#Copyrightforfreedom: il diritto d’autore è libertà di espressione
Le associazioni europee degli editori e dei quotidiani lanciano la campagna social #copyrightforfreedom e la petizione sul sito change.org. Il diritto d’autore garantisce la libertà di espressione e promuove l’industria culturale
Ciò che stai leggendo è coperto dal diritto d’autore.
Le mie idee, le tue idee, nel momento in cui prendono forma in uno dei tanti modi nei quali è possibile plasmare la creatività diventano, automaticamente, tutelabili, e tutelate, dal diritto d’autore.
Un insieme di regole, dunque, poste a salvaguardia della libera inventiva, nonché valido incentivo nella diffusione e promozione della industria culturale. Ma, paradossalmente, proprio la nuova percezione di libertà, figlia del digitale, scopre il lato più debole delle prerogative a difesa dell’ingegno: che ruolo gioca, oggi, la Rete?
Se lo chiedi a ENPA e EMMA, le associazioni europee degli editori di quotidiani e periodici, di cui fa parte anche l’italiana FIEG, la risposta è nella campagna social #copyrightforfreedom e nella petizione sul sito Change.org.
Lanciata lo scorso 23 aprile in occasione della Giornata del Libro e del diritto d’autore, in collaborazione con il Consiglio europeo degli editori (EPC) e la Federazione europea degli editori (FEP), la campagna mira a suscitare una maggior consapevolezza nella collettività, un rafforzamento delle prerogative autoriali come garanzia effettiva della libertà di espressione, in un tempo, il nostro, e in uno spazio, Internet, sempre più identificabili come le coordinate delle aggressioni all’estro, alla proprietà intellettuale.
Non a caso, sempre in concomitanza con la ricorrenza celebrata qualche giorno fa, un sondaggio, svolto da BSA Italia, ha rilevato che nel nostro Paese la pirateria informatica è percepita come reato solo dal 14% degli intervistati e che il 60% del medesimo campione definisce come normale il download illegale di musica, video, libri e software.
Un tema, quello del diritto d’autore, che divide anche l’Europa. In un’ottica diametralmente opposta, infatti, l’europarlamentare Julia Reda propone un cambiamento radicale delle norme ritenute, ormai, sorpassate.
La proposta sostanzialmente riguarda un progetto che spinge verso l’ampliamento delle fattispecie delle eccezioni e limitazioni al diritto d’autore, ossia restringimenti dell’esercizio dei relativi diritti di utilizzazione economica sulla base di giustificazioni che fanno leva sull’interesse pubblico: studio, ricerca, diffusione del sapere.
Torniamo alla petizione. In base a quanto si legge nel comunicato stampa, “i firmatari sottolineano l’importanza di incoraggiare la libertà di espressione insieme alla libertà di creare e di preservare il valore di ciò che è stato creato: in questo senso, il diritto d’autore favorisce e rafforza la libertà di espressione”.
Si spinge, dunque, per la considerazione, a livello sovranazionale, di un nuovo diritto d’autore che guarda alla remunerazione, o meglio, alla sua effettività, favorendo, altresì, il vero sviluppo dell’innovazione e che, quindi, “rende possibile per gli autori di di guadagnarsi da vivere con il loro lavoro”, sempre secondo quanto dichiarato dalla Federazione europea degli editori.
L’idea è condivisa anche in Italia. Marco Polillo, presidente AIE, Associazione Italiana Editori, il quale si augura che alla campagna aderiscano quanti più soggetti possibili.
Sebbene, l’attesa per la riforma da parte della Commissione Europea presti il fianco a diverse opzioni, è innegabile, però, che la materia è molto delicata e, nel contesto online, non è certo facile propendere nettamente per una soluzione.
Quello che pare essere chiaro per tutti, è la rilevanza e il bisogno di rilancio, almeno in Italia, dell’industria culturale; speriamo che questo sia un valido punto di partenza per il nostro Paese e non solo.