento la propria amministrazione, con l’intento di rafforzarla e renderla migliore. Gli Open Data saranno realmente utili solo se accompagnati da un cambio culturale, nel quale il rispetto e l’amore per la “cosa pubblica” tornino ad essere il motore dell’amministrazione capitolina.