L’Europa di ieri, oggi e domani raccontata ai giovani
Cosa si aspettano i giovani dall’Europa? Quanto sono interessati ad essa? Ma soprattutto quanto la conoscono? Al Festival del Giornalismo dibattito per far conoscere l’Europa di ieri, oggi, domani ai giovani delle scuole
Chi governa in Europa? Cos’è l’Euro? Quanto influisce l’Europa nelle nostre scelte di vita?
Queste sono solo alcune delle domande su cui si è dibattuto al Festival del Giornalismo di Perugia, al panel Raccontare ai giovani l’Europa di ieri, oggi, domani.
Timonato da Federico Taddia (L’Altra Europa Radio 24), l’incontro si è svolto presso l’Hotel Sangallo e ha visto protagonisti Adriana Cerretelli de Il Sole 24 Ore, Ewelina Jelenkowska-Luca, rappresentante in Italia della Commissione Europea, Dino Pesole de Il Sole 24 Ore e Francesco Pigozzo, scuola superiore Sant’Anna di Pisa. Assente il ministro Istruzione, Università e Ricerca Stefania Giannini.
Cosa significa parlare di Europa? Questo il fulcro attorno a cui è ruotata la discussione, indirizzata soprattutto a dare voce agli studenti delle scuole superiori – in particolare sono stati coinvolti i ragazzi dell’Istituto Volta di Perugia – e alle loro esigenze: scoprire cosa sia l’Europa, come funzioni e perché dovremmo interessarcene.
Nell’effettivo manca, ad oggi, una formazione dell’Europa nelle scuole, gli insegnanti sembrano non avere gli strumenti base per parlarne ed è per questo che serve un progetto che ampli la dimensione europea nella sfera dell’educazione civica.
Il problema è: cosa capiamo dell’Europa? Cosa ci interessa conoscere?
A tal proposito la Jelenkowska-Luca ha ideato un format, un progetto – che ha già messo in atto col MIUR – per tentare di comunicare proprio cosa sia l’Europa: cercare di capire cosa piace dell’Europa agli studenti, cosa sanno e cosa si aspettano. Un’idea che vede, essenzialmente, protagonisti i ragazzi stessi.
Ma chi comanda in Europa? Questa è la prima domanda, tutt’altro che semplice, con cui Adriana Cerretelli si è confrontata. Di Paesi appartenenti all’UE ce ne sono 28, ma davvero governano tutti e 28? In teoria sì, ma di fatto no, perché chi comanda, non di diritto ma di fatto, è Angela Merkel.
Il potere della Merkel è dovuto principalmente al vuoto che la circonda: la Germania è ad oggi il Paese che inizia ad avere la politica più forte, la visione più forte, mentre gli altri Paesi che dovrebbero accompagnarla – Francia, Italia, Gran Bretagna, Polonia e Spagna – sono dei “pecoroni”, per usare le parole della stessa Cerretelli.
Come mai? Chiaramente perché i Paesi sono risucchiati, chi più chi meno, dalle loro problematiche nazionali, pertanto l’Europa si trova ad avere di fatto un unico leader, la Merkel, che trascina tutti gli altri, anche se spesso le sue politiche non sono condivise.
“Se la Germania ha i suoi torti, noi con le nostre indifferenze e con la nostra ignavia siamo altrettanto responsabili di un’Europa che spesso non ci piace”. Le parole di Adriana Cerretelli colpiscono sul vivo: l’Europa è fautrice di molte politiche positive, l’80% della legislazione nazionale dei Peasi è di matrice europea, pertanto sarebbe necessario seguirla con attenzione e soprattutto in modo attivo e propositivo.
Perché l’Europa non si mostri solamente punitiva occorre la nostra partecipazione attiva a questo grande gioco, evitando così di esserne solo vittime.
Un importante contributo quello della Cerretelli, a cui si aggiungono le considerazioni di Dino Pesole sulla moneta Euro, che è convenzione, come tutte le monete, ma è soprattutto un simbolo. Nella difficile fase di costruzione di una Europa più istituzionale, più unita e più politica, si è scelto di partire dalla moneta. Un primo passo importante, salvo poi rendersi conto che nell’avvio del percorso alla futura ed auspicata unione politica la moneta non basta, sebbene la moneta unica sia un potentissimo fattore di integrazione.
Molti sono i benefici della moneta unica, a partire dai tassi di interesse che grazie all’Euro sono più bassi, senza contarne il valore simbolico, poiché unisce Paesi diversi con culture essenzialmente comuni. Il ritorno alla lira è chiaramente impensabile, perché il disastro sarebbe immediato: ad una grande e potente inflazione si allineerebbero dei tassi di interesse molto più alti di quelli attuali.
L’avventura dell’Euro è ancora in corso, è una moneta giovane che però da sola non è sufficiente a rendere più solida questa ancor fragile costruzione europea: “Occorre altro, occorre qualcosa che si chiama politica, e per politica intendo obiettivi, guide, strategie”.
Ciò che Pesole essenzialmente auspica per questa Europa è una leadership forte, in grado di sorreggere il peso di un sistema costruttivo che ha molto da offrire e da progettare.
Ma l’ultima parola sull’argomento, forse anche quella più toccante, è riservata alla rappresentante in Italia della Commissione Europea, Ewelina Jelenkowska-Luca, che parla di Europa in termini ovviamente entusiastici.
Perché, chiede Ewelina, appassionarsi all’Europa? La risposta è multipla, ma lei tenta di riassumerla con poche e semplici parole: l’UE non si deve dare per scontata, perché le norme e i criteri che impone sono fondamentali per le scelte del nostro futuro, a partire da cose basilari come le etichette sui prodotti alimentari: grazie ai requisiti stringenti imposti dall’Europa il compratore è informato su ciò che sta per acquistare.
C’è bisogno di unione politica e di partecipazione per conoscere a fondo qualcosa che molti, soprattutto tra i giovani, sembra proprio dare per assodata, poiché rappresenta una realtà che, effettivamente, vivono da sempre, fin dalla nascita.
Il modo restrittivo e conciso con cui la scuola parla dell’Europa agli studenti non basta a farli appassionare a qualcosa che incide profondamente nella loro e nella nostra vita.
Un dibattito all’insegna dell’entusiasmo e della propositivitá, che stimoli i giovani ad occuparsi del loro futuro attraverso lo studio e la conoscenza di ciò che li circonda e li condiziona, l’Europa. Un obiettivo a cui sorridere.
(fonte immagine: http://www.romanoprodi.it/)