Roma, sempre più vicina la Città della Scienza

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Ecco chi sono i sei finalisti del concorso internazionale per la nuova Città della Scienza di Roma e che accederanno alla seconda fase della selezione

di Francesca De Santis

città della scienza roma

L’area della ex caserma Guido Reni nel quartiere Flaminio, dove dovrà sorgere la nuova Città della Scienza di Roma

Non si ferma la strada verso la costruzione della nuova Città della Scienza di Roma. Il concorso internazionale, bandito prima di Natale dalla Cassa Depositi e Prestiti Investimenti S.g.r., proprietaria dell’area dove sorgerà il nuovo polo culturale della Capitale, è entrato nella seconda fase – con sei progetti finalisti selezionati.

Duecentoquarantasei candidature, venti Paesi, dall’Europa agli Stati Uniti, passando per il Medio Oriente e l’Australia. Sono questi i dati relativi alla prima fase della procedura, durante la quale i candidati sono stati chiamati a inviare la propria idea progettuale, per ridare vita all’ex caserma militare di via Guido Reni, nel quartiere Flaminio. L’obiettivo è quello di trasformare l’intera zona circostante in un nuovo angolo di città che accoglierà la Città della Scienza vera e propria ma anche ma anche residenze, servizi e spazi pubblici.

La giuria, guidata dalla Presidente Paola Di Biagi  e composta da architetti e urbanisti quali Christian Sumi, Giacomo Borella, Marco Sangiorgio, Giovanni D’Onofrio, Béatrice Jullien e Francesco Garofalo, ha selezionato sei progetti finalisti. I candidati dovranno ora rivedere insieme ai giurati le loro proposte, in un processo di cooperazione e studio condiviso che li porterà all’elaborazione e presentazione, entro il 16 giugno, di un masterplan definitivo che concorrerà per l’aggiudicazione finale.

I vincitori della prima fase, che si trovano in questi giorni a Roma, hanno effettuato un sopralluogo con la giuria nell’area potenzialmente interessata dal loro progetto. Hanno poi incontrato l’Assessore alla Trasformazione urbana Giovanni Caudo, il Presidente del II Municipio Giuseppe Gerace e Marco Sangiorgio, Direttore Generale di Cassa Depositi e Prestiti Investimenti.

I sei finalisti sono Juan Navarro Baldeweg, Studio 015 Viganò, Caruso St. John, Kcap, Labics e Ian+. Juan Navarro Baldeweg è un artista e architetto spagnolo che ha realizzato diversi progetti proprio nel suo Paese: si ricorda il museo di Alicante ma anche l’ampliamento della biblioteca hertziana a Roma.

Lo Studio 015 Viganò è stato fondato a Venezia nel 1990 e raccoglie urbanisti, architetti e ingegneri che si dedicano principalmente all’elaborazioni di progetti urbanistici e paesaggistici. Operanti in tutta Europa, specialmente in Francia e in Belgio dove hanno realizzato la Piazza della città di Anversa, sono stati apprezzati per il lavoro svolto nel quadro della consultazione “Grand Paris” sul futuro assetto della capitale francese.

Lo Studio Caruso St. John nasce a Londra nel 1990 da un’idea di Adam Caruso e Peter St. John. Vincitore del concorso internazionale per l’ampliamento della biblioteca di Stoccolma nel 2014 e finalista con diversi progetti allo Sterling Prize, lo Studio sta portando avanti progetti urbani a Monaco, Zurigo e Amburgo.

Rotterdam, Shangai e Zurigo sono  invece le sedi di Kcap, fondato da Kees Christiaanse nel 1989. Specializzato in architettura e urbanistica, lo studio è fra i più influenti in Asia e in Europa. Ha coordinato il progetto urbano di HafenCity ad Amburgo.

Labics è uno studio romano creato nel 2002 da Maria Claudia Clemente e Francesco Isidori. Tra le opere realizzate c’è il complesso polifunzionale MAST di Bologna e, ancora in corso, “La città del Sole” nell’area di Piazza Bologna a Roma. Labics partecipa al concorso insieme allo studio madrileno Paredes Pedrosa Arquitectos.

Ian+ è uno studio romano, opera di Carmelo
 Baglivo, 
Luca
 Galofaro
 e 
Stefania
 Manna. Hanno partecipato a diversi concorsi internazionali e fra i loro progetti si ricordano i laboratori di ricerca dell’Università di Tor Vergata e la scuola elementare “Maria Grazia Cutuli”, costruita a Herat in Afghanistan, nel 2010.

L’Assessore Giovanni Caudo ha dichiarato: “La meta finale è un quartiere unitario tra spazi pubblici e aree private. Ai finalisti si chiede di interpretare al meglio il piano di Roma Capitale, votato dall’Assemblea Capitolina, e le indicazioni provenienti dalle associazioni di quartiere coinvolte nel progetto”. Caudo pone anche l’accento sul ruolo del Municipio, con il quale “l’intero percorso è condiviso”.

Il vincitore del concorso sarà scelto a fine giugno. Dopo quella data, bisognerà passare dalle parole ai fatti: la trasparenza garantita durante la fase di selezione dovrà fungere da volano verso una realizzazione ancora più efficiente, portata avanti con competenza e nella legalità.

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