Raccolta differenziata: la mappa dell’Italia green
La questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti in Italia è sempre più importante, soprattutto a causa delle minacce per l’ambiente e la salute umana: la raccolta differenziata risulta l’unica soluzione per quest’emergenza. Legambiente traccia una mappa dei comuni più “virtuosi e ricicloni” d’Italia
La questione della gestione e dello smaltimento dei rifiuti ha assunto negli anni un’importanza sempre maggiore, diventando un problema sempre più rilevante. La crescita dei consumi, l’urbanizzazione e sviluppo economico hanno determinato un diffuso incremento nella produzione di rifiuti con forti ripercussioni sugli ecosistemi naturali.
Viviamo nell’era “dell’usa e getta” e negli ultimi 30 anni la produzione di rifiuti solidi urbani pro capite giornaliera è raddoppiata. Alle discariche, ormai sature, si affiancano però altre modalità di smaltimento quali il riciclaggio, il compostaggio organico e la termovalorizzazione. Tecniche che hanno un impatto ambientale minimo.
La raccolta differenziata rappresenta, pertanto, l’unica soluzione per una migliore gestione dei rifiuti. Il sistema di differenziazione consente, infatti, di raggrupparli in base alla loro tipologia materiale, compresa la parte organica umida, destinandoli al riciclaggio. I rifiuti sono poi destinati agli impianti di trattamento che permettono di recuperare molti materiali, col duplice vantaggio di non immettere sostanze inquinanti nell’ambiente e risparmiare materie prime.
In Europa, in media, si recupera il 42% dei rifiuti urbani, mentre l’Italia è ancora ferma a quota 33%. Nel nostro Paese il 49% dei rifiuti finisce in discarica, mentre la media europea è del 30%. I dati in Italia migliorano rispetto agli anni passati, ma non raggiungono ancora gli standard europei.
La gestione integrata dei rifiuti in Italia è stata introdotta con il decreto legislativo 5 febbraio 1997, n. 22 ( Attuazione delle direttive 91/156/CEE sui rifiuti. Cosiddetto decreto Ronchi del 1997). La materia è raccolta oggi nel D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152.
Legambiente ha stilato una classifica dei comuni italiani maggiormente virtuosi in materia di raccolta differenziata e riciclo. La campagna, giunta alla ventunesima edizione, ha lo scopo di tracciare una mappa dei comuni più all’avanguardia in materia di raccolta differenziata, ed è volta a sensibilizzare i cittadini, avvicinandoli ad uno stile di vita maggiormente sostenibile.
Per accedere alla classifica di Comuni Ricicloni, le varie amministrazioni devono aver raggiunto l’obiettivo, fissato dalla legge, del 65% di raccolta differenziata. Dai dati emerge che sono 1.328 i comuni italiani, che hanno detto addio al classico cassonetto della spazzatura a vantaggio della differenziata.
Analizzando i risultati del dossier “Comuni Ricicloni 2014“, per la prima volta tra i più virtuosi è presente almeno un comune per ogni regione. Si assiste, inoltre, a uno spostamento verso il centro-sud dei “primi della classe”. In testa alla classifica Veneto, Friuli Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, che rappresentano le regioni con la maggior concentrazione di Comuni Ricicloni.
Tra i capoluoghi più “green” compaiono Trento, Novara, Verbania, Pordenone, Belluno, Salerno, Andria, Oristano. Un caso esemplare è quello del Comune di Milano che sfiora il 50% di raccolta differenziata, con oltre 1 milione di abitanti serviti dal porta a porta. Un record che la porta ad essere la prima città italiana e la seconda in Europa dopo Vienna.
Molto indietro, purtroppo, le altre grandi città. Solo sei capoluoghi di provincia superano la quota del 65% di raccolta differenziata, di cui nessuna con più di 200mila abitanti. Guardando al centro-sud si assiste ad una crescita della differenziata e del riciclo. I comuni presenti nella classifica finale sono il 20% del totale nazionale.
Ci sono poi i “Comuni Rifiuti Free”, nei quali la popolazione riduce e ricicla più del 90% dei rifiuti. Sono 300 e rappresentano l’eccellenza dell’eccellenza. Smaltiscono solo 75 kg di rifiuti residui procapite all’anno. Tra queste città spiccano Empoli, Castelfranco, Montebelluna e Vittorio Veneto.
Per approfondire l’argomento abbiamo intervistato Fabio Barsottini, assessore con delega all’Ambiente, Parchi e aree protette, Cura e tutela degli animali del Comune di Empoli, per sapere come sono riusciti a raggiungere quest’ambizioso traguardo.
Assessore Barsottini, Legambiente vi ha premiati come esempio di Comune “rifiuti free”. In che modo è stato possibile raggiungere questo risultato?
Risultati di questo tipo non accadono mai per caso. Il riconoscimento che abbiamo ottenuto nel 2014 da Legambiente conferma ancora una volta il sano e intenso lavoro che come governo locale ci ha permesso di raggiungere quote eccezionali di raccolta differenziata dei rifiuti, passando dal 45% nel 2009 al 91% nel 2014, riducendo in maniera importante la produzione di rifiuti urbani da destinare in discarica, passando da 376 kg a persona nel 2009 a circa 74 kg ad abitante nel 2014. Le origini di questo incredibile risultato si trovano nella forte volontà politica del Comune di Empoli, e di tutte le altre realtà dell’Unione dei Comuni dell’Empolese-Valdelsa, nel riformare totalmente il servizio di raccolta dei rifiuti urbani del territorio, passando da un sistema a “cassonetto stradale” a un sistema puntuale di raccolta “Porta a Porta”. Ulteriori ingredienti indispensabili per l’efficacia del nuovo servizio, attivato nel 2010, sono stati chiaramente la capacità del gestore della raccolta dei rifiuti urbani e di tutti i cittadini, che, una volta compreso e condiviso l’importanza di un atteggiamento più consapevole e attento alla tematica ambientale, hanno saputo rivoluzionare le proprie abitudini quotidiane permettendoci oggi di raccontare questa bella storia.
Empoli ha circa 48.000 abitanti. Si tratta dunque di una città di medie dimensioni. Come siete riusciti a sensibilizzare i vostri cittadini rispetto all’importanza della raccolta differenziata?
Una volta emerso il concetto comunitario del “chi inquina paga” e quindi anche gli obiettivi minimi di raccolta differenziata (65%) , nacque la determinazione e la volontà di istituire il servizio di raccolta Porta a Porta. A differenza di altre tipologie di raccolta, però, il servizio ‘Porta a Porta’ ha bisogno, per funzionare bene, di una completa collaborazione e fiducia tra gestore e cittadini, quindi un equilibrio tra il nuovo metodo di raccolta e le abitudini quotidiane di tutti i residenti. Quando si decide di passare da un sistema a cassonetto stradale a quello porta a porta, dobbiamo mettere in conto di rivoluzionare le nostre abitudini quotidiane e anche la concezione della gestione dei propri rifiuti. È stato proprio questo il messaggio che abbiamo voluto trasmettere nelle varie assemblee pubbliche dove fu raccontato nei dettagli quello che sarebbe stato il nuovo servizio di raccolta: passare dal concetto di smaltimento a quelli di recupero, riciclo e riuso. Un passaggio culturale che ha richiesto un grande sforzo per spiegarlo e per comprenderlo. Tuttavia, grazie alla collaborazione tra Comune e gestore, siamo riusciti in quei momenti di incontro a far riflettere tutti i cittadini sull’importanza di un atteggiamento consapevole e attento all’ambiente, mettendo in discussione molti degli atteggiamenti che inconsciamente, ognuno di noi, compie quotidianamente a discapito dell’ambiente e delle generazioni future.
Potrebbe descrivere nel dettaglio come avviene il processo di raccolta e smaltimento, ponendo l’accento sulla struttura organizzativa necessaria per gestire la differenziazione dei rifiuti su una città non piccola?
Il sistema è molto semplice e preciso. Ogni giorno della settimana ha per noi un colore e quindi la rispettiva raccolta della frazione di rifiuto. (marrone-organico, bianco-carta, blu-multimateriale, grigio-indifferenziato). Ogni utenza domestica, e non, è munita di un kit di quattro contenitori che ogni giorno è chiamata a esporre davanti alla propria porta per permettere agli operatori ecologici di raccoglierli, svuotarli e restituirli immediatamente. Tale processo, accade cinque giorni alla settimana, prevedendo dunque lo svuotamento per due volte a settimana del contenitore dell’organico e una volta ogni sette giorni per quello della carta, il multilaterale e l’indifferenziato. Per quanto riguarda il vetro continuiamo a raccoglierlo attraverso la classica campana stradale. A questo punto tutte le frazioni di rifiuto raccolte vengono avviate al normale processo di recupero e riciclo. Parallelamente a tutto questo, il servizio comprende una raccolta a domicilio dei rifiuti ingombranti e offre isole ecologiche per la raccolta dei rifiuti speciali e quindi non conferibili attraverso i normali contenitori (batterie, olii esausti, farmaci scaduti). Per portare avanti questo servizio, sono stati fatti degli investimenti importanti dall’azienda gestore sul personale e per l’aggiornamento dei mezzi di raccolta.
Empoli ha anche ottenuto il premio “Fater” per l’area centro Italia. Di che si tratta?
Crediamo che offrire una buona gestione del servizio di raccolta dei rifiuti non significhi soltanto occuparsi di raccogliere e avviare al recupero il materiale di scarto di ogni cittadino, ma deve significare qualcosa di più. Oggi prestare un servizio pubblico di questo tipo deve voler significare soprattutto attenzione e ascolto delle necessità di tutti. Il premio Fater riguarda il recupero dei pannolini e conferma questa cultura di governo locale. Dal 2013 oltre a garantire il normale servizio settimanale per la raccolta degli ausili per l’incontinenza attraverso un contenitore speciale con il tappo arancione, abbiamo attivato un servizio esclusivo di raccolta dei pannolini per bambini allo scopo di offrire un ulteriore sostegno alle giovani coppie che prima erano costrette, di fatto, a smaltire questi rifiuti attraverso il conferimento all’isola ecologica. Con una semplice comunicazione è possibile conferire i pannolini nel contenitore grigio senza avere ulteriore peso in tariffa. Un ottimo servizio che conferma l’attenzione al welfare del nostro territorio.
Assessore, pensa che il modello implementato a Empoli potrebbe essere utilizzato, con opportune modifiche, in realtà ad alta densità abitativa?
Vede, come spiegato prima, il servizio porta a porta non è il fine, ma è lo strumento per il raggiungimento dell’obiettivo di una buona raccolta differenziata. Questo significa che, come accade per molti altri settori legati alle tematiche ambientali, non esiste un’unica ricetta quando parliamo di raccolta differenziata dei rifiuti. Ogni territorio presenta caratteristiche diverse che permettono di accogliere strumenti alternativi che possono portare comunque al solito risultato o magari addirittura superiore. Per questo motivo diventa complesso affermare se in un territorio ad alta densità abitativa può essere funzionale attivare un sistema porta a porta, proprio come lo è per un Comune a bassa densità abitativa. Quando facciamo scelte di questo tipo occorre studiare il servizio in tutti i suoi aspetti, da quello sociale a quello logistico fino ad arrivare al fattore economico. In questo momento storico l’ATO Toscana Centro, che comprende i Comuni dalla Città Metropolitana di Firenze e delle Provincie di Prato e Pistoia, sta attraversando una forte riforma del servizio che porterà fra meno di due anni ad avere un’azienda unica per 1.500.000 di abitanti e quindi un piano di gestione dei rifiuti comune fra tutti i territori. L’ATO, avendo come obiettivo il raggiungimento del 70% di raccolta differenziata, già prevede azioni di riforma del servizio di raccolta tra cui anche l’attivazione del sistema porta a porta in altre realtà, anche molto abitate. L’aspetto che ci preme sottolineare e che deve fare da guida a tutti è lo scopo che deve avere il servizio di raccolta. Gli Enti locali e tutti gli altri livelli di governo devono lavorare per realizzare concretamente il concetto di “chi inquina paga”, per coltivare, cosa che riteniamo stia già accadendo a Empoli e nel resto dell’Empolese-Valdelsa, un patrimonio culturale per la cura dell’ambiente e la sua sostenibilità.
Dovrebbero soprattutto essere gli Enti locali a prendere esempio da Empoli!! Noi a Catanzaro non abbiamo mai avuto neanche le buste x distinguere i vari tipi di rifiuti!! Ci vuole un forte senso civico x fare la differenziata correttamente, ma non tutti ce l’hanno. Prendiamo spunto da questo bell’articolo e facciamo sentire tutto il nostro sdegno.