Berlino, la città del futuro
L’atteggiamento friendly, i monumenti a cielo aperto e l’eclettica vita artistica dirigono Berlino verso un futuro luminoso
Quando penso ad un viaggio penso ad una città che mi faccia staccare la spina dalla caotica (e costosa) Londra e mi conquisti per il suo lifestyle e la sua cultura.
Berlino ha esaudito in pieno i miei desideri. Economicamente abbordabile, ha una storia ricchissima che la trasforma in un museo a cielo aperto e, con grande sorpresa, è una capitale ancora non claustrofobica con i suoi 6.000.000 di abitanti.
È sempre molto difficile mettere nero su bianco le sensazioni che un viaggio ti lascia. Ma questa volta prima di concentrarmi sulle bellezze del paese che sono certamente preziose per la città e per tutta la Germania voglio raccontare un viaggio nato per caso, trascorso con una collega e diventato un “pallino” per il futuro.
Non mi aspettavo una città calda, nel senso meteorologico e umano del termine, ma invece eccomi qui a scrivere di un’esperienza di vita vissuta in 5 giorni di cui mi hanno sorpreso i sorrisi della gente. In metro, sui bus, per strada, al supermercato dove anche se tu parli in inglese e loro ti rispondono in tedesco e la conversazione è bizzarra e curiosa leggi negli occhi affabilità. Sarebbe bello poterlo riscontrare in tutte le capitali dove il turismo è costante nonchè remunerativo.
Per la prima volta ho realizzato di non essere entrata in un museo chiuso fra quattro mura ma di aver contemplato le “opere” a cielo aperto, perché Berlino è un museo open air. La sua storia ci riporta alla guerra, ai tempi di Hitler. E i segni di quell’epoca sono ovunque nonostante nel dopo guerra gli invasori, in particolare l’ex Unione Sovietica, hanno ricostruito gran parte degli edifici, che infatti hanno un’architettura piuttosto semplice e squadrata.
La maggior parte delle attrazioni sono ad est della Porta di Brandeburgo, che regge da oltre due secoli e rappresenta la riunificazione della Germania, divisa fino al 1989 dal tristemente famoso muro che separava l’Est dall’Ovest della città.
Simbolo della città per i tedeschi e turisti è l’East Side Gallery, la più lunga galleria d’arte all’aperto al mondo, dove si possono ammirare oltre 100 dipinti murali, di cui la maggioranza rappresenta la lotta per libertà e la ricostruzione di Berlino. Degno di nota, fra gli altri, The mortal kiss di Dimitrji Vrubel, che immortala il bacio fra Erich Honecker e Leonid Breznev e che ora ritroviamo anche sulle cartoline.
A pochi passi dalla Porta di Brandeburgo (in tedesco Brandenburger Tor) uno dei monumenti più controversi e più toccanti, il cui significato non è mai stato comunicato e che crea nella mente di ognuno pensieri diversi e complementari. Intitolato Denjmal fü die ermordeten Juten Europas (Monumento alla memoria delle vittime dell’Olocausto) e costruito dall’architetto statunitense Peter Einsenmann, è un percorso di 2.711 blocchi di calcestruzzo che si ergono ad altezze differenti e attraverso i quali si può camminare in un rigoroso silenzio. Un labirinto in cui ci si perde facilmente cadendo in una sensazione di solitudine e ansia.
Un altro luogo di memoria è, inoltre, disseminato in tutta la Germania con quelle che vengono denominate “pietre per inciampare” (in tedesco, Stolpersteine), impiantate davanti alle case degli ebrei deportati. Ti ritrovi così a camminare per la città e “inciampare” su queste pietre della memoria. Berlino, come tutta la Germania, non ha dimenticato il suo passato ma invece di celebrarlo ha, in modo originale, creato questi culti di ricordo che nessuno può evitare.
Un’altra opera dalle diverse sfaccettature è la Colonna della Vittoria, altrimenti chiamata Siegessäule, che un tempo era emblema della vittoria prussiana nel XIX secolo ed oggi è, invece, simbolo della comunità gay con la sua Techno Love Parade.
Il passaggio da Ovest ad Est è segnato dal cosiddetto Checkpoint Charlie, dove un cartello con la scritta “You are leaving the American Sector – State lasciando il settore americano” segnava proprio il confine fra le due parti della città. L’originale guardiola di legno attraverso cui passavano i visitatori tra cui politici, diplomatici e giornalisti, è stata abbattuta ed attualmente è sostituita da una sua ricostruzione. Bisogna ricordare a proposito del cartello che Berlino è stata dominata e controllata da quattro potenze: Stati Uniti (Berlino Ovest), Unione Sovietica (Berlino Est), Francia (Berlino Nord), Gran Bretagna (Berlino Sud).
A Berlino Ovest troviamo anche un altro imponente monumento storico, il Gedächtniskirche, la chiesa della commemorazione Kaiser Wilhelm, la cui cuspide è andata distrutta durante i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Attualmente la chiesa-museo raccoglie fotografie, mosaici e oggetti liturgici. Di fronte ad essa è stata eretta, con alcune polemiche, una nuova chiesa dalla struttura ottagonale più moderna e luminosa. A prescindere dalla propria fede, questa chiesa, proprio per la struttura diversa dai normali edifici cristiani, è ammirabile soprattutto per il Cristo in bronzo e per le 20mila finestrelle di vetro colorato che donano una luce e una sensazione di pace.
Tra le attrazioni più moderne da ricordare Alexanderplatz, luogo di manifestazioni politiche e di shopping di cui si notano ad occhio nudo l’altissima torre della televisione (Fernsehturm) ma anche la Brunnen der Völkerfreundschaft (fontana dell’amicizia tra i popoli) e il Weltzeituhr (orologio mondiale) del 1969.
La città offre, inoltre, tour gratis che permettono di conoscere alcuni luoghi particolari difficilmente accessibili senza il contributo dei tour operator. Quello che mai avrei immaginato di vedere (e scoprire) a Berlino è il punto esatto in cui Hitler fu cremato, dopo essersi suicidato nel suo bunker. Oggi in quel preciso punto si trova un piccolo parco giochi quasi a voler sottolineare la rinascita di Berlino che riparte dai bambini e dalla loro spensieratezza e genuinità.