Sony World Photography Awards 2015

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Al Somerset House di Londra gli ambiti premi per il fotogiornalismo del Sony World Photography Awards 2015

di Francesca Britti

©John Moore, vincitore de "L'Iris d'Or/ Photographer of the Year"

©John Moore, vincitore de “L’Iris d’Or/ Photographer of the Year”

Poter ammirare il Sony World Photography Awards è sempre un’emozione. Per il secondo anno consecutivo ho potuto, inoltre, ammirarli in una delle gallerie più belle di Londra, il Somerset House.

All’ammirazione si aggiunge, quest’anno, l’orgoglio di vedere molti vincitori italiani, i quali hanno raccontato attraverso la loro macchina fotografica cosa succede nel mondo, cosa dovremmo conoscere ma che, invece, non sappiamo perché i media mainstream non raccontano o quando e se lo fanno non ci raccontano tutta la verità, se non addirittura distorcendola.

L’Iris d’Or è stato aggiudicato quest’anno al fotografo americano John Moore, che ha rappresentato “con cuore, compassione e comprensione” la crisi d’ebola che ha colpito, tra gli altri, la Liberia. Moore si è esposto al pericolo e il suo coraggio di uomo e giornalista ha colpito la giuria che lo così premiato.

The Open Photographer of the Year è andato invece al tedesco Armin Appel, che ha catturato la struttura architettonica del comune tedesco di Biberach an der Riß (Germania) composto da circa 32.000 abitanti. Il fotografo ha vinto l’ultima attrezzatura Sony più 5.000 dollari (4.500 euro circa).

Il terzo premio, lo Youth Photographer of the Year, l’ha conquistato Yong Lin Tan, studentessa malesiana di 19 anni che ha sbaragliato la concorrenza di ben 6.600 concorrenti. In un solo scatto Lin Tan ha saputo far trasparire uno scorcio intimo della casa di sua nonna in Alor Setar (Kedah) dove nel retro del vicolo cresce da circa una decade un albero i cui fiori hanno dei colori accesi e il cui profumo sembra passare attraverso la foto fino a noi. A completare la magia dello scatto il cielo dalle sfumature blu e viola durante la notte del Capodanno Cinese.

©Yong Lin Tan, vincitrice dello "Youth Photographer of the Year"

©Yong Lin Tan, vincitrice dello “Youth Photographer of the Year”

Come ogni anno si conferisce, inoltre, l’Outstanding Contribution to Photography a colui/colei che ha dato un contributo alla fotografia mondiale. Grazie al suo inconfondibile stile in bianco e nero con cui ha “dipinto” la quotidianità Elliott Erwitt è il vincitore di quest’anno.

La Professional Competition è, inoltre, suddivisa in 13 categorie: Architecture, Art and Culture, Campaign, Conceptual, Contemporary Issue, Current Affairs, Landscape, Lifestyle, People, Portraiture, Sport, Still Life, Travel.

Bisogna ammettere che non sempre si è d’accordo con le scelte della giuria, non perché i vincitori non siano quelli “giusti” ma perchécapita di apprezzare di più fotografie che non hanno vinto ma che ti lasciano una forte emozione sin dal momento in cui cade l’occhio su di loro. Tra queste c’è Shoot ball not gun di Sebastian Gil Miranda, che ha vinto nella categoria Campaign con uno scatto in cui ha ritratto la guerra fra le bangs di Buenos Aires che spesso coinvolgono anche bambini e giovani.

O First Sight di Brent Stinton, che non compare neanche fra i tre finalisti della sezione Contemporary Issue, ma che conquista con il suo toccante racconto della malattia della cecità di due ragazze e del loro percorso verso la guarigione. Da menzionare il terzo posto dell’italiana Annalisa Natali Murri, che con When the sky crashed down upon us ha raccontato la tragedia di Rana Plaza (Savar – Dhaka Bangladesh) e dei suoi abitanti che superstiti, come la stessa fotografa, stanno ancora cercando dopo due anni di guardare avanti nonostante la distruzione sia ancora intorno a loro.

Nella categoria People, vinta dall’italiano Giovanni Troilo, colpisce lo scatto del secondo premio, lo svedese Johan Bavman, che sottolinea gli sforzi del governo svedese nel creare una parità di genere nel ruolo di genitore. Il padre, quanto la madre, ha diritto (e dovere) a spendere il periodo di paternità a casa con il neonato. Apparentemente, nonostante la cultura aperta di questo paese e di chi ci vive, solo una bassa percentuale usufruisce di questa opportunità.

©Riccardo Bononi, Sport Photographer of the Year Italy, 2015

©Riccardo Bononi, Sport Photographer of the Year Italy, 2015

In Sport ancora un vincitore italiano, Riccardo Bononi, che ha focalizzato il suo interesse e la sua macchina fotografica sulle Valkyrias boliviane, le quali con forza sorprendente si sfidano sul ring di fronte ad un pubblico acclamante.

Le case dei meno fortunati e i colori vivaci sono fonte di ispirazione e speranza catturati dalla macchina fotografica di Nadia Dias, che ha preso il secondo premio della categoria Travel, vinto dal tedesco Bernhard Lang, il quale con una geometria originale ha rappresentato le spiagge italiane di Ravenna e Rimini.

Future of the Cities, invece, esplora come le nostre città stiano cambiando forma e consistenza. Riflessiva la foto scattata da Guy Martin intitolata Bristol Some like it hot in cui le tipiche buone maniere inglesi lasciano spazio ad una spiazzante disinvoltura simile a quella dei paesi nordici.

Infine da menzionare la Student Competition, che ha visto prevalere il lavoro di Svetlana Blagodareva con On the way to the edge, un percorso nell’oscurità dei cittadini russi. Giovani e affermati talenti che guardano al mondo con speranza, realismo e semplicità perchè come cita la didascalia della foto di Wilson Lee per la categoria Smile, Simplicity is happiness.

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