Deforestazione, un crimine contro l’umanità
La distruzione delle foreste rappresenta uno dei principali problemi ambientali che coinvolge l’intero pianeta. L’allarme arriva dal WWF, che stima una perdita di 170 milioni di ettari di foresta entro il 2030, per raggiungere i 230 milioni entro il 2050. Un fenomeno preoccupante che non si arresta
Foreste e boschi ricoprono un terzo del nostro pianeta, questa presenza gioca un ruolo di grande importanza per il mantenimento degli equilibri dell’ecosistema. La rapida distruzione delle foreste sta raggiungendo proporzioni sempre più allarmanti. La deforestazione, dunque, rappresenta uno dei principali problemi ambientali del mondo contemporaneo, risultato dell’agire irragionevole dell’uomo. Gli effetti prodotti dall’abbattimento incontrollato di intere foreste sono devastanti sia a livello di aria, terreno, sottosuolo efalde acquifere.
Le foreste hanno infatti un ruolo fondamentale per l’aria e il clima. Ogni albero produce in media 20-30 litri di ossigeno al giorno. La deforestazione incontrollata provoca circa un quinto di emissioni globali di gas serra, immettendo in atmosfera quasi 6 miliardi di tonnellate di anidride carbonica all’anno. Una delle più pericolose conseguenze del disboscamento è, pertanto, la drastica riduzione della capacità del nostro pianeta di assorbire anidride carbonica.
La Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici ha stimato che circa il 20% dei gas serra annualmente rilasciati nell’atmosfera sono causati dalla deforestazione. La progressiva scomparsa delle foreste, oltre a mettere a rischio di estinzione migliaia di specie animali e vegetali, aumenta il ritmo di erosione del suolo.
È il WWF a lanciare un preoccupante allarme nel rapporto “Saving forests at risk“, presentato al vertice “Tropical Landscapes Summit: A Global Investment Opportunity”, tenutosi a Giacarta in Indonesia lo scorso fine aprile. Il pianeta, se la deforestazione non si fermerà, rischia di perdere 170 milioni di ettari di foreste entro il 2030, raggiungendo i 230 milioni entro il 2050.
L’80% della perdita è concentrata in 11 aree: Amazzonia, foresta atlantica e Gran Chaco, Borneo, Cerrado, Choco-Darien, Africa Orientale, Australia orientale, Greater Mekong, Nuova Guinea, Sumatra e il Bacino del Congo. Questi “polmoni verdi” sono luoghi importantissimi non solo per la loro flora, ma anche per la ricchissima fauna selvatica, che comprende specie in pericolo come oranghi e tigri.
Isabella Pratesi, Direttore del Programma di Conservazione Internazionale del WWF Italia, ha detto: “Stiamo cercando di salvare le comunità e le culture che dipendono dalle foreste e garantire che queste continuino a immagazzinare carbonio, filtrare la nostra acqua, fornire legname e l’habitat per milioni di specie“.
Le cause principali di una deforestazione sempre più irrazionale sono legate principalmente all’agricoltura, che si sta espandendo sempre di più. Moltissimi ettari di foresta tropicale vengono, infatti, sacrificati per la coltivazione di palma da olio o della soia, altra causa è rappresentata dall’allevamento commerciale e dal crescente traffico illegale di legname.
Gli interessi dei trafficanti di legno si estendono soprattutto dall’Amazzonia all’Africa centrale, passando per il sud-est asiatico. La malavita ha un’enorme responsabilità rispetto alla distruzione dei più efficienti “polmoni” della Terra. Secondo un’indagine dell’organo delle Nazioni Unite per la protezione dell’ambiente, dietro ogni foresta che sparisce c’è la mano dei trafficanti di legno, le probabilità vanno dal 50%, fino a toccare in alcuni casi il 90%. Il commercio illegale di legname è, dunque, un grandissimo business per le eco-mafie. Un settore che fa guadagnare alla criminalità organizzata tra i 30 e i 100 milioni di dollari l’anno.
Forests and the European Union Resource Network, che ha analizzato le responsabilità indirette dell’Unione Europea nella deforestazione illegale in termini di valore e di perdita di superficie forestale, rivela che “l’Italia è, insieme a Francia, Germania, Paesi Bassi e Regno Unito, tra i maggiori importatori e consumatori delle materie prime di origine illegale che entrano nell’Unione”.
“Questi paesi importano, infatti, il 75% dei prodotti illegali in entrata, e ne consumano il 63%”. L’Italia è, in termini di valore, “il primo paese dell’Unione Europea per consumo di materie prime provenienti dalla deforestazione illegale, con circa un miliardo di euro registrato nel 2012″.
Ebbene anche in Italia il fenomeno della deforestazione è in continua crescita, con gravi ripercussioni sull’equilibrio ambientale. Sul nostro territorio, costituito per il 40% da colline e per il 39% da montagne, il rischio di frane è altissimo, e coinvolge centinaia di centri abitati.
I “polmoni verdi” del nostro pianeta stanno lentamente scomparendo per la mano incontrollata dell’uomo. La presenza delle foreste gioca un ruolo di grande importanza per gli equilibri dell’ecosistema e gli effetti della deforestazione sono gravissimi per l’intero pianeta e per l’uomo. È, dunque, nostro impegno primario conservare, proteggere e tramandare boschi e foreste della nostra Terra, perchè rappresentano l’aria che noi tutti respiriamo.
È bene non dimenticare il ruolo importantissimo di foreste e boschi nel nostro pianeta…e del disastro procurato dal disboscamento. Altrettanto giusto ricordare, come hai ben fatto, l’opera meravigliosa del WWF che combatte energicamente il business illegale.