L’Italia trasparente del FOIA: il “Freedom Of Information Act”
Il FOIA, acronimo di Freedom of Information Act, è la proposta di legge per un nuovo diritto di accesso alle informazioni della PA. Abbiamo approfondito il tema con Ernesto Belisario, Guido Romeo e Rosy Battaglia, parti attive nella promozione e sviluppo di questo progetto innovativo
Trasparenza, partecipazione, consapevolezza, rivoluzione. In una parola, FOIA.
Il “Freedom of Information Act“, ossia la proposta di legge di un nuovo e universale diritto di accesso agli atti amministrativi, ad oggi disciplinato dalle stringenti prescrizioni della legge 241/1990, è il paradigma di quell’Italia che vuole cambiare.
Non soltanto un insieme di regole, ma una sinergia, un movimento sociale che si indentifica nella cultura civica dell’impegno, che orienta verso l’effettiva trasparenza i rapporti tra cittadini e settore pubblico.
“Un cambiamento epocale, un diritto di tutti di controllare l’operato delle amministrazioni”, commenta l’Avvocato Ernesto Belisario, promotore dell’iniziativa per un FOIA italiano, partner dello studio legale E-Lex di Roma, sottolineandone, così, la portata innovativa.
La proposta di legge arriva da 30 organizzazioni della società civile, confluite del progetto FOIA4Italy, le quali fissano, in un testo ambizioso, dieci punti fondamentali necessari affinché possa effettivamente parlarsi di Freedom of Information Act.
Principi irrinunciabile che, in linea con gli standard internazionali, profilano diversi aspetti dei rapporti tra pubblico e privati, riconducibili ad un diritto di accesso per chiunque e senza obbligo di motivazione, verso qualsiasi atto, documento o informazioni in possesso delle Amministrazioni, gratuito, celere, con eccezioni chiare e tassative e che preveda sanzioni qualora illegittimamente negato.
FOIA come sinonimo di prevenzione, crescita e sostegno della fiducia nei confronti di chi amministra.
Nel 2013, è stato realizzato “The Silent State”, un primo studio di monitoraggio sull’accesso alle informazioni nel nostro Paese. È risultato che solo il 13% delle risposte è stato considerato come soddisfacente.
Il dato appena citato fa riflettere e porta a domandarsi con quali azioni concrete, speriamo, e qual future nuove norme dovranno essere supportate. “La vera sfida sarà cambiare la cultura interna delle pubbliche amministrazioni”, ci spiega Guido Romeo, giornalista e fondatore di “Diritto di Sapere”, associazione senza scopo di lucro e senza discriminazione di carattere politico, attiva nella difesa e espansione del diritto di accesso all’informazione.
Oggi, l’alfabetizzazione è percorso trasversale, soprattutto quando la trasparenza diventa caratteristica dell’etica e dell’economia. Come fa notare, infatti, l’Avvocato Ernesto Belisario: “la preparazione è sia lato cittadini, ma anche lato imprese, le quali rappresentano, negli altri Paesi dove è presente il FOIA, la parte maggiore di richieste di accesso per ottenere informazioni utili per lo sviluppo di prodotti e servizi. Il Freedom of Information Act diventa, così, strumento di tipo competitivo e, dunque, è necessaria l’educazione in questa direzione”.
Una formazione che consta anche, e soprattutto, di strumenti concreti, come la piattaforma “Chiedi!” di “Diritto di Sapere”, valido aiuto per il cittadino. Non va poi assolutamente tralasciato il significativo operato di organismi, come Cittadini Reattivi, associazione di promozione sociale per l’informazione e il giornalismo civico, e per la formazione di cittadini consapevoli, attiva per la sensibilizzazione, diffusione e supporto in tal settore.
Rosy Battaglia, giornalista e fondatrice di “Cittadini Reattivi”, spiega: “Sosteniamo e contribuiamo alla diffusione della campagna FOIA4Italy, perché per in nostro Paese è importante avere una vera e propria legge sul diritto di accesso. Vorremmo istituire dei corsi di formazione per aiutare qualsiasi cittadino nella redazione di domande di accesso agli atti, che non sono sempre facili da stilare”.
FOIA come tassello verso l’e-government e la trasparenza. Ma l’Italia è veramente pronta?
Per Guido Romeo “il FOIA è un passo essenziale dei processi di open-government che l’Italia ha sottoscritto aderendo all’open-gov partnership. Riguardo all’e-gov, inteso come digitalizzazione dei processi amministrativi, certamente il FOIA se ne avvantaggia, ma è su un altro livello. Sul fronte dell’e-gov l’Italia purtroppo è decisamente molto in ritardo. Non lo recupereremo facilmente né rapidamente”. Ernesto Belisario sottolinea come “il FOIA, così come costruito, vuole promuovere lo sviluppo digitale delle pubbliche amministrazioni, ci sono tutte i prerequisiti per essere tali. Abbiamo norme, soldi, competenze. Ben vengano regole che rendano cogente la transizione del cambiamento”.
Una proposta di legge che parte dalla collettività e ad essa torna in quanto destinataria; una nuova consapevolezza, una nuova responsabilità di tutti: “I cittadini devono chiedere. Se non chiediamo, le risposte non arrivano. Va bene il progetto FOIA4Italy, va bene la pressione verso la politica, ma ognuno deve fare la sua parte”, conclude Rosy Battaglia.
Ora, l’obiettivo da raggiungere insieme all’intergruppo innovazione di Camera e Senato, al quale è stata presentata la bozza normativa lo scorso 18 febbraio, è di arrivare in sessanta giorni ad un testo che inizi il suo iter legislativo. L’appuntamento è per il prossimo 18 aprileal Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, in occasione del quale verrà presentata la versione aggiornata.
FOIA, “nuovo modo di essere pubbliche amministrazioni, nuovo modo di essere cittadino”.
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[…] Il FOIA è la proposta di legge per un nuovo diritto di accesso alle informazioni della PA. Intervista a Ernesto Belisario, Guido Romeo e Rosy Battaglia […]